NBA

Nba: Milwaukee fa 13, Lakers corsari anche in Utah, super-Gallinari non basta ai Thunder

Altro trionfo per Milwaukee (132-88 sui Knicks) e ventesima doppia doppia per la stella greca: è una marcia trionfale

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I Milwaukee Bucks continuano a incantare in Nba, con il loro ruolino di vittorie consecutive che raggiunge quota 13: stavolta sono i Pistons a doversi arrendere alla squadra più in forma del campionato, che a Detroit vince 103-127 (35 punti per Giannis Antetokounmpo). Sono 18 quelli di Danilo Gallinari, ma i Thunder perdono in un accesissimo finale con Indiana (100-107). Alla seconda trasferta in due giorni, i Lakers schiantano Utah (96-121).

Getty Images

UTAH JAZZ-LOS ANGELES LAKERS 96-121
Un po' di apprensione per le due trasferte in due giorni c'era, ma i Lakers rispondono presente e mostrano i muscoli a modo loro: a un giorno di distanza dallo squillante successo di Denver, infatti, i gialloviola vanno a vincere sul temuto campo dei Jazz con un margine ancora più ampio rispetto a quello rifilato ai Nuggets. Merito di coloro che sempre più sono divenuti i califfi della squadra: Anthony Davis (26 punti in 26 minuti) e soprattutto LeBron James, ancora in doppia doppia (20 punti e 12 assist). Importante anche la prova di Rajon Rondo, vicino alla tripla doppia come il ruolino di 14 punti, 12 assist e 9 rimbalzi spiega in maniera chiara. Male Utah, soprattutto a causa di un numero troppo alto di palle perse in attacco. E i 29 punti di un monumentale Donovan Mitchell non bastano a spaventare i californiani, sempre più intenzionati a razziare un Western Conference a cui adesso iniziano a far paura per davvero.

DETROIT PISTONS-MILWAUKEE BUCKS 103-127
Chi, se possibile, è in uno stato di forma ancora migliore rispetto ai Lakers sono i Milwaukee Bucks, capaci di vincere la tredicesima partita di fila in quella che in regular season si sta tramutando sempre più in una marcia trionfale. Contro l'inarrestabile macchina da vittorie del Wisconsin cade ancora una volta Detroit (e non è una novità negli scontri diretti tra le due), nonostante i Pistons riescano ad aggiudicarsi il primo quarto. Poi però prende in mano la partita il solito Giannis Antetokounmpo, che una volta tanto non si porta a casa la doppia doppia (si ferma a 9 rimbalzi) ma mette comunque a referto 35 pesantissimi punti. Per i Bucks era dal 1973-'74 che non arrivava una striscia vincente tanto lunga, e la pur notevole doppia doppia di Andre Drummond (23 punti e 14 rimbalzi) a poco serve per arrestarla.

OKLAHOMA CITY THUNDER-INDIANA PACERS 100-107
Un Danilo Gallinari da 18 punti non è sufficiente ai Thunder per fermare la corsa di Indiana, che arriva a sette vittorie nelle ultime otto e si conferma forza di alto livello in Eastern Conference, nonostante a 17 secondi dalla sirena si sia sul 100-103 e Terrance Ferguson vanifichi la tripla del possibile aggancio. Stavolta però la rimonta a Oklahoma City non riesce e ad approfittarne sono i Pacers, che raccolgono il risultato pieno e sfruttano nel migliore dei modi la grande serata di TJ Warren (24 punti) e un Domantas Sabonis in doppia doppia (17+13 rimbalzi). Da applausi però il Gallo, implacabile dall'arco (quattro triple a segno su quattro tentativi) e da sottolineare anche la prova di Dennis Schroder (18 punti partendo dalla panchina) e di Steven Adams (20 punti con un immacolato 8/8 dal campo). Dopo due risicati e sudatissimi successi, però, stavolta i Thunder tornano ad assaporare l'amaro gusto della sconfitta.

