NBA

Super Antetokounmpo affonda i Blazers, Atlanta ok senza Gallinari. Disastro Warriors: -53!

Con 47 punti del greco, Milwaukee batte Portland 127-109. Gli Hawks superano i Pelicans. Mannion 10 ma Golden State affonda in casa dei Raptors

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Il talento di Giannis Antetokounmpo illumina la notte Nba: il greco segna ben 47 punti contro Portland e guida i Bucks alla vittoria per 127-109. Bene anche gli Hawks, che pur senza Gallinari e Young superano 126-103 i Pelicans. Disfatta storica per gli Warriors: Mannion ne segna 10, ma arriva un pesante -53 contro i Raptors. Utah prosegue contro i Bulls (113-106) la serie positiva, vincono anche Mavs, Suns, Lakers, Celtics, Hornets e Grizzlies.

MILWAUKEE BUCKS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 127-109
Impressionante show personale di Giannis Antetokounmpo, che con una prova spettacolare schianta una Portland incapace di trovare soluzioni contro il Greek Freak. Sono 47 i punti dell’Mvp in carica, con uno spaventoso 18/18 da due. L’unico neo della sua partita è lo 0/3 dalla distanza, ma non pesa affatto su una partita che i Bucks dominano sin dal primo quarto, chiuso sul +13. Per Antetokounmpo, tra l’altro, ci sono anche 12 rimbalzi e 3 stoppate al termine di una prova da ricordare, e quelle rare volte in cui Giannis non supera la difesa dei Blazers, ci pensano comunque Jrue Holiday (22+10 assist) e Khris Middledon (20) ad aprire la scatola: diventano così inutili i 32 punti di Damian Lillard, e Portland è costretta a fare i conti con la prima sconfitta dopo una serie vincente di quattro partite. Ma contro questo Giannis, francamente, è davvero impossibile lottare a pari livello.

NEW ORLEANS PELICANS-ATLANTA HAWKS 103-126
Dopo la maratona vincente dopo due supplementari contro San Antonio, coach Nate McMillan tiene a riposo Traey Young (dolore al ginocchio sinistro) e Danilo Gallinari (fastidio al tendine d’Achille), ma gli Hawks riescono comunque ad affondare i Pelicans, privi a loro volta di Zion Williamson (problema al pollice). Atlanta trova i punti decisivi dalle mani di Bogdan Bogdanovic (26) e Kevin Huerter (24), con Lou Williams bravo ad aggiungerne 19 dalla panchina e a tenere così fede alla sua fama di giocatore rapido ad accendersi pur entrando a partita in corso. Bene anche Clint Capela, che si conferma in doppia-doppia con 14 punti e 10 rimbalzi. Dall’altra parte sei dei nove uomini schierati da Stan Van Gundy vanno in doppia cifra, ma non bastano i 21 punti di un sorprendente Kira Lewis jr per contestare agli Hawks una vittoria tutto sommato agevole, maturata soprattutto in una ripresa contraddistinta dal parziale complessivo di 71-49.

TORONTO RAPTORS-GOLDEN STATE WARRIORS 130-77
Serata storica alla Amalie Arena di Tampa, in Florida, casa stagionale dei Raptors che sfogano contro gli Warriors privi di Steph Curry tutte le frustrazioni di una stagione anonima. Alla sirena finale sono 53 i punti di scarto fra le due squadre: è la vittoria con più ampio margine in assoluto nella storia di Toronto, ed è la seconda sconfitta più pesante in regular season per Golden State, che aveva fatto peggio solo nel 1972 (-63 in un match contro i Lakers). Protagonisti principali della prestazione di Toronto sono Pascal Siakam, top scorer di serata con 36 punti, e Gary Trent jr, che oltre a segnarne 24 realizza il secondo plus-minus più alto nella storia della Lega, +54, tre punti in meno rispetto al valore più alto mai registrato (il +57 di Luc Mbah a Moute, in uno Houston-Denver, del 2017). C’è poco da dire sugli Warriors visti stanotte, ma vanno comunque segnalati i 10 punti dell’azzurro Nico Mannion, che gioca poco più di 30 minuti entrando dalla panchina e limita il plus-minus a -17, il miglior valore fra gli uomini di Steve Kerr in campo per più di 22’.

