Nba: torna Belinelli e San Antonio passeggia, Golden State travolge i Clippers senza Gallinari

Gli Spurs schiantano Cleveland 112-90, LA crolla contro gli Warriors (131-104), che vincono la Western Conference

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Nba: torna Belinelli e San Antonio passeggia, Golden State travolge i Clippers senza Gallinari - foto 1

Ben 28 squadre in campo in una delle ultime notti di regular season Nba. Tutto facile per i San Antonio Spurs, che ritrovano Marco Belinelli (0 punti) e superano Cleveland 112-90. Crollano, invece, i Clippers contro Golden State: senza Gallinari, LA si arrende 131-104 agli Warriors, che vincono la Western Conference. A Est, Miami cade a Toronto ed è quasi fuori dai playoff, mentre Charlotte supera Detroit e continua a sperare nell'impresa.

GOLDEN STATE WARRIORS-LOS ANGELES CLIPPERS 131-104
I Golden State Warriors tornano sul tetto della Western Conference anche in regular season, dopo che l'anno scorso erano stati i Rockets a chiudere la stagione con il miglior record. Grazie al comodo successo contro i Los Angeles Clippers, privi di Danilo Gallinari, i campioni Nba in carica trovano il successo numero 56 in stagione, che permette di portare a 3 partite il vantaggio nei confronti dei Denver Nuggets, secondi. Alla Oracle Arena, dopo un primo tempo equilibrato, gli Warriors scappano nel terzo quarto, piazzando un break da 42-18, che spacca in due la partita. Tutto il quintetto di coach Steve Kerr chiude in doppia cifra, guidato dai 27 punti di Steph Curry a cui, evidentemente, fanno bene le lenti a contatto. A questi, si aggiungono i 18 di Kevin Durant, i 24 della coppia Thompson-Cousins e i 10 (con 10 rimbalzi) di Draymond Green. Per LA, il migliore è Landry Shamet (17 punti), mentre sono 13 quelli di Lou Williams in uscita dalla panchina. Una sconfitta prevedibile, ma che relega i Clippers all'ottavo posto in classifica: la serie con gli Warriors al primo turno sembra (quasi) inevitabile.

CLEVELAND CAVALIERS-SAN ANTONIO SPURS 90-112
Un tempo c'era la corsa all'oro, epoca di migrazioni soprattutto verso la California. In Nba vige l'opposto. C'è da capirlo: l'ottava a Ovest sfida Golden State al primo turno dei playoff. È per avere un incrocio più “morbido” (se così possono definirsi Denver e Houston) che San Antonio, Oklahoma CIty e Los Angeles Clippers vogliono vincere le ultime gare della regular season. Turno facile per gli Spurs (47-34), che nel secondo quarto doma Cleveland andando sul +16 già all'intervallo (62-46). Tra i texani in doppia cifra Aldridge (18), Forbes (13), DeRozan, Bertans e Mills (14). Zero punti, invece, per Marco Belinelli. Per Cleveland i migliori sono Knight e Sexton (16), ma i Cavaliers (19-62) pagano il misero apporto della panchina. Gli Spurs sono settimi con i Clippers: decisiva l'ultima gara per sapere chi affronterà Golden State.

BOSTON CELTICS-ORLANDO MAGIC 108-116
Clinched. Festeggia così, dopo ben sette anni, il ritorno ai playoff Orlando. I Magic, grazie al successo per 116-108 contro i Boston Celtics staccano il biglietto per la post season a Est, lasciando ora solo un slot vacante. Al TD Garden, in una partita da dentro o fuori, i Magic giocano da squadra, trovando anche la forza di reagire alla rimonta dei padroni di casa, dopo che il quarto periodo si era aperto con un parziale di 11-2 in favore di Orlando. Ancora una volta, il trascinatore è il centro montenegrino Nikola Vucevic, che gioca una partita magistrale, chiudendo con una doppia doppia (la numero 60 in stagione) da 25 punti e 12 rimbalzi. Meglio di lui, però, fa Terrence Ross che, in uscita dalla panchina, ne mette 26. Boston, sopra anche di 13 nel primo tempo, si affida a Kyrie Irving (23 punti) e Al Horford (18 punti), ma non basta. A preoccupare coach Brad Stevens sono però sono soprattutto gli infortuni: al primo turno contro Indiana, Boston rischia di dover rinunciare a Tatum e Smart.

