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Conte: Batteremo la paura e il male

Il ct alla vigilia di Italia-Romania, domani a Bologna: "Il mio futuro? Ora mi sento davvero ct. Ma a decidere sarà l'Europeo"

16 Nov 2015 - 19:22

Italia-Romania, domani sera a Bologna. Dopo Bruxelles, dopo Parigi soprattutto. "Non dobbiamo avere paura. Dovremo alzare il livello di guardia, tutti e sempre. Per sempre. Ma il male lo batteremo, non vincerà". Parole di Antonio Conte. E sul suo futuro una mezza apertura: "Ora mi sento ct, calato nella parte. Non credevo. Ma la mia permanenza passa dal risultato europeo. Ricordate Prandelli, un anno e mezzo fa".

Domani si giocano tutte le partite in Europa: con quale stato d'animo?
"Penso che abbiamo vissuto con grande sgomento quello che è accaduto. Siamo rimasti allibiti. Sono fatti di terrore e terrorismo che fanno riflettere. Possono instaurare timore e paura. Ma bisogna combattere, andare avanti,m senza farci intimidire sennò la daremmo vinta al male".
Stavolta la situazione sembra peggiore.
"La soglia di attenzione deve salire, inutile nasconderlo. Se vogliono colpire diventano pericolosi. E poi il tempo, il tempo non deve far dimenticare, perché il tempo, si sa, ammorbidire un po' tutto. Quello che ora non deve accadere, che il tempo non faccia allentare tensioni e paure".
In Belgio la squadra è andata bene e male, errori in difesa. Cosa può cambiare?
"Io spero che la gara di domani sia una evoluzione di quello che è accaduto in Belgio, dove abbiamo pagato due errori e abbiamo perso per episodi favorevoli a loro e sfavorevoli a noi. Potevamo vincere, abbiamo perso. Io in Belgio ho visto la giusta Nazionale, e questa è la strada da percorrere".
Torniamo ai fatti di Parigi. Paura?
"Quello che è accaduto è preoccupante, ma la paura no. Non deve sopraffarci, perché sennò si smette di vivere. E noi non possiamo farlo, non dobbiamo farlo. Dovremo affrontare la vita in modo ancora più forte, sapendo che è accaduto e potrebbe accadere".
Domani si può vedere il 3-5-2? Chiellini è pronto per fare il terzino?
"Noi stiamo percorrendo una strada per cercare di esaltare le nostre caratteristiche, vogliamo giocare un calcio propositivo e no di attesa, giocare la partita, dare emozioni. Questa è la strada. Se poi nel corso di una gara cambiamo modulo o sistema, ben venga. Questo però è meno facile, è difficile farlo in un club, in una Nazionale ancora di più. Ma ho giocatori molto aperti e disponibili: è un grande vantaggio".
Il futuro di Conte, si parla anche di questo.
"Per quel che riguarda il mio futuro l'ho già detto. Penso di essermi calato molto bene nella parte di ct, sotto tutti i punti di vista. E sono molto contento del lavoro che faccio. Non me l'aspettavo di poter fare questo lavoro in così poco tempo con questi ragazzi. E la cosa mi gratifica. Detto questo ci sarà tempo per parlare del futuro con la Federazione. Tanto dipenderà dal risultato, da come le cose andranno. Ho bene in mente quel che è successo un anno e mezzo fa: Prandelli firma il contratto e poi deve dare le dimissioni perché il Mondiale non va bene. Siamo figli del risultato, il lavoro paga, il risultato decide".

Verso Italia-Romania, ultima gara del 2015 per la Nazionale di Antonio Conte. In campo a Bologna, in campo con quel troppo che rimane dopo la tragedia parigina per tutti. Si parla molto della tragedia di Parigi, di calcio, per gli azzurri si riparla di Bruxelles e dell'1-3 forse immeritato e comunque agli archivi. La Romania è un'altra cosa, ma soprattutto la Nazionale deve essere un'altra cosa. Da qui agli Europei ci sono sette mesi, ma solo tre partite, compresa quella coi romeni. Le parole di Conte.

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