Buoni e Cattivi - Capatosta Gattuso e Romagnoli "Cesarini"

La rubrica del nostro Matteo Dotto sul posticipo dell'undicesima di Serie A

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PREMIO CAPATOSTA - Rino Gattuso ha la testa dura, da buon calabrese. Non molla mai e ha trasmesso in campo la sua "carogna". Dopo quella di San Siro contro il Genoa, un'altra vittoria rocambolesca e in extratime. Onore al merito, comunque: perchè senza quattro titolari (Biglia, Bonaventura, Chalanoglu e Higuain in corso di partita) ci ha creduto fino in fondo.

PREMIO CESARINI - C'era una volta, negli anni Trenta, un attaccante italoargentino della Juventus, tal Renato Cesarini, passato alla storia perchè specialista nel segnare negli ultimi minuti. Nato ad Ancona, a 9 mesi già in Argentina prima di tornare in Italia nel 1930 acquistato dai bianconeri, Cesarini rimase sei stagioni nel nostro campionato arrivando a giocare anche 11 partite in azzurro. Grazie alle sue prodezze in extremis nacque il termine "zona Cesarini" che può benissimo aggiornarsi in "zona Romagnoli": match winner anche mercoledì sera contro il Genoa, il capitano rossonero azzecca il sinistro vincente dopo doppio scambio in area con Suso. Ma soprattutto dopo aver sradicato dai piedi dello scellerato Opoku sulla trequarti il pallone della giocata vincente.

PREMIO CILECCA - Magari qualcuno urlerà "osanna" per il suo assist a Romagnoli (in realtà un reiterato passaggio laterale). A Udine questa volta Suso ha fatto cilecca e se il Milan non avesse vinto la colpa sarebbe stata quasi tutta sua. Per colpa di quel gol clamoroso che lo spagnolo si è mangiato al minuto 59, solo soletto in area smarcato da un passaggio di Castillejo, sul "suo" piede. Un sinistro alle stelle che ha fatto il paio con decine di palloni persi e dribbling insistiti e quasi sempre persi. A parte un paio di guizzi, uno davvero da applausi nel primo tempo, per il mancino spagnolo una serataccia. E l'eventuale 0-0 sarebbe stato tutto o quasi colpa sua.

PREMIO COSTANZA - Ha corso, intercettato decine di palloni e impostato senza perdere mai la calma. Bakayoko ha giocato a Udine la sua miglior partita in rossonero. Non è ancora il giocatore che nel Monaco due-tre anni fa impressionava per la sua fluidità di gioco, ma non è neppure l'ombra di se stesso che si era visto nelle scorse settimane. Un bravo, anche in questo caso, a Gattuso per aver insistito su di lui.

PREMIO DELUSIONE - Intendiamoci: come numero 10 sempre meglio De Paul del Calhanoglu versione milanista. Ma contro i rossoneri l'argentino ha francamente un po' deluso. Tanti palloni toccati, alcuni anche deliziosi. Ma ha inciso poco, sbagliando spesso la misura dell'ultimo passaggio e tirando a vanvera. Colui che aveva firmato 8 dei 10 gol bianconeri in questo campionato (frutto di 5 gol e 3 assist) si è preso insomma una domenica di riposo.

PREMIO FURIA BIANCONERA - Seko Fofana, centrocampista tuttofare e settepolmoni dell'Udinese, è stato il migliore in campo dei suoi. Ha solo 23 anni ma sembra ormai tornato quello di un anno e mezzo fa. Nel marzo 2017 una brutta frattura al perone gli aveva fatto chiudere anzitempo la sua prima stagione italiana (con 22 partite e 5 gol all'attivo). Nello scorso torneo (chiuso con 27 presenze e 3 reti) non era riuscito a confermarsi anche perchè tormentato da vari infortuni muscolari, "figli" probabilmente anche della frattura di cui sopra. Per come lo si è visto contro il Milan possiamo dargli il... bentornato.

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