UTAH JAZZ-CHICAGO BULLS 113-106
Anche i Jazz scrivono un capitolo storico per quel che riguarda la loro franchigia: battendo Chicago, infatti, Utah conquista non solo l’ottava vittoria consecutiva, ma anche il ventunesimo successo di fila tra le mura amiche, superando il precedente record di squadra. Un successo agevole, ottenuto grazie a 26 punti di Donovan Mitchell, 19 di Jordan Clarkson e Rudy Gobert (che raccoglie anche 13 rimbalzi) e 18 di Bojan Bogdanovic, contro una squadra che prova a rimontare nel finale (l’ultimo quarto è vinto dai Bulls 33-25) grazie agli spunti di Thaddeus Young (25 punti) e Zach LaVine (23), ma che non riesce ad evitare il sesto ko di fila, ottavo nelle ultime nove uscite. Continua a faticare a trovare l’intesa con i nuovi compagni Nikola Vucevic: sono 16 i punti del montenegrino, che però sbaglia 9 delle 14 conclusioni tentate.

NEW YORK KNICKS-DALLAS MAVERICKS 86-99
Se è vero che i Knicks non siano (da tempo immemore) fra le migliori squadre della Lega, è anche vero che il Madison Square Garden, pur con tutte le limitazioni al pubblico del caso, resti un palcoscenico dal fascino inimitabile, capace di tirare fuori il meglio dalle superstar della Nba. E non è un caso che, nella vittoria di Dallas, il migliore in campo sia Luka Doncic, decisivo con 26 punti, 8 rimbalzi e altrettanti assist, pur trovando l’unica tripla della sua partita (su sette tentativi) con un estemporaneo tentativo dal logo, poco oltre il centro del campo. Accanto allo sloveno, gioca con il dente avvelenato l’ex di serata Kristaps Porzingis, che aggiunge alla causa dei Mavs 18 punti, mentre dalla panchina Jalen Brunson firma 15 punti e Tim Hardaway jr ne trova 14. Il tutto con Jamahl Mosley a sostituire, nel ruolo di capo allenatore, Rick Carlisle, la cui assenza è un caso: il tecnico di Dallas è risultato positivo al coronavirus dopo l’ultimo tampone, pur essendosi vaccinato a gennaio. In isolamento, ha dichiarato ai media americani di sperare sia un semplice falso positivo. Tornando al match, poco da dire su New York: solo tre i giocatori in doppia cifra, guidati dai 20 di Alec Burks.

PHOENIX SUNS-OKLAHOMA CITY THUNDER 140-103
Vittoria agevole a dir poco per i Suns, che continuano spediti la loro corsa verso i playoff (sarebbe la prima partecipazione in undici anni) ottenendo in casa contro i Thunder la quinta vittoria consecutiva. Già il primo quarto, terminato con un clamoroso 43-13, fa capire il tono della serata: al termine sono sei i giocatori di Phoenix in doppia cifra, guidati dai 32 di Devin Booker e da un Chris Paul sempre efficace, autore di 17 punti e 12 assist. I Thunder, dal canto loro, riescono a non affondare ulteriormente e restano intorno ai 30 punti di svantaggio per tutti gli ultimi tre periodi di gioco, con Theo Maledon sugli scudi grazie a 33 punti, con i quali va a prendersi il platonico premio di miglior marcatore della serata. Ma è solo una piccola soddisfazione in una partita da dimenticare per il resto degli uomini allenati da Mark Daigneault.

