Dinho: "Troppo vecchio per Napoli"

L'ex Milan: "Non ho rimpianti, non è detto che la Juve vinca lo Scudetto"

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"Il calcio italiano? Preferisco quello spagnolo, è più tecnico e comunque non reggo più una partita intera: mi annoio". Ronaldinho si racconta prima della Partita della pace, di cui sarà protagonista insieme a tanti big del pallone e svela: "Non farò l'allenatore, non è nelle mie corde. Sostituire Milik al Napoli? E' una squadra forte e mi piace molto, la città è affascinante, ma ormai sono troppo vecchio".

"Continuerò a fare questa vita, a giocare finché ce la farò". Non è stanco del calcio Ronaldinho, che in un'intervista a La Repubblica parla non solo del suo futuro, ma anche del Milan, della Serie A e del suo Brasile. "Ritrovo tanti amici, da Maradona a Totti. È importante aiutare gli altri, come le persone di Amatrice colpite dal terremoto. In Italia mi volete bene, è un piacere tornare qui", dice della Partita della pace voluta da Papa Francesco. "Gente come me, Totti e Del Piero nasce una volta ogni 50 anni – afferma l'ex Pallone d'oro, 36 anni – Francesco è uno dei più grandi della storia del calcio".

BARCELLONA A CONFRONTO - Poi uno sguardo al passato e alla sua carriera, di cui dice "non mi manca nulla, non ho rimpianti. Sono una persona fortunata, ho realizzato i miei sogni". Una carriera dove ha vinto tutto, soprattutto al Barcellona con Messi e Eto'o: "Quel tridente e quello di oggi con Messi, Suarez e Neymar si equivalgono. L'attacco del mio Barcellona era eccezionale, ma io mi diverto molto a veder giocare anche questo Barça. Luis Enrique è bravissimo a gestire il gruppo, è uno dei migliori allenatori del mondo. Iniesta, Suarez e Neymar danno spettacolo sempre. E Messi merita un altro Pallone d'Oro".

MILAN NEL CUORE - Dinho ha bei ricordi anche del periodo al Milan, nel quale ha giocato dal 2008 al 2011. Sul nuovo corso societario, il brasiliano si esprime così: "Difficile immaginare il Milan senza Berlusconi. Ma la vita va avanti, le cose cambiano. Di sicuro è complicato giudicare senza conoscere le situazioni. Maldini sarebbe stato un grande dirigente – continua - Lui è la storia del Milan, ha sangue rossonero nelle vene, conosce tutto di quel club".

I TALENTI BRASILIANI - Parole di elogio per il difensore e parole d'elogio anche per i giovani connazionali che si stanno facendo strada anche in Serie A: "Felipe Anderson mi piace perché ha tecnica, velocità e potenza. È completo, non gli manca niente. Neymar non è il mio erede, ma è mio amico. Gabigol ha un fiuto del gol eccezionale, è giovane, farà la storia del club nerazzurro – dice - . Con Gerson ho giocato nel Fluminense, con il sinistro fa quel che vuole. Ma ai giovani brasiliani bisogna dare il tempo di ambientarsi, non è facile cambiare tutto". E continua: "ll Brasile sforna giovani talenti ogni anno. Come l'Argentina, certo, ma non in misura inferiore. E alcuni sono pronti per la serie A".

LOTTA SCUDETTO - Infine un parere sulla superiorità della Juventus e la lotta Scudetto: "Le concorrenti sono valide e a me divertono le sorprese: non è detto che i bianconeri vinceranno di nuovo".

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