L'INTERVISTA

Calcio e Covid, il professor Bruno: "Italia come la Spagna, torniamo allo stadio solo col vaccino"

Il direttore della Clinica di Malattie Infettive Policlinico San Matteo di Pavia: "Non demonizzare gli stadi ma evitare assembramenti"

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Prof. Bruno, prime 3 giornate di campionato a porte chiuse dice il Governo. Ma la Juventus non si rassegna.  Dopo una prima bocciatura del piano per l’ingresso di 8mila tifosi all’Allianz Stadium, il club bianconero ne ha presentato un altro alla Regione Piemonte per 1000 ingressi. Che fare?
La linea suggerita da Comitato Tecnico Scientifico, che ha ispirato la decisione del governo, è scelta di buon senso. Premetto che sono anche un tifoso, un tifoso da stadio e mi guardo bene dal demonizzare lo stadio. Ma è importante, in questa fase di ripresa, evitare ogni occasione di assembramento. L'esperienza ci ha dimostrato che questo è fondamentale per bloccare la circolazione del virus.

Intanto i club spingono e lamentano forti perdite economiche, da 2 a 4 milioni di euro per ogni match a porte chiuse...
È difficile conciliare l’economia e le esigenze di ripresa economica con il quadro dell’epidemia e del suo possibile sviluppo. Un test importante, nei numeri e nello sviluppo dei casi di Covid, sarà la riapertura della scuola. Da lì si capirà molto.

La strada più corretta forse sarebbe quindi quella indicata dal presidente della Liga Tebas ieri, cioè si torna allo stadio solo quando ci sarà il vaccino ?
Questo sarebbe l’ideale. Confortante che lo abbia dichiarato un presidente di una lega importante e dal forte valore economico come quella spagnola. Tutto quello che starà oltre questa posizione molto conservativa, sarà un compromesso non esente da rischi.

L’Uefa sembra andare in controtendenza: confermato che  la Supercoppa Europea sarà a porte aperte, a Budapest, il 24 settembre. È partita la vendita dei biglietti, lo stadio sarà pieno per il 30% della capienza, 6mila posti da dividersi tra spagnoli e tedeschi, dovranno esibire un certificato di negatività al test anti-Covid.
In questo momento qualsiasi assembramento deve essere evitato, lo dico da medico. Le persone non solo si aggregano ma portano il virus ovunque, magari inconsapevoli. Sappiamo che in media trascorrono 5-6 giorni prima che una persona che ha contratto il virus manifesti sintomi ma il periodo di incubazione può durare fino a 14 giorni. Nel caso di Budapest e della Supercoppa, l’Uefa e l’Ungheria si prendono grosse responsabilità, aggiungo che i dati epidemiologici che riguardano l’est Europa non sono incoraggianti.

Da medico, come valuta il comportamento del presidente del Napoli De Laurentiis che, in attesa dell’esito del tampone ed indisposto, ha partecipato comunque mercoledì scorso all’assemblea di Lega?
Se è vero che non sempre ha mantenuto il distanziamento sociale e che non sempre ha indossato la mascherina, poichè è poi risultato positivo al Covid, reputo il suo un comportamento non in linea con le norme vigenti e irrispettoso della salute degli altri. Non a caso, molti presidenti presenti a quella riunione ora sono in condizione di isolamento fiduciario e si sono sottoposti a tampone.

Tutti la conoscono perché lei ha salvato la vita a Mattia, il ‘paziente 1’ di Codogno che fu ricoverato nel suo reparto di Malattie Infettive all’Ospedale San Matteo di Pavia, centro tuttora  in prima linea in questa pandemia...
È stata durissima. È stato un durissimo derby tra Mattia, un paziente in pericolo di vita e tifoso del Milan ed il sottoscritto, medico infettivologo e tifoso dell’Inter. La sua storia insegna che anche uno come lui sportivo e calciatore dilettante, quello che definiremmo ‘giovane e sano’, può essere aggredito dal virus. Ed il nemico, il virus, può essere ovunque. Attenzione poi agli asintomatici: ci si difende col distanziamento sociale, lavaggio delle mani ed indossando la mascherina, coprendo naso e bocca.

Ma lei, quando si potrà, tornerà allo stadio a vedere l’Inter ?
Non vedo l’ora di tornare allo stadio. Ma bisognerà farlo in totale sicurezza, quando potremo esultare per un gol, tornare ad abbracciarci e ‘darci il cinque’, una delle cose più belle per tutti noi tifosi.

Cosa pensa della scelta di Antonio Conte riconfermato allenatore dell’Inter ?
Con o senza Conte, l’Inter rimane e questa è l’unica cosa che vale. Certo, sono un tifoso deluso dalla sconfitta nella finale di Europa League. Parliamoci chiaro, “andarci vicino” conta solo a bocce. Non mi è piaciuto l’approccio alla partita. Non ho visto quella ‘garra’ che, forse, avrebbe potuto tenerci in partita di più e meglio.

Per quante notti ha sognato Messi all’Inter ?
Non ci ho creduto un secondo, sono sincero. E poi, da tifoso, non ho ancora capito questa proprietà: da un lato ci viene detto che si tratta di proprietà ricchissima, dall’altro poi il direttore sportivo dice che la priorità è sfoltire la rosa per incassare. Personalmente rimpiango e rimpiangerò per sempre il presidente Massimo Moratti: unico quello che lui e la sua famiglia hanno dato ai colori nerazzurri.

Da irriducibile tifoso interista, come  lei si definisce, qual è il suo sogno ricorrente?
Il Triplete, senza dubbio. Non c’è niente che regga il paragone. Il Triplete è per ogni tifoso dell’Inter il sogno ricorrente, ad occhi aperti. Ed anche ad occhi chiusi.

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