BASKET

Nba: Sexton rovina la prima dei ‘Big 3’ di Brooklyn, successi per 76ers e Mavericks

Cleveland batte i Nets nonostante la presenza sul parquet di Irving, Durant e Harden. Embiid giganteggia contro i Celtics, Dallas vola con Doncic. Orlando vince sulla sirena

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Nella notte Nba, la prima dei ‘Big 3’ assieme non basta ai Nets: Sexton segna 42 punti e guida Cleveland alla vittoria, dopo due overtime, per 147-135. Ne fa 42 anche Joel Embiid, nel 117-109 dei Sixers sui Celtics, mentre Luka Doncic guida i Mavs al successo per 124-112 sui Pacers. Cole Anthony regala la vittoria sulla sirena ai Magic contro i T-Wolves, Atlanta batte al supplementare Detroit. Successi anche per Clippers, Heat, Suns e Warriors.

CLEVELAND CAVALIERS-BROOKLYN NETS 147-135 (2 ot)
Kyrie Irving torna dopo la lunga e controversa assenza ma la prima con il nuovo ‘Big 3’ al completo dei Nets viene rovinata da un immenso Collin Sexton. Pazzesca la prova dell’ottava scelta assoluta del Draft 2018, che firma una prestazione da 42 punti complessivi (compreso il canestro che manda le due squadre al primo supplementare) e ben 20 punti consecutivi nei due overtime che frustrano le ambizioni di Brooklyn. Agli ospiti non bastano 38 punti di Kevin Durant e 37 di Kyrie Irving (tra l’altro ex di serata), né la prova a tutto campo di James Harden, che mette a referto una tripla-doppia da 21 punti, 12 assist e 10 rimbalzi. La vittoria permette ai Cavs di risalire tra le prime otto della Eastern conference (7 vinte e altrettante perse il record), mentre i Nets sono al loro primo ko dopo quattro vittorie consecutive.

PHILADELPHIA 76ERS-BOSTON CELTICS 117-109
Grazie ad un mastodontico Joel Embiid, i Sixers sono la prima squadra ad Est ad arrivare a dieci vittorie stagionali. Rientrato dopo qualche fastidio di troppo al ginocchio, il camerunense schianta i Celtics con una prova da 42 punti e 10 rimbalzi, con percentuali altissime da due punti (11/14). Accanto a lui brilla Tobias Harris, che mette a segno 22 punti, mentre Shake Milton aggiunge la solita energia dalla panchina firmandone 16. Boston resta a contatto per tre quarti grazie alle prestazioni di Jaylen Brown (26 punti), Marcus Smart (25) e Daniel Theis (23 dalla panchina) ma l’assenza di Jayson Tatum, comunque vicino al rientro dopo la positività al Covid, si fa sentire soprattutto nell’ultimo periodo, che Phila vince con un parziale di 31-17 che, di fatto, decide il match.

INDIANA PACERS-DALLAS MAVERICKS 112-124
Luka Doncic e Kristaps Porzingis chiudono la crisi di Dallas dopo tre sconfitte consecutive: lo sloveno mette a tabellino la quinta tripla-doppia stagionale, la numero 30 in carriera, segnando solo 13 punti ma aggiungendo 12 rimbalzi e altrettanti assist, mentre il gigante lettone ne firma 27 con un impressionante 11/12 da due punti. Belle prove anche per Tim Hardaway jr, che segna 19 punti, e Trey Burke, 22 dalla panchina: entrambi mettono a segno anche un paio di canestri decisivi per l’allungo nell’ultimo periodo, che Dallas vince 31-20. Ai Pacers non bastano 26 punti di Malcolm Brogdon e 25 con 10 rimbalzi di Domantas Sabonis: alla squadra di coach Nate Bjorkgren manca un altro terminale offensivo, e considerata l’assenza del nuovo arrivato Caris LeVert (fermato da guai fisici ancor prima di scendere sul parquet, dopo il suo arrivo da Brooklyn) la luce in fondo al tunnel sembra lontana, soprattutto nelle sfide contro le big.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-ORLANDO MAGIC 96-97
Da match di secondo piano, che mette di fronte due squadre con record negativo, la sfida del Target Center di Minnespolis diventa improvvisamente una delle partite della serata, grazie a un finale palpitante e all’incredibile buzzer beater di Cole Anthony, che raccoglie il rimbalzo dopo l’errore dalla lunetta di Jarred Vanderbilt, avvia l’azione di contropiede e un battito di ciglia prima della sirena finale si inventa la tripla che vale il sorpasso e la vittoria. 13 i punti del prodotto di North Carolina, con 3/3 dalla distanza compreso il canestro vincente. Accanto a lui ottime prestazioni anche per Nikola Vucevic, che segna 28 punti, ed Evan Fournier, che ne aggiunge 24. Ai T-Wolves, che restano mestamente ultimi ad Ovest, non bastano i 19 punti del solito D’Angelo Russell, profeta nel deserto.

