È di nuovo guerra sindacale fra i calciatori del Barcellona, ai quali si sono uniti quelli della squadra filiale del Barça B, e la dirigenza a proposito dei tagli salariali chiesti dal presidente Josep Bartomeu per la crisi economica innescata dalla pandemia del Covid-19. Il Barcellona lamenta una perdita del 30% delle entrate previste, a causa della mancanza del pubblico, e quindi dell'impossibilità di vendere biglietti delle partite, del calo delle vendite nei negozi ufficiali del club (alcuni dei quali hanno chiuso) provocata soprattutto dall'assenza di turisti, fatto questo che ha causato anche una notevolissima flessione degli ingressi del museo del club. In particolare il Barcellona stima perdite di 47 milioni di euro per la mancata vendita di biglietti, 35 di mancati incassi nei negozi ufficiali e 18 per il museo. Per questo è stato chiesto ai giocatori (anche quelli di altre squadre della polisportiva, come basket e calcio a cinque) di ridursi gli stipendi arrivando a tagli fino al 30%. Ma ora i calciatori, secondo quanto riferisce l'emittente RAC1, hanno inviato un burofax, sottoscritto anche dai colleghi del Barça B, in cui fanno sapere di non accettare la proposta, nonostante le difficoltà provocate dalla pandemia. Nel frattempo quattro giocatori della squadra filiale (Kike Saverio, Chumi, Sergi Puig e Guillem Jaime) hanno denunciato il club al sindacato calciatori per il mancato pagamento del premio di diecimila euro a testa per il raggiungimento dei playoff per il salto di categoria.