INDIANA PACERS-BROOKLYN NETS 96-108
Dopo quattro anni, Brooklyn torna ai playoff e lo fa con una convincente vittoria a Indianapolis. I Pacers (47-34), che con questa sconfitta dicono addio al fattore campo a favore nel primo turno della post-season contro Boston, rimangono sotto per quasi tutto il match. Brooklyn parte a razzo con un break iniziale di 9-0 e tiene alla debita distanza di due-tre possessi gli avversari. Il primo tempo si chiude sul 52-44 per gli ospiti, che allungano a cavallo tra il terzo e l'ultimo periodo, andando sul 95-78 a 8' dalla sirena. Troppo per i Pacers di stasera, che offrono numeri mediocri: top scorer Domantas Sabonis con 17 punti e 12 rimbalzi, seguito da Young (16) e Bogdanovic (13). Per Brooklyn (41-40) il migliore è come al solito D'Angelo Russell (20), ma è importante anche il contributo di Harris (19) e LeVert (18).

TORONTO RAPTORS-MIAMI HEAT 117-109 OT
Adesso a Miami serve un miracolo per accedere ai playoff. Gli Heat (38-42) raccolgono a Toronto contro i Raptors (57-24) la quarta sconfitta di fila, arrendendosi all'overtime. Non bastano i 21 punti di Dwyane Wade, che però sbaglia la tripla che poteva evitare il supplementare. E in Florida si mangiano le mani anche per un layup di Adebayo che per pochi decimi è arrivato dopo la sirena dell'ultimo quarto. Sarebbe stato il colpo della vittoria, e invece nell'overtime si scatena Danny Green, con sette dei suoi 21 punti. A condannare gli Heat è anche l'ottimo apporto di Leonard (22 punti), Siakam (23 con 10 rimbalzi) e Powell (23 e season-high pareggiato). Ora il futuro di Miami dipende anche dal percorso di Detroit. Spettatori interessati i Raptors, che aspettano nei playoff la settima a Est.

DETROIT PISTONS-CHARLOTTE HORNETS 91-104
Gli Hornets sbancano Detroit e tengono vive le speranze di playoff. A Est, con Brooklyn e Orlando qualificate, resta un posto libero, e alla Little Ceasars Arena Charlotte (38-42) dimostra sin dall'inizio di volerlo. Gli ospiti dominano e nel secondo quarto volano sul +23 grazie a un layup di Bridges. Kemba Walker maramaldeggia (20 punti nel primo tempo, 31 in totale) e trova in Frank Kaminski (24 punti, season-high) e Jeremy Lamb (17 dalla panchina) alleati preziosi. Detroit (39-41) paga la serata no di Blake Griffin (16 punti, sì, ma con un 5/18 dal campo). Per i padroni di casa il topscorer è Ish Smith (20). La banda di coach Casey resta ottava, con una W di vantaggio su Charlotte e Miami: il calendario (Memphis e New York) sorride, ma occorre una svegliata perché gli Hornets volano.

MILWAUKEE BUCKS-ATLANTA HAWKS 115-107
Dopo la sconfitta inattesa contro Brooklyn, i Milwaukee Bucks rialzano subito la testa e conquistano la W numero 60 in stagione regolare, come non succedeva dal lontano 1981. Al Fiserv Forum, i vincitori della Eastern Conference piegano Atlanta 115-107, complice il ritorno in campo del ‘Greek Freak', Giannis Antetokounmpo. Il greco, che aveva saltato la sfida con i Nets, gioca un'altra partita da MVP, chiudendo con 30 punti e 9 rimbalzi. A questi, si aggiungono anche i 21 di Khris Middleton (protagonista nel finale) e i 10 di Sterling Brown, partito in quintetto. Per Atlanta, invece, senza John Collins e Trae Young, a caricarsi sulle spalle tutto il peso dell'attacco è Alex Len. Il gigante ucraino chiude con 33 punti (massimo in carriera), 8 rimbalzi, 4 assist e sei triple segnate, ma non basta. Grazie a questa vittoria, Milwaukee ha la matematica certezza di essere l'unica squadra della Nba a poter chiudere con almeno 60 vittorie in stagione regolare.

