LA DENUNCIA

Coronavirus, la denuncia di Iaquinta: "Nella cella di mio padre impossibile rispettare le distanze"

L'ex attaccante della Nazionale campione del mondo si sfoga su Instagram e si rivolge direttamente a Conte e Bonafede

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Vincenzo Iaquinta si sfoga sui social per le condizioni del padre in questa emergenza sanitaria: "Partendo dal presupposto che mio padre è innocente, questo è un disegno di una cella del carcere di Voghera - ha scritto su Instagram l'ex campione del mondo pubblicando una planimetria realizzata a mano - Come si fa a mantenere la distanza di sicurezza?". Poi l'appello alle istituzioni, con un tag al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Nel disegno sono evidenziate le distanze tra i letti e tra i posti a tavola, tutte inferiori al metro indicato dalle autorità per limitare la diffusione del virus. Il padre di Iaquinta, Giuseppe, si trova in carcere dopo una condanna in primo grado a 19 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso, nell'ambito del processo "Aemilia", che indagava gli affari della 'Ndrangheta in Emila Romagna. Inchiesta che in un primo momento aveva coinvolto anche l'ex attaccante, poi risultato estraneo ai fatti.

Vincenzo ha sempre sostenuto la totale innocenza di suo papà e già qualche giorno fa aveva mostrato preoccupazione per le sue condizioni, evidenziando come mentre in molti si lamentavano per essere obbligati a rimanere a casa con tutte le comodità, lui era costretto in una cella di pochi metri. Lo aveva fatto postando una foto del padre con in mano la Coppa del Mondo alzata dall'ex Udinese e Juve a Berlino nel 2006.

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