"Questa sera voglio una Nazionale di coraggiosi, ma i ragazzi devono sapere annusare il pericolo. È questo l'aspetto che dobbiamo migliorare", così il ct Rino Gattuso in un'intervista esclusiva agli inviati di Radio1 Rai a poche ore dalla partita con l'Estonia a Tallin. Gattuso, da giocatore il suo marchio di fabbrica era essenzialmente l'aggressività in campo. Oggi da allenatore e ancor più da ct, dimostra di avere idee chiare in tema di tattica, frutto anche di studi approfonditi. È il momento di aggiornare le etichette? Ancora Gattuso: "So che la mia immagine da calciatore è stata forte, il soprannome Ringhio ancora me lo porto dietro", ha continuato il ct su Radio1, "io vado comunque avanti, credo nel mestiere che faccio oramai da anni". Su Retegui, che è andato a giocare ne campionato saudita, Gattuso non ha preclusioni di sorta: "Lì ci sono 8 o 9 squadre che valgono le nostre. L'unica differenza è l'orario di allenamento: noi ci alleniamo di mattina e lì nel tardo pomeriggio. L'unica difficoltà è che si deve sobbarcare un viaggio lungo per rispondere alle convocazioni, ma non può essere un problema". Infine, il ct ha affrontato il timore che pervade un po' tutti in Italia, ovvero l'ennesima mancata qualificazione ai Mondiali. "Il percorso è lungo, ma dobbiamo ritornare quelli che eravamo prima" - ha concluso Gattuso a Radio1 - "Noi eravamo un'eccellenza nella scuola dei portieri, eravamo un'eccellenza nel modo di difendere e cambiando il modo di stare in campo, provando a fare qualcosa di diverso, abbiamo perso questa forza. Dobbiamo ritornare a fare cose che abbiamo smesso di fare. Si giocava di reparto e ora invece si difende in maniera diversa, a campo aperto uno contro uno correndo dei rischi. Dobbiamo ritornare a quella che era la forza azzurra, al blocco difensivo italiano che tutti nel mondo temevano".