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GENOA, PERIN: "NON SONO UNTORE DEL CALCIO"

16 Ott 2020 - 12:16

 "Non sono l'untore del calcio italiano. Questa è una malattia subdola, la puoi prendere in taxi, oppure schiacciando il bottone di un ascensore". Lo ha detto il portiere del Genoa, Mattia Perin, nel corso di una intervista a la Repubblica. "Nella mia famiglia sono tutti negativi. La verità è che in una dozzina di ore cambia il quadro clinico, neppure gli specialisti sanno molto del Covid-19. Resto convinto che tutto sia nato in laboratorio e non dalla trasmissione animale. E sia chiaro che il caos di Juve-Napoli non è iniziato per colpa del Genoa", ha aggiunto. Quindi Perin ha raccontato come e' iniziato il suo incubo: "Era la settimana prima di Napoli-Genoa. Il 21 settembre mi recai a Torino per rivedere mia moglie e i bambini, era un lunedi': al contrario di quanto e' stato detto, non esiste alcuna evidenza che io abbia contratto il Coronavirus proprio quel giorno. Il mercoledì seguente ci sottoponemmo ai tamponi, come sempre. Il risultato arrivo' il giovedi' mattina: tutto okay. Ma la sera avevo la febbre". Secondo il portiere rossoblu i calciatori sono "molto scrupolosi. Nessuno toglie la mascherina, rispettiamo regole e distanziamenti, poi e' chiaro che in campo veniamo a contatto: e' inevitabile". Sempre secondo Perin quello che e' accaduto al Genoa "poteva accadere a chiunque. Di sicuro, se ci fossimo chiamati Real Madrid, Inter o Juventus, saremmo stati rispettati di piu'. Sia chiaro che la malattia non e' mai una colpa, ma un'eventualità che accade agli esseri umani.

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