IL PERCORSO DI RECUPERO

Fagioli si prepara al rientro in campo e sogna l'Europeo: "Stiamo seguendo l'esempio di Paolo Rossi"

A raccontare i passi compiuti dal centrocampista della Juventus è stato lo psicoterapeuta Paolo Jarre che sta seguendo il giocatore dallo scorso ottobre 

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Il rientro in campo è sempre più vicino per Nicolò Fagioli, un motivo in più per proseguire il percorso contro la ludopatia e tentare di agganciare il treno verso gli Europei. Il calciatore della Juventus ci crede e a confermarlo è lo psicoterapeuta Paolo Jarre che lo sta guidando passo dopo passo nel suo recupero: "Una delle fantasie che lui coltiva senza farsi illusione è quella degli Europei. Abbiamo ricordato insieme la vicenda di Paolo Rossi, squalificato per due anni per calcioscommesse, era rientrato a giocare a fine maggio come sta succedendo a Nicolò, e allora Bearzot lo aveva convocato per il Mondiale, che l’Italia vinse e lui fu capocannoniere. Un esempio evocativo, anche se le circostanze erano diverse perché Fagioli non è stato squalificato per illecito sportivo, non ha mai scommesso sulla propria squadra”.

Vedi anche Juventus, Fagioli e la ludopatia: "Ho iniziato con una schedina poi..." juventus Juventus, Fagioli e la ludopatia: "Ho iniziato con una schedina poi..." Le possibilità di rivederlo in azzurro in vista della competizione continentale ci sono, anche se appaiono veramente ridotte complice la grande concorrenza a centrocampo e il gruppo che pian piano Luciano Spalletti sta consolidando. Nulla esclude che il giocatore bianconero venga atteso dal commissario tecnico e inserito nella lista dei 26 che voleranno in Germania, tuttavia non va dimenticato quale sia l'obiettivo principale in questo momento: combattere una malattia rimasta nascosta per troppo tempo.

"Nicolò partecipa regolarmente agli incontri settimanali, mette in atto tutte le prescrizioni che gli vengono date, continua anche con gli incontri pubblici di testimonianza - ha sottolineato il dottor Jarre a Tuttosport -. Mentre la squalifica calcistica sta quasi per finire, il mio lavoro con lui ancora no perché la terapia richiede un periodo minimo di almeno un anno e noi abbiamo iniziato soltanto a ottobre”. 

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