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Caos a finale Coppa d'Israele, invasione campo e danni

La finale della Coppa d'Israele di calcio e' degenerata ieri in gravi

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La finale della Coppa d'Israele di calcio e' degenerata ieri in gravi disordini quando, pochi minuti prima dal termine della partita, migliaia di tifosi del Betar Gerusalemme hanno invaso il campo nello stadio Sammy Ofer di Haifa per festeggiare il successo per 3-0 della loro squadra sul Maccabi Natanya. I tifosi hanno lanciato fumogeni, fuochi d'artificio e petardi, ed hanno occupato a lungo il campo mentre i giocatori attendevano negli spogliatoi che gli animi si calmassero. Il capo dello Stato, Isaac Herzog, e' stato costretto a lasciare lo stadio protetto dalla scorta e la cerimonia di premiazione e' stata annullata. Secondo i media nella confusione alcune medaglie destinate ai giocatori sono state rubate ed una delle porte del campo e' stata bruciata. La direzione del Sammy Ofer ha precisato che i danni materiali sono di 100 mila shekel, circa 25 mila euro. Di fronte alla minaccia di vedersi adesso privata della Coppa, la direzione del Betar Gerusalemme ha imputato la responsabilita' dei disordini ad insufficienze organizzative della Associazione calcio israeliana, della polizia e della societa' addetta alla sicurezza. Il Betar Gerusalemme - una squadra tradizionalmente vicina al Likud, principale partito di governo - insiste adesso per ricevere stasera la Coppa nella residenza del Capo dello Stato e per organizzare una grande festa in un parco della citta'. Il ministro per lo sport, Micky Zohar (Likud,) ha giustificato questa posizione rilevando che, sul piano puramente sportivo, "non c'e' dubbio che i calciatori del Betar Gerusalemme si siano meritati il premio". Il suo ministero, ha aggiunto, si riserva di rivedere in futuro i provvedimenti necessari per prevenire le invasioni di campo. La posizione ufficiale della Associazione calcio israeliana non e' ancora nota. Secondo alcuni media il suo presidente, Moshe Zuaretz, avrebbe comunque gia' inoltrato "messaggi tranquillizzanti" alla dirigenza del Betar.

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