SACRAMENTO KINGS-LOS ANGELES LAKERS 94-115
Dopo il duro ko contro i Milwaukee Bucks, i Lakers provano a rialzarsi e a non perdere il treno delle prime ad Ovest, battendo alla fine di una partita controllata dall’inizio alla fine, pur senza strafare, i Kings, che a loro volta aprono l’ennesima serie negativa di una stagione vissuta sulle montagne russe. Sempre senza LeBron James (la cui assenza potrebbe durare ancora 5-6 settimane, secondo quanto riportato dal club), è Kyle Kuzma a guidare i suoi, con una brillante prestazione da 30 punti complessivi e 11/18 dal campo. Bene anche Dennis Schröder, che ne segna 17, e Kentavious Caldwell-Pope, che realizza una doppia-doppia da 13 punti e 10 rimbalzi. A Sacramento, invece, non bastano i 26 di Harrison Barnes, anche perché il primo terminale offensivo, De’Aaron Fox, si ferma a quota 12 con un modesto 5/20 al tiro. I grigioviola perdono così l’occasione di agganciare Golden State al decimo posto nella conference, l’ultimo utile per il play-in tournament.

BOSTON CELTICS-HOUSTON ROCKETS 118-102
Boston chiude la serie di due sconfitte di fila battendo i derelitti Rockets, in una partita dall’andamento a senso unico in cui, oltre al solito Jayson Tatum autore di 26 punti, si vede finalmente un buon Evan Fournier, che mette a segno 23 punti dalla panchina, con un impressionante 7/11 dalla distanza. Molto bene anche il centro Robert Williams, che fa 9/9 dal campo per 20 punti complessivi, ok anche Jaylen Brown, che però, dopo aver messo a referto 22 punti e 11 rimbalzi, deve lasciare il campo nel corso del quarto periodo, per un problema alla caviglia. Le sue condizioni saranno valutate nelle prossime ore. Houston, dall’altra parte, è davvero poca cosa: Christian Wood è il migliore dei suoi, con 19 punti e 10 rimbalzi, ma non è sufficiente per evitare il terzo ko di fila, il numero 35 in 48 partite finora disputate.

INDIANA PACERS-CHARLOTTE HORNETS 97-114
Successo senza troppi patemi d’animo anche per gli Hornets, che fanno la voce grossa in casa dei Pacers e si confermano nella zona playoff della Eastern Conference, con una partita e mezzo sul settimo posto che costringe a passare per il nuovo mini-torneo ideato dalla Nba per invitare le squadre meno competitive a lottare per la postseason, piuttosto che per la lottery. Partita da ricordare, in particolare, per Miles Bridges: partito come riserva, segna 15 punti nel primo tempo, e chiuderà a quota 23 aggiungendo 10 rimbalzi, risultando il miglior marcatore di serata. Tra gli uomini allenati da James Borrego, poi, ce ne sono altri sei in doppia cifra, tra i quali si distingue un altro giocatore partito dalla panchina, Cody Zeller, autore di 17 punti. Indiana, invece, non è mai in partita: non bastano 16 punti di Caris LeVert, anche perché Domantas Sabonis si ferma a 8, con 4/7 dal campo.

MEMPHIS GRIZZLIES-MINNESOTA TIMBERWOLVES 120-108
Esaurite le sfide con i Jazz (affrontati tre volte nelle ultime quattro uscite, chiudendo sempre con una sconfitta), i Grizzlies riaccendono le proprie ambizioni playoff con una vittoria importante contro un avversario debole ma capace, ogni tanto, di mettere fastidiosi sgambetti (chiedere ai Knicks, sconfitti quarantott’ore prima, per ulteriori informazioni). Anthony Edwards, prima scelta assoluta al Draft 2020, vince dal punto di vista delle cifre individuali la sfida contro il Rookie of the year in carica Ja Morant (22 punti contro gli undici della guardia di Memphis), ma i Grizzlies trovano altri sette uomini in doppia cifra e, guidati da 19 punti e 11 rimbalzi di Jonas Valanciunas, hanno la meglio piuttosto agevolmente contro una squadra che, oltre a Edwards e Karl-Anthony Towns (30 punti e 16 rimbalzi per quest’ultimo), non ha altro da offrire. Memphis conserva così il nono posto ad Ovest, con 23 vinte e altrettante perse in stagione.

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