HOUSTON ROCKETS-PHOENIX SUNS 149-113
Dominio. E come si potrebbe chiamare sennò la vittoria di Houston, che rifila 149 punti ai derelitti Suns (19-52) di quest'anno. La gara è senza storia sin dall'avvio: Houston vince il primo quarto per 34-24 e scappa letteralmente nel secondo, andando all'intervallo sul 77-47. Un +30 insindacabile. Houston pareggia il record stagionale di 77 punti dopo i primi 24'. I Rockets (53-28) poi vanno a caccia di un altro primato, trovandolo: 27 triple e record di franchigia battuto. L'ultima arriva a 65" dalla fine con Austin Rivers. James Harden, autore dei “soliti” 30 punti, salta per la seconda volta di fila l'ultimo quarto: coach Bzdelik (D'Antoni ha problemi di stomaco) vuole far riposare lui e gli altri titolari. I playoff sono vicini e il Barba e compagni devono arrivarci più freschi che mai.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-DENVER NUGGETS 115-108
Se i Golden State Warriors fanno festa per la vittoria nella Western Conference, Denver rischia di vedere complicarsi i propri piani. La sconfitta contro i Portland Trail Blazers, infatti, permette a Houston di avvicinarsi ai Nuggets e di continuare a sperare in un sorpasso al fotofinish. Al Moda Center, finsice 115-108 per i padroni di casa, che si garantiscono così il vantaggio del fattore campo al primo turno che, quasi sicuramente, li vedrà contrapposti agli Utah Jazz. Il mattatore della sfida è, ancora una volta, Damian Lillard, che gioca una partita eccellente, chiudendo con 30 punti. A questi, si aggiunge anche la doppia doppia da 23 punti e 11 rimbalzi di Al-Farouq Aminu, mentre segnali incoraggianti arrivano dal rientrante CJ McCollum. Per Denver, che tiene a riposo Jokic, Murray e Millsap, non bastano ben sette uomini in doppia cifra, guidati dai 17 punti di Gary Harris. Ai Nuggets ora basta un passo falso nelle ultime due partite di regular season per rischiare di perdere il secondo posto e il vantaggio del fattore campo in una eventuale semifinale playoff.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-OKLAHOMA CITY THUNDER 126-132
San Antonio chiama, Oklahoma risponde. È l'ennesima tripla doppia di Russell Westbrook (27 punti, 10 rimbalzi, 15 assist) a trascinare Okc (47-33) al successo che la lancia al sesto posto solitario a Ovest. Ma sono importanti anche i 27 di Chris Paul e i 21 di Dennis Schroder. A Minneapolis gli ospiti cominciano forte e dopo pochi minuti doppiano i T'Wolves con il punteggio di 24-12. Il vantaggio di Okc poi cala nel secondo quarto, anche perché Towns è in una serata da 35 punti, Wiggins e Saric ne aggiungono 24 e 23. Il croato realizza quattro triple di fila, dunque stupisce fino a un certo punto l'allungo di Minnesota (36-44) fino al +10 grazie ai liberi di Jones nel terzo parziale. Okc resta in partita e nell'ultimo quarto mette il turbo, trascinata da 14 punti di Schroder.

