A distanza di quasi cinquant'anni, Gigi Martini è ancora convinto che la verità sulla morte di Luciano Re Cecconi sia un'altra. L'ex difensore della Lazio ne ha parlato in un'intervista a La Gazzetta dello Sport ripercorrendo quanto accaduto la sera del 18 gennaio 1977: "Luciano ancora oggi è l’ombra che mi cammina accanto. Lo convinsi a lanciarsi con il paracadute. Mi diceva: Gigi, e se cadendo ci spacchiamo le gambe? E subito dopo eravamo in volo, insieme. Sono arrivato in ospedale pochi minuti dopo che era morto, il medico mi prese il dito e lo accompagnò sul rene di Luciano, dove si era fermato il proiettile. Non credo all’ipotesi dello scherzo, non esiste. Ho letto gli atti, nessun testimone l’ha sentito pronunciare la frase: “Fermi tutti questa è una rapina”. Luciano non l’avrebbe mai detto. Sono convinto che sia partito un colpo accidentale. Il gioielliere aveva paura, era stato rapinato più volte. Impugnava una pistola 7.65 con il cane sensibilizzato, prima ha puntato l’arma su Ghedin e poi, spostandola appena, ha sparato. Basta un niente, basta sfiorare il grilletto".