BOSTON CELTICS-MIAMI HEAT 112-93
Nella Eastern Conference sono due le franchigie all'inseguimento dell'inarrivabile Milwaukee e di una Toronto che dalla posizione di prima inseguitrice non si vuole proprio scollare: si tratta di Boston e Miami, trovatesi al TD Garden dove a prevalere sono i padroni di casa. E non è facile spiegare a uno come Jimmy Butler come gli Heat abbiano potuto perdere una partita in cui il loro trascinatore esce dal campo con 37 punti all'attivo. La realtà è che i Celtics danno vita a una prestazione di squadra di altissimo livello, e in cui i trascinatori sono tre: Jaylen Brown infatti di punti ne trova 31, a cui vanno accompagnati i 28 di Kemba Walker e i 19 di Jayson Tatum. Oltretutto i biancoverdi premono sull'acceleratore già nel secondo quarto e infilano un parziale di 32-16 contro cui la pur competitiva Miami non riesce a opporre una rimonta in grado di andare a compimento.

DALLAS MAVERICKS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 121-114
A Ovest c'è una nuova forza che sta prendendo sempre più corpo: sono i Mavericks, che contro Minnesota si prendono il nono successo nelle ultime dieci partite e portano il loro record su un importante 15-6 con il quarto posto nella Western Conference ormai in ghiacciaia. E nemmeno a dirlo il protagonista ancora una volta risponde al nome di Luka Doncic, per una volta superato da Dwight Powell (24 punti) ma che comunque timbra il cartellino 22 volte. In casa Dallas sta tornando però a ritagliarsi un ruolo importante anche Kristaps Porzingis, che di punti ne mette a referto 19 al suo primo back-to-back dopo il drammatico infortunio al ginocchio vecchio ormai di quasi due anni. I Timberwolves si aggrappano al solito Karl-Anthony Towns (26+9 rimbalzi) e trovano grande continuità in attacco anche con Wiggins (26) e Covington (22), ma contro la vena offensiva dei texani c'è poco da fare. Anche perché nel quarto parziale i padroni di casa si regalano un bottino di 41 punti che rende improponibile qualsiasi discorso di vittoria per gli ospiti.

ORLANDO MAGIC-PHOENIX SUNS 128-114
Magic e Suns sono rispettivamente ottava nella Eastern e ottava nella Western Conference. Quella dell'Amway Center in altre parole è una sfida tra squadre disposte a tutto pur di restare agganciate al treno playoff, tanto che la partita vive due momenti distinti in cui ognuna delle due avversarie sembra sul punto di chiudere i conti. La partenza è estremamente favorevole a Phoenix, che nel primo quarto si porta anche sul +10 nel confronto con i padroni di casa. La buona vena di Frank Kaminsky (23 punti) e l'apporto di Devin Booker (17) non sono però sufficienti a evitare la settima sconfitta nelle ultime nove partite, anche perché i Magic raccolgono le idee e si regalano la migliore prestagione stagionale di Aaron Gordon fin qui (32 punti). In generale però sono sei in tutto gli uomini che per la franchigia della Florida arrivano in doppia cifra, tra cui spicca Terrence Ross (22). E a Est per qualche tempo Orlando può ritenersi tranquilla.

