Zeman stecca la seconda e il Pescara torna alla realtà. Dopo aver demolito il Genoa, i "Delfini" cadono subito. Un brutto colpo per la squadra del boemo, che al Bentegodi parte col freno a mano tirato e non riesce a trasferire sul campo i dettami del tecnico. Esattamente la brutta copia della prestazione sfoggiata col Grifone. Merito anche del solito Chievo, solido e rognoso. Ma non solo. A Verona il Pescara infatti non riesce a trovare il ritmo e le soluzioni giuste. Tanta corsa (soprattutto a vuoto) non basta per colmare le lacune tecniche di un gruppo che fatica a tenere il passo delle altre squadre di Serie A. Per continuare a sperare in una salvezza miracolosa serve ben altro. Più grinta, cattiveria e voglia di stupire soprattutto. Contro il Chievo il Pescara prova solo a fare il "compitino" sperando di portare a casa punti preziosi e invece esce battuto senza scampo.
Forse appesantita dagli allenamenti del boemo, al Bentegodi la squadra di Zeman del resto non dà subito segnali positivi. Nei primi dieci minuti si gioca a intermittenza, con le squadre molto fallose in fase di ripartenza. Tanti errori e poca qualità. Poi sale in cattedra Birsa, che salta Benali e rompe l'equilibrio con una perla di sinistro a giro. Imballato e in svantaggio, il Pescara non riesce a verticalizzare rapidamente le giocate e soffre la solidità e il palleggio del Chievo in mediana. Poi lentamente la banda di Zeman aumenta i giri e si sveglia. Verre prova a fare la differenza e Sorrentino deve fare i conti con Caprari, che ci prova anche su punizione. Ma non basta. La squadra di Maran infatti capisce il momento del match, serra le linee e prova a colpire con i cambi di gioco e i calci piazzati puntando sulla maggiore qualità in mezzo al campo.
Nella ripresa il Chievo poi parte subito forte. Prima è Castro a testare i riflessi di Bizzarri, poi tocca ad Hetemaj. Sottoritmo e costretto a difendersi, il Pescara non riesce a manovrare con ordine e ad attaccare la profondità con le punte. In controllo, gli uomini di Maran invece fan girare la palla e tengono bene il campo, allargando il gioco sugli esterni. E il raddoppio dei veneti è la giusta conseguenza di un dominio evidente. Al 61' ci pensa Castro a firmare la rete del 2-0, mettendo la partita in cassaforte. Poi diventa un tiro al bersaglio. Birsa centra una traversa, poi Bizzarri evita la goleada superandosi su Meggiorini e Gobbi. Nel finale si gioca solo per le statistiche. Molle e sfiduciato, il Pescara resta in campo per dovere. Il Chievo invece prova ad arrotondare il risultato, ma senza la giusta cattiveria. L'ultima occasione è di Cerri, ma il destro a botta sicura finisce alto sopra la traversa e il Pescara resta ancora ultimo da solo in fondo alla classifica.