L'addio di Florenzi: le immagini di una carriera da ricordare
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Lascia il calcio a 34 anni. Decisivo il brutto infortunio di un anno fa
Alessandro Florenzi dice basta. Dopo una stagione segnata da un infortunio già ad agosto e una sola presenza all'ultima giornata nel campionato finito a maggio, l'ex azzurro abbandona il calcio dopo la fine del suo contratto con il Milan. E lo fa affidando ai social un messaggio d'amore per quel pallone che ha caratterizzato tutta la sua vita.
"Grazie di tutto, amico mio ⚽️❤️. Mi hai insegnato ad amare tutti i tifosi, dal primo all’ultimo senza eccezione. Ognuno di voi mi ha spinto a migliorare e ognuno di voi mi ha aiutato a risollevarmi dalle cadute che fanno parte di questo sport come della vita: vi sono davvero grato. Voglio ringraziare ogni compagno, allenatore, componente dello staff e dirigente, tutti nessuno escluso: giorno dopo giorno il vostro supporto e la vostra professionalità mi hanno permesso di crescere come uomo e come calciatore. Ringrazio te, Ale, per aver visto qualcosa di speciale in quel piccoletto in mezzo al campo 17 anni fa. Tu e la famiglia della WSA siete stati, siete e sarete sempre una parte essenziale della mia vita, non solo calcistica. Voglio ringraziare infine tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo lungo viaggio, in particolare tutte le persone che lavorano silenziose dietro le quinte: ognuno di voi ha lasciato un segno dentro di me. Senza di voi non sarei la persona che sono oggi. Grazie ancora, amico mio: oggi ci salutiamo ma tu farai sempre parte di me".
Roma è la sua città, l'As Roma la sua squadra. Si fa tutta la trafila delle giovanili giallorosse fino alla Primavera e debutta in A nel maggio del 2011 subentrando nientemeno che a Francesco Totti in una partita con la Sampdoria. Il sogno di qualunque tifoso. Viene prestato al Crotone prima di tornare alla casa madre. In panchina c'è Zeman che gli dà subito fiducia mettendolo interno nel suo centrocampo a tre. Fiducia ripagata con un gl, il suo primo nella massima Serie, segnato a San Siro nella vittoria esterna contro l'Inter. Ne seguiranno altre 44 totali in carriera tra campionati vari, Coppe e Nazionale. Il più iconico resta quello in Roma-Cagliari del 2014, non tanto per il gol ma per l'esultanza diventata iconica: la corsa in tribuna per abbracciare la nonna.
Dopo dieci anni in giallorosso, guadagnandosi la fascia di capitano e la convocazione in Nazionale (dove metterà insieme la bellezza di 49 presenze e il titolo di campione d'Europa 2020), lascia la Roma per andare in prestito prima al Valencia e poi al Psg. Nel 2021 viene ceduto al Milan dove Pioli lo fa diventare esterno basso a destra e dove vince l'unico scudetto della carriera (oltre alla Supercoppa Italiana). Si infortuna durante il ritiro estivo del 2024 e salta tutta la stagione. Rientra giusto il 24 maggio 2025, subentrando nel secondo tempo della gara casalinga contro il Monza, ultima di campionato. Alla scadenza del contratto con i rossoneri decide di chiudere una carriera di buonissimo livello.
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