LOS ANGELES CLIPPERS-SACRAMENTO KINGS 115-96
Vittoria senza particolari difficoltà per i Clippers, in uno dei tanti derby californiani della stagione: alla squadra di Tyronn Lue basta accelerare nei momenti giusti per conquistare la vittoria, che arriva grazie soprattutto ai 32 punti di Kawhi Leonard, che al suo score aggiunge 5 assist e ben 6 palle rubate, e ai 19 di Paul George, che sigla il massimo in carriera alla voce assist, con 12 passaggi decisivi. Troppo per dei Kings che crollano nei quarti centrali (71-46 il parziale considerando secondo e terzo periodo) e raccolgono la quarta sconfitta consecutiva nonostante 25 punti di un De’Aaron Fox sempre ultimo ad arrendersi. Ma per sognare in grande, evidentemente, non basta.

HOUSTON ROCKETS-PHOENIX SUNS 103-109
Ormai le gerarchie della Nba sono cambiate. Il nome dei Rockets continua a scendere nelle ‘power rankings’ che valutano la forma complessiva delle trenta squadre, mentre sono sempre più alte le azioni dei Suns, che espugnano il Toyota Center grazie ai suoi giovani talenti sempre più decisivi. Il migliore è Deandre Ayton, ormai definitivamente maturato dopo le prime deludenti stagioni: 26 punti e 17 rimbalzi per la prima scelta assoluta del Draft 2018. Vicino a lui brilla la stella di Devin Booker, 24 punti con 10/18 al tiro e poche forzature. Al veterano Chris Paul, quindi, non serve esagerare: 13 i punti dell’ex di serata. Houston, dall’altra parte, si affida alle giocate di Eric Gordon e Victor Oladipo, che mettono a segno 22 punti, e alla consistenza di Christian Wood, che ne aggiunge 20. Ma dietro di loro c’è il vuoto.

ATLANTA HAWKS-DETROIT PISTONS 123-115 (ot)
Rischiano grosso gli Hawks (sempre senza Danilo Gallinari, la cui data di rientro dopo l’infortunio al piede non è ancora stata ufficializzata), ma alla fine arriva una bella vittoria, al supplementare, contro una Detroit che non meriterebbe il peggior record della Lega, se non fosse per le amnesie sistematiche nei finali punto a punto. Due i protagonisti principali del successo della squadra della Georgia: nel backcourt c’è un Trae Young da 38 punti e 10 assist, mentre sotto le plance domina Clint Capela con 27 punti e ben 26 rimbalzi, segnando anche il canestro che porta le due squadre all’overtime. Doppia doppia da ricordare anche per John Collins, che firma 31 punti e 11 rimbalzi, oltre alla stoppata su Jerami Grant sulla sirena dei regolamentari che evita la disfatta interna. Grant è, inutilmente, il migliore in casa Pistons, con 32 punti. Blake Griffin ne aggiunge 17 ma per competere a un livello migliore serve ben altro.

TORONTO RAPTORS-MIAMI HEAT 102-111
Va agli Heat la prima di due sfide contro Toronto, una sorta di ‘derby della Florida’ visto che i canadesi, causa pandemia, sono costretti a giocare le loro partita a Tampa, a circa 4 ore di macchina da Miami. Ancora senza Jimmy Butler (protocollo anti-Covid) e l’infortunato Tyler Herro, coach Erik Spoelstra dà fondo alle sue risorse e trova in Kendrick Nunn l’uomo partita: 28 i punti della guardia da Oakland University, che aveva iniziato il match dalla panchina. Molto bene anche Bam Adebayo, che mette a tabellino una doppia-doppia da 14 punti e 13 rimbalzi, aggiungendo anche 7 importanti assist. 13 per la riserva di lusso Andre Iguodala, autore di canestri importanti nell’allungo finale. Opaca, dall’altra parte, la prova dei Raptors: Fred VanVleet segna 24 punti ma sbaglia anche 11 delle 18 conclusioni tentate, O.G. Anunoby e Pascal Siakam ne aggiungono 18, sempre però con percentuali relativamente basse.

GOLDEN STATE WARRIORS-SAN ANTONIO SPURS 121-99
Magari non vinceranno il titolo, ma questi Warriors sono sicuramente materiale da playoff, diversamente da quanto visto lo scorso anno. La differenza, inevitabilmente, la fa la presenza di Stephen Curry, che nella relativamente facile vittoria contro gli Spurs mette a segno 26 punti, raccoglie 11 rimbalzi e distribuisce 7 assist. È tutto il quintetto base della squadra di Steve Kerr, in ogni caso, a brillare: meritano menzione, infatti, anche i 20 punti di James Wiseman, i 18 di Andrew Wiggins e i 16 di Kelly Oubre jr, oltre all’energico Draymond Green la cui partita, al solito, è fatta più di piccole cose che di cifre importanti (9 punti e 6 assist per il tre volte All-Star). Poco da raccontare, invece, per quel che riguarda San Antonio, con i 22 punti di un volenteroso Dejounte Murray che non riescono ad evitare la settima sconfitta stagionale.

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