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"Ancora dobbiamo tirare fuori i valori che ci possono tirare fuori da questa situazione, sono più importanti della tattica" e "in questi momenti solo il lavoro, l'unione e la fiducia di uno nell'altro può portarti fuori da queste situazioni". Lo ha detto l'allenatore della Fiorentina, Paolo Vanoli, oggi al Viola Park, nel corso della conferenza stampa alla vigilia della partita della quinta giornata del girone di Conference League che alle 18,45 di domani, giovedì 11 dicembre, allo stadio Artemio Franchi, vedrà la squadra gigliata opposta alla Dynamo Kiev, riferendosi però alla situazione in campionato, dove i viola sono ultimi a 7 punti di distacco dalla potenziale salvezza. "Domani dobbiamo andare in campo con la voglia di portare a casa punti importanti e chi va in campo deve dare una mano, un aiuto, non a Vanoli ma alla squadra", ha aggiunto Vanoli a proposito della sfida contro gli ucraini. Ma il pensiero principale dell'allenatore della Fiorentina, come di tutto l'ambiente viola, è focalizzato sulla rincorsa per raggiungere la salvezza in campionato. "Oggi ho detto ai ragazzi che abbiamo toccato il fondo - ha proseguito - Oggi devo trovare il click nella testa dei miei giocatori: forse i ragazzi devono fare un piccolo passo indietro per farne tre in avanti. Dobbiamo metterci al livello delle concorrenti per la salvezza, e nel momento che hai questa capacità escono fuori le qualità e fanno la differenza". Sul caso Gudmundsson-Mandragora, poi aggiunge: "Vorrei chiudere l’episodio. Io ho fatto il calciatore e ora faccio l’allenatore, sono episodi del calcio, che ne fanno parte. Sul rigore nessuno ha detto delle bugie, ci sono delle gerarchie. Prima Albert, poi Mandragora. Io devo dire la verità, sta nella sensibilità di Albert la decisione, e questo dentro di me mi fa pensare che abbia detto la verità. Ma l’obiettivo di quel rigore era andare in vantaggio. Poi c’è la partita, io da questi ragazzi voglio il valore dell’umiltà e del coraggio, per quello dico che in questi momenti non ci dobbiamo sentire uno contro l’altro. Le chiacchierate nello spogliatoio servono per uscirne".