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Buoni e Cattivi: a Correa il premio "Alberto Tomba"

Per Jordan Lukaku c'è il premio "Fratello d'arte"

28 Ott 2019 - 12:48

L'amore non è bello se non è... litigarello. Vecchio proverbio (e canzoncina anni Settanta) che ben si attaglia alla relazione tra il presidente Lotito e Simone Inzaghi. Tra una frecciatina e una risposta piccata, la Lazio va. I tre punti del Franchi sono pesanti e danno forma e sostanza ai sogni Champions di una squadra che sostanzialmente è la stessa da anni e che, per un motivo o per un altro, non è mai riuscita a conquistarsi un posto nell'Europa che conta.

PREMIO 10 E LODE - La capocciata della vittoria e, nel primo tempo, l'assist al bacio per il gol dello 0-1. Ciro Immobile tocca quota 10 in classifica cannonieri (con il rammarico di non aver calciato il rigore del possibile 1-3) ma si conferma una volta di più uomo squadra. Gioca a tutto campo, spesso da centravanti arretrato per fare spazio alle incursioni dei centrocampisti. E non perde il vizio del gol.

PREMIO ALBERTO TOMBA - Correa (il Correa vero, non la mezza pippa dell'Atletico Madrid che chissà perché ha inseguito a lungo il Milan in estate...) è giocatore che delizia: tocco di palla, dribbling, personalità. El Tucu ha tutto per diventare un crac del calcio mondiale. Gli manca solo un po' di cattiveria sotto porta. Insomma, con una decina di gol stagionali l'argentino entrerebbe nel ristretto novero dei campionissimi. A Firenze lo slalom con cui è andato in porta sull'assist di Immobile lo mette sulla buona strada...

PREMIO FRATELLO D'ARTE - Non lo si era ancora visto Jordan Lukaku: da quando in Italia è arrivato il fratellone Romelu (di un anno più grande), il laterale laziale non aveva collezionato neppure un minuto tra campionato ed Europa League. Inzaghi lo ha messo dentro nei minuti finali al posto di Lulic e lui ha servito il cross per il raddoppio di Immobile (peraltro dopo intervento più che sospetto su Castrovilli...) e poi ha dato a Luis Alberto la palla che ha portato al rigore di Ranieri. 

PREMIO FURIA VIOLA - Cambio poco accettato (per usare un eufemismo...) quello di Ribery nelle battute finali: al suo posto Boateng. In effetti oggi come oggi è meglio un Ribery spompato che un Boa fresco. Al di là della reazione alla sostituzione, il francese ha ancora una volta sciorinato grande calcio, soprattutto nel primo tempo. Da manuale la palla per il momentaneo pareggio firmato da Chiesa.
 

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