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Caso D'Onofrio: Trentalange non aveva elementi per allarmarsi

"Nella percezione" di Alfredo Trentalange "un'unica valutazione soggettiva

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"Nella percezione" di Alfredo Trentalange "un'unica valutazione soggettiva per una delibera redatta male, ossia un episodio isolato" che, quand'anche gli fosse noto, "ben poteva da questi essere considerato alla stregua di un minimo incidente di percorso nella carriera professionale" di Rosario D'Onofrio... , non era sufficiente a far risaltare controindicazioni o comunque a suscitare - nell'allora presidente dell'Associazione arbitri "un ragionevole allarme, tale da indurlo - a dispetto di prassi consolidate in Aia - ad esperire approfondimenti istruttori". Si concludono cosi' le 13 pagine di motivazioni con le quali la Corte federale d'appello, lo scorso 27 aprile, ha accolto il ricorso di Trentalange contro i tre mesi di inibizione inflittigli per il caso D'Onofrio, l'ex procuratore capo dell'Aia arrestato per traffico internazionale di droga. A Trentalange era stata contestata, tra l'altro, una telefonata con la quale aveva contattato il vicepresidente della commissione disciplinare nazionale, avv. Andrea Sandroni, che aveva riscontrato l'inadeguatezza professionale di D'Onofrio quale componente della suddetta commissione. Posto "che la telefonata sia realmente avvenuta" si legge nelle motivazioni, tale episodio "dimostra, al piu', che Trentalange fosse consapevole che da una sola persona e in una sola circostanza si fossero levate valutazioni critiche sulle attitudini professionali del D'Onofrio". La telefonata risale al 2018, "ossia a tre anni prima della nomina" di D'Onofrio, "periodo durante il quale non e' segnalata nessuna ulteriore contestazione".

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