Italia, i sei mesi di Mancini: difesa, anima e gol col contagocce

La strada è giusta anche se la meta è lontana. I paletti? 4-3-3, Donnarumma e il doppio regista

  • A
  • A
  • A

Il 2018 dell'Italia si è chiuso con il sorriso, l'1-0 contro gli Stati Uniti per quanto arrivato al 93' ha parzialmente cancellato l'emorragia offensiva azzurra e portato a tre le partite consecutive senza subire gol (non accadeva da marzo 2017, era ancora la gestione Ventura). Questo non vuol dire che Roberto Mancini abbia già risolto i problemi della Nazionale ma, se la meta da raggiungere è ancora lontana, la strada si conferma giusta.

Dal 28 maggio, data della prima partita (2-1 all'Arabia Saudita) con il nuovo ct in panchina a ieri, il nuovo corso azzurro ha messo insieme nove partite: due sole sconfitte (di misura contro il Portogallo in Nations League, per 3-1 contro la Francia campione del mondo) ma pure troppi pareggi, quattro, a fronte delle sole tre vittorie. Otto i gol fatti, otto quelli subiti. Curiosamente, sembra un po' il parallelismo con la sua prima Inter, quella del 2004/05, quando perse solo due volte, vincendo 18 partite e pareggiandone altrettante: ma fu una stagione decisiva per costruire la squadra che poi, con rinforzi e un altro allenatore, conquistò il Triplete nel 2010.

Oggi è ovviamente un'altra storia, sia a livello di giocatori a disposizione che di ambiente (allenare in nazionale è completamente diverso rispetto ad un club), ma in questi sei mesi il Mancio ha dimostrato di aver messo qualche paletto. Il modulo è il 4-3-3 sin da maggio mentre qualche scelta - al netto delle rotazioni in amichevole - è stata presa: Donnarumma portiere titolare, sì al doppio regista Verratti-Jorginho.

Il grosso dubbio rimane quello legato al centravanti: provati Balotelli, Immobile, Berardi, Lasagna e pure Kean (un gesto anche simbolico, primo millennial a debuttare con l'Italia) ma nessuno ha convinto. Il ct ha tre opzioni: sperare che il momento nero delle punte passi, tentare nuove vie (Cutrone?) o cambiare modo di giocare in attacco.

Sistemato anche questo aspetto, e preso atto che questa squadra ha un'anima - lo dimostra il continuo tentativo di giocare palla e creare occasioni fino al triplice fischio -, il nuovo corso potrà davvero portare risultati interessanti a questa Italia.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti