Gli Spurs travolgono i Warriors a San Francisco (127-110), i Lakers prevalgono su Dallas all'overtime (110-119), Harden da 36 punti a Brooklyn ma non basta
Si rialzano i San Antonio Spurs, che dopo la prima sconfitta stagionale tornano a vincere in Nba strapazzando i Warriors a San Francisco: finisce 127-110, con Patty Mills che trova 31 punti e Marco Belinelli che partecipa alla festa con 9. Show a Dallas, dove la sfida tra stelle con i Mavericks viene vinta dai Lakers all'overtime (110-119): LeBron James e Luka Doncic entrambi in doppia cifra. A Brooklyn 36 punti per James Harden, ma vincono i Nets.
GOLDEN STATE WARRIORS-SAN ANTONIO SPURS 110-127
I San Antonio Spurs dimenticano già Los Angeles e la prima sconfitta stagionale contro i Clippers raccogliendo di nuovo un successo in terra di California, ma stavolta al Chase Center di San Francisco contro ciò che resta dei Warriors. Golden State infatti cade ancora, portando la propria serie a un mortificante 1-4 e subendo in particolare il gioco di Patty Mills, che pur partendo dalla panchina si porta a casa qualcosa come 31 punti. Marco Belinelli si ferma a quota 9, dopo una serata in cui San Antonio sfodera un'importantissima prestazione a livello di squadra: nessuno supera i 30 minuti in campo e ci sono da registrare i 22 punti per LaMarcus Aldridge e 16 per Rudy Gay. Dall'altra parte D'Angelo Russell (30 punti) e Jordan Poole (20) non bastano a tirare la carretta di una squadra sull'orlo della depressione, con buona parte del pubblico che lascia gli spalti già nel corso del terzo quarto.
DALLAS MAVERICKS-LOS ANGELES LAKERS 110-119 OT
Quando le stelle si scontrano è quasi inevitabile che il risultato sia un match da stropicciarsi gli occhi. Ed è proprio questo ciò che Mavericks e Lakers regalano al pubblico dell'American Airlines Center, dove la partita è talmente bella che l'overtime a cui si portano le due squadre sembra quasi un regalo a chi ama il basket: un prolungamento dello spettacolo. Quasi inutile, sebbene necessario, aggiungere che i due mattatori della serata siano LeBron James e Luka Doncic, in grado entrambi di confezionare una tripla doppia. Lo sloveno in particolare si inventa la prestazione della vita: per lui arrivano 31 punti, 13 rimbalzi e il record personale di 15 assist tra cui quello per Dorian Finney-Smith fondamentale per arrivare ai supplementari. Proprio a quel punto, però, LeBron ricorda a se stesso e a tutto il mondo perché a un certo punto abbiano iniziato a chiamarlo il Re mettendo la sua firma in ogni punto del 7-0 con cui i Lakers aprono l'overtime (tre punti e due assist). Alla fine la sua partita parla di 39 punti, 12 rimbalzi e 16 assist, ma ci sono anche i 31 punti di Anthony Davis. E i Lakers vincono.
BROOKLYN NETS-HOUSTON ROCKETS 123-116
E adesso qualcuno provi a dire qualcosa ai Nets, che è vero che solo ora possono dire di averne vinte due in questa stagione, ma che delle tre precedenti sconfitte solo una era avvenuta nei tempi regolamentari. Brooklyn ha voglia e soprattutto i mezzi per rialzarsi e lo scopre a sue spese un certo James Harden, che nella Grande Mela riesce a realizzare "solo" 36 punti. Quel "solo" sembra di troppo, ma non lo è spulciando le statistiche del Barba, che parlano di 31 tiri tentati. Cifre simili anche per Russell Westbrook (27 punti con 25 tiri), con i Nets che a un certo punto vedono coach Kenny Atkinson esporre un buffo cartello con Dennis Scott sbarrato e capiscono il messaggio: difendete e non fateli andare a canestro, specie dai tre punti. L'immagine è già diventata un meme, ma funziona: i padroni di casa prendono 33 punti nel solo primo quarto, poi si registrano, rimontano e vanno a vincere. Il tutto grazie anche ai 27 punti e 12 rimbalzi di Taurean Prince, i 22 con 10 assist di Kyrie Irving e soprattutto di Caris LeVert, l'uomo della rimonta del primo tempo che alla fine chiude a 25.
BOSTON CELTICS-NEW YORK KNICKS 104-102
L'altra faccia di New York sono ovviamente i poveri Knicks, sempre più ultimi nelle Eastern Conference ma che questa volta vendono carissima la pelle contro una forza che a est è sempre dominante come Boston. La partita del TD Garden è apertissima per tutta la sua durata, e NY ha anche la forza di riprenderla nel corso del terzo quarto, dopo che i Celtics avevano provato a innestare la marcia superiore. Decisivo per i verdi diventa quindi Jayson Tatum, ormai una piacevole abitudine: per lui arrivano non solo 24 punti, ma soprattutto il canestro decisivo a 1.8 dalla sirena. Top scorer è però Kemba Walker, che raggiunge quota 33 (23 dopo l'intervallo lungo). Knicks con cinque uomini in doppia cifra, a partire dal temuto ex Marcus Morris (29 punti, tra cui i tre del canestro dall'arco che a 4 secondi dalla fine aveva portato all'ennesimo pareggio). E New York perde ancora, ma stavolta ha davvero poco da potersi rimproverare.
ORLANDO MAGIC-MILWAUKEE BUCKS 91-123
Per uno come Giannis Antetokounmpo è quasi una gita in Florida la partita dell'Amway Center, e il greco lo dimostra con un'altra sontuosa doppia doppia: 29 punti e 14 rimbalzi a cui i Magic non riescono a controbattere nonostante un inizio sprint, che li aveva visti volare addirittura sul 20-7. I Bucks non sono però solamente il loro uomo copertina, come dimostrato dai 18 di Eric Bledsoe, i 16 di Khris Middleton e i 14 di Donte DiVincenzo, che finora non aveva visto il campo per più di due minuti in tutta la stagione. E Orlando? Dopo l'ottimo inizio di cui si parlava, i padroni di casa escono mentalmente dalla partita dopo aver subito il mortifero parziale di 7-32. E a nulla servono i 19 punti di Evan Fournier o i 14 di Nikola Vucevic.
CHICAGO BULLS-DETROIT PISTONS 112-106
Ma allora Chicago è ancora viva: questo devono aver pensato gli spettatori che si sono riuniti allo United Center, assistendo alla vittoria dei Bulls dopo tre ko di fila. E non solo, perché battendo i Pistons gli uomini di coach Boylen superano in classifica proprio Detroit, che pure riporta davanti al suo ex pubblico un acclamatissimo Derrick Rose. Per lui arrivano 23 punti e 7 assist, insieme ai 25 punti e 24 rimbalzi di Andre Drummond. A vincere però sono i Bulls, che partono benissimo nel primo quarto e non tolgono mai gli occhi dalla vittoria grazie al martello da 22 punti di Otto Porter e soprattutto alla guida di Zach LaVine, fondamentale nei minuti conclusivi con due triple e quattro liberi a segno che ne completano lo score da 26 punti finali. E chissà che il prossimo Mvp della gente di Chicago non possa rivelarsi proprio lui.
SACRAMENTO KINGS-UTAH JAZZ 102-101
Si sblocca Sacramento, ultima squadra dell'intera Nba a ottenere la prima vittoria stagionale. Ma che fatica anche contro i Jazz, tanto che solo a 2.9 dalla fine Harrison Barnes sfrutta un rimbalzo e trova il canestro più importante di questa delicatissima fase di campionato. Quella che, si spera, potrebbe sbloccare mentalmente i Kings. Per i californiani arriva un'altra prova importante, come dimostrato dai sei uomini in doppia cifra, guidati da De'Aaron Fox (25 punti), Buddy Hield (18) e Bogdan Bogdanovic (14). La differenza è che stavolta c'è anche la vittoria, nonostante il terrore per il 13-5 piazzato da Utah nel finale. Donovan Mitchell si ferma però a 24 punti (19 ne fa Mike Conley, 15+16 per Rudy Gobert) e ora anche l'ultimo incantesimo di questa Nba si è rotto.
INDIANA PACERS-CLEVELAND CAVALIERS 102-95
I Pacers sorprendono Cleveland e la superano nella classifica della Eastern Conference, con Indianapolis che saluta la prima vittoria casalinga di quest'anno. Il pubblico del Bankers Life Fieldhouse può quindi applaudire Malcolm Brodgon, che con i suoi 25 punti stronca la resistenza dei Cavaliers, che certo non se la passano benissimo. L'inizio è promettente, e anche le prove di Kevin Love (22 punti e 17 rimbalzi) e Collin Sexton (21). Dall'altra parte c'è però Jeremy Lamb che ne fa 21 e un Domantas Sabonis dal dente avvelenato che chiude la doppia doppia da 18+17. Ma soprattutto decide un secondo quarto con la miseria di 11 punti segnati. E per gli uomini dell'Ohio ora la classifica inizia a piangere per davvero.