Aisha e le arabe che vogliono vedere Cristiano Ronaldo

Chi vuole boicottare Gedda penalizza il percorso di emancipazione che passa anche da Juventus-Milan. E quei soldi per le armi...

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"Ciao sono Aisha, ho 25 anni, abito a Jeddah e sono pazza di Cristiano Ronaldo. Ho comprato due settimane fa sul sito www.sharek.sa i biglietti per la finale di Supercoppa Italiana Juventus-Milan. Ho pagato 50 rial (circa 12 euro) per uno Standard Family Ticket nel settore misto per uomini e donne. Sto contando i giorni che mancano all'evento.

Tornerò allo stadio dopo un anno: il 13 gennaio 2018 non sono mancata alla prima storica volta in cui è stato concesso a noi donne arabe di entrare in uno stadio per la partita del nostro campionato tra Al Ahli e Al Batin. Eravamo in 300: io, tifosa dell'Al Ahli, sono andata con mio padre e con mio fratello. Fu un'emozione unica per me, abituata a sostenere la mia squadra solo dal divano di casa. Niente a che vedere con lo spettacolo al quale potrò assistere il prossimo 16 gennaio. Avrò l'occasione di vedere da vivo LUI, il calciatore del quale ho il poster nella mia camera, il grande CR7.

Rispetto a un anno fa, andrò allo stadio in auto. Sì, perché da giugno è stato consentito anche a noi donne di ottenere la patente. Possiamo guidare anche taxi e autobus, impensabile fino a pochi anni fa. Non sono riuscita a vedere dal vivo il Gran Premio di Formula E di Riad perché è a 1000 km da me. Però la mia amica Leila c'è stata e mi ha raccontato quanto si è divertita il giorno prima al concerto dei Black Eyed Peas. Ora anche i grandi gruppi occidentali possono suonare da noi!

Spero che tutto quello che è successo in questi ultimi mesi sia solo l'inizio di un cambiamento culturale nel nostro Paese. E magari un giorno di poter avere diritto di voto, come succede per le italiane dal 1946.

Un'ultima cosa, mio fratello Karim ha letto su internet che molti, da voi, vogliono che Juventus e Milan non vengano in Arabia Saudita perché noi donne siamo discriminate. Spero che non succeda. Per noi questi sono i primi piccoli passi verso l'emancipazione. Non fermateci".

La nostra Aisha è un personaggio inventato. Ma nella realtà, a Gedda, esistono tante Aisha. Donne che in poco tempo hanno gioito per piccole conquiste che graffiano un muro di apartheid che pone l'Arabia al 141esimo posto nel mondo (su 144 nazioni) rispetto alla parità di sessi.

Solo la contaminazione col mondo occidentale potrà trasformare quei passetti in passi da gigante. Non certo gli embarghi peraltro inesistenti nei rapporti commerciali tra le due nazioni che si scambiano, tra import ed export, la bellezza di 7 miliardi l'anno.

Nel 2017 sono state autorizzate dall'Italia esportazioni di armamenti all'Arabia Saudita per 52 milioni di euro. Nel 2016 erano addirittura più di 400 i milioni.

Saremo sognatori, ma continuiamo a preferire le partite di calcio alle bombe.

 

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