LA RIVELAZIONE

Dal trionfo con l'Argentina alla pace con il Gasp, il Papu Gomez si racconta: "Con l'Inter era quasi fatta"

L'argentino del Monza ha ripercorso alcuni passi della propria carriera raccontando le vicende che lo hanno visto protagonista sia in Italia che in Argentina 

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"Avevo quasi firmato con l’Inter quando c’era Stramaccioni, poi lo hanno esonerato. Quando ero all’Atalanta, per 3 sessioni di mercato sono stato contattato da alcune squadre. Soprattutto la Lazio". A rivelare questo retroscena è Alejandro Gomez che ha ripercorso la propria carriera fra l'esperienza burrascosa con Gian Piero Gasperini e il rapporto che lo lega ancora oggi a Bergamo passando per la vittoria del Mondiale con l'Argentina

Il giocatore del Monza si è raccontato in un'intervista a Cronache di Spogliatoio raccontando come il nerazzurro sia apparso come una costante nel corso della sua esperienza italiana, fra gli "ammiccamenti" alla squadra milanese e le possibilità di riconciliazione con il tecnico di Grugliasco. "Gasperini ha cambiato la mia mentalità in allenamento. Prima di lui ero molto pigro. Quando ho visto i risultati, ho capito che aveva ragione. Ha cambiato il mio modo di allenarmi. Dentro al campo, come prepara le partite, come le comprende tatticamente: lui insegna calcio - ha spiegato Fare pace con Gasperini? Certo, siamo adulti. Per me è tutto passato. Quando ci incontreremo, ci abbracceremo. Lo scorso anno non sono potuto andare allo stadio, giocavo ancora al Siviglia e non sono potuto andare. Ma vivo a Bergamo, ci sarà modo". 

Il punto più alto di una carriera trascorsa fra Catania, Metalist Kharkiv, Atalanta e Siviglia rimane comunque il titolo iridato conquistato con l'Argentina in cui il Papu ha svolto un ruolo di primo piano e diventando uno dei protagonisti della finale vinta con la Francia: "La parata del Dibu Martinez? Completa follia. Quando ho visto il pallone che superava Otamendi, ho pensato: ‘È finita’. Anche la panchina della Francia era già pronta per esultare. Poi ha fatto quella parata… clamorosa. Durante i rigori urlavo a tutti ‘Kiricocho!’, che è il grido con cui proviamo a portare sfortuna agli avversari che stanno per battere - ha spiegato Gomez -. Il Brasile era l’unica squadra che temevamo. Con le altre avevamo la fiducia di poter vincere. Durante la loro partita contro la Croazia, abbiamo esultato a ogni gol croato. Abbiamo visto i rigori poco prima di andare a fare il nostro riscaldamento e abbiamo esultato come se fosse la nostra partita".

Vedi anche Il Papu Gomez si difende dall'accusa di doping: dà la colpa alla moglie monza Il Papu Gomez si difende dall'accusa di doping: dà la colpa alla moglie L'approdo in patria dopo il trionfo ha rappresentato qualcosa di leggendario per Gomez che conserva i segni di quel successo sulla propria pelle: "Dopo la finale del Mondiale in Qatar, è stata follia pura. Piangevamo tutti. Mi ha fatto molto ridere questo aneddoto: eravamo in campo e c’era Salt Bae, il cuoco famoso per come versa il sale. Era sul terreno di gioco e aveva preso la coppa. E noi con la nostra famiglia stavamo aspettando per farci le foto. Ma che ci faceva lì?! Poi abbiamo preso l’aereo: 25 ore di viaggio. Siamo arrivati a Buenos Aires e c’erano 50mila persone ad aspettarci. Il giorno dopo, invece, erano 5 milioni. Alla fine della festa, ho preso un taxi per andare a casa dalla mia famiglia. Ero completamente ustionato dopo tutto quel tempo sul pullman scoperto, non riuscivo neanche a sedermi". 

Il futuro di Alejandro Gomez rimane comunque il Monza con cui spera di tornare presto in campo non appena si farà chiarezza sulla questione antidoping: "Galliani è clamoroso. Va ancora in trasferta, ogni giorno è al campo. È nato tutto quando il Monza era in C, mi disse: ‘Quando andrai via dall’Atalanta, verrai qui al Monza"

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