CHICAGO BULLS-MEMPHIS GRIZZLIES 106-99
Finalmente Chicago può iniziare in una missione apparsa a lungo impossibile: fare pace con il basket. I Bulls riescono infatti al ventiduesimo tentativo a vincere due partite di fila (quest'anno non era ancora successo) e ad abbattere in quel dello United Center una Memphis che ora a Ovest precede solo la brutta copia di ciò che furono i Golden State Warriors. Trascinatore dei Bulls ancora una volta si rivela essere Zach LaVine, che trova 25 fondamentali punti a cui è però giusto aggiungere i 16 di Wendell Carter Jr (che ci accompagna anche ben 13 rimbalzi). I Grizzlies fanno di tutto per mettere in difficoltà un'avversaria in fondo non così temibile, e infatti nel quarto periodo riescono a rimontare 12 punti. Troppo tardi però per pensare di vincere, nonostante Jonas Valanciunas riesca ad arrivare a quota 32 punti e 12 rimbalzi: in un finale potenzialmente apertissimo l'assenza di Ja Morant si fa sentire e gli uomini del Tennessee devono fare i conti con l'ottavo ko nelle ultime nove partite.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-SACRAMENTO KINGS 127-116
Portland ha finalmente registrato i tre uomini su cui punta per un'altra stagione di livello (dopo la finale di Conference persa l'anno scorso), e l'impressione è che per tutte coloro che affronteranno i Trail Blazers da qui in poi saranno dolori. Lo scoprono a loro spese i Kings, che al Moda Center vengono travolti dai 33 punti di CJ McCollum, i 24 (+10 assist) di Damian Lillard e i 20 di Carmelo Anthony. C'è poi anche Hassan Whiteside, che con 22 punti e 16 rimbalzi vuole mettere la firma sulla quarta vittoria in cinque partite per i ragazzi dell'Oregon, che in questo modo si portano a due soli match dalla zona playoff (impensabile anche solo qualche settimana fa). Tra l'altro con una vittoria che permette il sorpasso in classifica su Sacramento, che dal sogno ottavo posto si ritrova improvvisamente in una realtà che vede i californiani appena undicesimi nella Western Conference dopo averne perse cinque delle ultime sette. Il tutto nonostante il 28+10 di Richaun Holmes e il 23+7+7 di Buddy Hield. Peccato che il quarto periodo faccia registrare appena 21 punti, ulteriore sintomo del fatto che la crisi dei Kings è soprattutto mentale.

ATLANTA HAWKS-BROOKLYN NETS 118-130
Chi invece sta crescendo inesorabilmente, tanto da potersi ricavare un ruolo di mina vagante nella corsa playoff a Est, sono i Nets: i newyorkesi vincono infatti la sesta partita delle ultime otto, e poco cambia il fatto che arrivi contro un'Atlanta che rappresenta uno degli ostacoli più fragili dell'intera Nba. Brooklyn in terra di Georgia manda tutto il proprio quintetto in doppia cifra, con Garrett Temple che raggiunge il massimo stagionale (27 punti) e Spencer Dinwiddie che si accende dopo l'intervallo lungo con 18 punti (sono 24 uniti a quelli del primo tempo). C'è anche la doppia doppia di Jarrett Allen (20+13), mentre in casa Hawks come al solito c'è il povero Trae Young che predica nel deserto: per lui arrivano 39 punti e 10 assist, peccato che il resto della squadra offra solo un Cam Reddish in grande crescita (25 punti) e poco altro. Soprattutto in difesa, dove Atlanta fa acqua da tutte le parti.

CHARLOTTE HORNETS-GOLDEN STATE WARRIORS 106-91
Ma rispetto agli Hawks c'è qualcuno che se la passa anche peggio. Sono i disastrati Golden State Warriors, che al record di Atlanta di 5-17 rispondono con un 4-19 che non può che scatenare una profonda malinconia, pensando ai successi degli scorsi anni e soprattutto al fatto che solo a giugno i californiani si giocavano le Nba Finals. Nel frattempo però tutto è cambiato e ne approfittano a piene mani gli Hornets, che in questo modo pongono fine a una mini-striscia di due ko consecutivi e si portano all'immediato inseguimento di Orlando e dell'ultima posizione utile per i playoff nelle Eastern Conference. Gran parte dei meriti vanno a Devonte' Graham, autore di 33 punti frutto soprattutto di 10 triple a segno. Importanti in casa Charlotte anche i 25 di Terry Rozier, mentre Golden State registra i 18 punti del rientrante D'Angelo Russell, i 16 di Eric Paschall e i 15 di Alec Burks. Chiaro che non possano bastare per riportare il sole sui cieli della California.

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