SACRAMENTO KINGS-NEW ORLEANS PELICANS 129-133
Spesso capita in Nba che, quando non ci sia nulla in palio, anche le partite di regular season possano riservare un grande spettacolo. È quanto accaduto tra Sacramento Kings e New Orleans Pelicans, protagoniste di una sfida divertente ed equilibrata. Ad imporsi sono i Pellicani, che espugnano il Golden 1 Center 133-129. Gli attacchi prevalgono nettamente sulle difese: Sacramento tira con il 45% dal campo e il 40% da tre, mentre New Orleans supera addirittura il 50% di squadra. Per gli ospiti, sono sei gli uomini in doppia cifra, guidati dai 31 punti di Ian Clark. A questi, si aggiungono anche i 26 (con 14 assist) di Elfrid Payton e i 21 (con 14 rimbalzi) di Jahlil Okafor. Dall'altra parte, invece, sono sei gli uomini in doppia cifra per i Kings, che si affidano ai 29 di Harrison Barnes e alla doppia doppia dai De'Aaron (24 punti e 11 assist). Da sottolineare l'ennesima prova positiva di Marvin Bagley III, che chiude con 19 punti e 14 rimbalzi, in uscita dalla panchina.

LOS ANGELES LAKERS-UTAH JAZZ 113-109
I Los Angeles Lakers hanno tanto di cui farsi perdonare dai propri tifosi. La stagione dei gialloviola, infatti, volge al termine carica di delusione: i playoff, obiettivo minimo a inizio anno, sono lontanissimi e il record, ampiamente sotto al 50% di vittorie, è davvero desolante. Per provare a congedarsi amichevolmente con lo Staples, però, i Lakers superano 113-109 gli Utah Jazz, conquistando il secondo successo consecutivo. La squadra di Luke Walton, ancora orfana di LeBron James, la cui stagione è finita da un pezzo, si affida a un ispiratissimo Kentavious Caldwell-Pope, che chiude con una prova da 32 punti, 6 rimbalzi e 6 assist. A questi, si aggiungono la doppia doppia del sempre più protagonista Alex Caruso (18+11) e i 22 punti di JaVale McGee. Ai Jazz, che al primo turno di playoff dovranno vedersela con i Blazers, invece, non bastano sei uomini in doppia cifra, guidati dai 21 punti del gigante francese Rudy Gobert, che aggiunge anche 10 rimbalzi al proprio bottino.

MEMPHIS GRIZZLIES-DALLAS MAVERICKS 127-129 OT
In una stagione che per Dallas ha assunto le sembianze del “Dirk Nowitzki farewell tour”, il tedesco aggiunge un altro tassello di storia in una carriera da leggenda, toccando contro Memphis quota 10.000 rimbalzi difensivi in Nba. È il quinto di sempre a riuscirci. Prima di lui, solo Kevin Garnett, Karl Malone, Tim Duncan e Robert Parish. Per quanto riguarda il match, Memphis è avanti 56-52 all'intervallo e si porta sul +14 a 3' dalla fine del terzo quarto. Senza Doncic, i Mavs ricuciono con l'aiuto della panchina (quattro in doppia cifra, tra cui Burke, che ne mette 24) e con i nove punti di Mejri nell'ultimo quarto: due di questi portano all'overtime, che si apre con sette punti del tunisino. Decisivi per battere Memphis, a cui non basta il trentello di Holiday (di cui 10 nell'overtime).

NEW YORK KNICKS-WASHINGTON WIZARDS 113-110
Quella di New York è stata l'ennesima stagione da dimenticare. I Knicks chiudono l'annata con il peggior record di tutta la Nba e con il totale di sconfitte che, per ora, ammonta a 64. Nella penultima occasione di redimersi davanti al proprio pubblico, però, i Knicks conquistano una sofferta vittoria contro Washington, imponendosi 113-110. Decisivo l'ultimo quarto, in cui i padroni di casa approfittano del crollo dei capitolini per piazzare un parziale da 34-21, che serve per completare una insperata rimonta. Il protagonista assoluto è Mario Hezonja, che gioca una partita maiuscola, chiudendo con 30 punti, 6 rimbalzi e 5 assist. A questi, si aggiungono i 17 di Luke Kornet e la doppia doppia da 11 punti e 11 rimbalzi di Mitchell Robinson. A Washington, invece, non bastano i sette uomini in doppia cifra, guidati dai 19 del veterano Jeff Green, in uscita dalla panchina, e dalla doppia doppia da 11 punti e 10 rimbalzi di Bobby Portis.

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