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NBA

Nba: Melli non gioca e New Orleans cade a Brooklyn, riscossa Houston a Memphis

I Pelicans sconfitti dai Nets sono ultimi in Eastern Conference, Harden con 44 punti guida i Rockets. Primo ko per Philadelphia

05 Nov 2019 - 08:52

Brutta giornata per Nicolò Melli, che al Barclays Center passa l'intera partita in panchina e vede i suoi New Orleans Pelicans perdere per 135-125 contro i Brooklyn Nets guidati da un Brandon Ingram ai massimi livelli della carriera (40 punti). Ennesima doppia doppia per James Harden (44+10 rimbalzi), e Houston torna a vincere battendo 107-100 i Grizzlies a Memphis. Primo ko stagionale per i 76ers: a Phoenix vincono i Suns, ora secondi a Ovest.

BROOKLYN NETS-NEW ORLEANS PELICANS 135-125
Lentamente ma con costanza, i Nets stanno rialzando la testa dopo un avvio di stagione non facile. La seconda vittoria consecutiva al Barclays Center permette così ai newyorkesi di affacciarsi timidamente in zona playoff, mentre dall'altra parte i Pelicans piangono una situazione di classifica mortificante: l'ultima squadra della Nba attualmente sono loro. Stavolta però New Orleans ha ben poco da rimproverarsi, al termine di un match in cui Brandon Ingram realizza 40 punti (mai così tanti in carriera) e soprattutto nel terzo quarto riapre una partita che sembrava già compromessa mettendo a referto 48 punti (record di franchigia nella sua intera storia). Chi non partecipa per nulla all'impresa disperata dei Pelicans è Nicolò Melli, rimasto in panchina per l'intera partita. Vince così Brooklyn, forte dei 39 punti di Kyrie Irving ma con tutto il quintetto base in doppia cifra (Caris LeVert arriva a quota 23, ci sono poi le doppie doppie di Jarrett Allen e Taurean Prince, rispettivamente 18+10 e 12+11).

GOLDEN STATE WARRIORS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 127-118
Prima o poi il Chase Center di San Francisco doveva pur salutare la prima vittoria interna di Golden State, e l'occasione buona è stata la visita in California di Portland, eterna mina vagante della Western Conference che in questo modo esce momentaneamente dalla zona playoff. Coach Steve Kerr deve rinunciare a una batteria di big guidata da Curry e che comprende Russell, Thompson, Evans, Green, Smailagic e Looney, così è il rookie Eric Paschall il primo grande eroe del nuovo palazzetto: per lui, nel giorno del compleanno, arriva una doppia doppia composta da 36 punti e 13 rimbalzi, con i Warriors che ne mandano altri cinque in doppia cifra. C'è tanto da rivedere invece in casa Blazers, dove Damian Lillard timbra 39 punti e Hassan Whiteside trova una doppia doppia da 22+11, ma c'è poco altro. E la post season, come chi conosce bene la Nba dovrebbe ben sapere, non è un regalo che viene consegnato su un vassoio d'argento: va conquistata con prestazioni ben lontane da quella piuttosto supponente fornita in una San Francisco finalmente in festa.

MEMPHIS GRIZZLIES-HOUSTON ROCKETS 100-107
Non era stata una settimana per nulla facile quella di Houston, riscopertasi improvvisamente fragile dopo le brutte sconfitte sui parquet di Brooklyn e Miami. Il successo di Memphis quindi non riporta per ora i texani in una posizione valida per i playoff, ma quantomeno dà respiro ai Rockets bisognosi di ritrovare le loro certezze. Mike D'Antoni per una notte fa infatti riposare Russell Westbrook, così è James Harden a doversi caricare in solitaria la squadra sulle spalle. E il Barba risponde presente, come la sua prova da 44 punti e 10 rimbalzi suggerisce senza tema di smentite. Per lui anche un accenno di rissa con Jae Crowder, poi espulso pur essendo stato il primo ad essere colpito dall'avversario. I Grizzlies hanno la forza di restare aggrappati alla partita fino a metà di terzo quarto e possono applaudire la prova  da 23 punti di Ja Morant. Di vittorie stagionali, però, si continua a non vedere traccia dopo l'unico hurrà (peraltro all'overtime) contro i Nets del 27 ottobre.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-MILWAUKEE BUCKS 106-134
Una vittoria cristallina, ottenuta senza particolari fatiche e grazie a una prova maiuscola di un leader incontrastato. Queste le chiavi del successo mai in discussione che i Bucks hanno raccolto sul parquet del Target Center di Minneapolis, dove quest'anno i T'Wolves ancora non avevano perso. E di fronte a un Giannis Antetokounmpo da 34 punti e 15 rimbalzi lo fanno in maniera fragorosa, dato che rimangono sotto per l'intera durata della partita beccandosi anche un mortifero 25-38 nel terzo quarto. Milwaukee, giunta alla quinta vittoria in sette apparizioni in Nba e serenamente appollaiata a ridosso delle prime a Est, applaude anche Khris Middleton (26 punti) e Eric Bledsoe (22), mentre fronte Minnesota si sente eccome l'assenza per squalifica di Karl-Anthony Towns. A provare a guidare la squadra ci pensa quindi Andrew Wiggins che di punti ne accumula 25, mentre Robert Covington arriva a 15. Ma per una volta i lupi del Minnesota fanno acqua da tutte le parti.

PHOENIX SUNS-PHILADELPHIA 76ERS 114-109
Non aveva ancora perso una singola partita da inizio stagione quella macchina apparentemente perfetta chiamata Philadelphia, ma alla fine la prima sconfitta è giunta. E per raccoglierla i Sixers si sono dovuti recare nella lontana Phoenix, dove dall'altra parte i Suns con questa nuova vittoria sono diventati l'attuale seconda forza della Wester Conference. E l'esito finale di una partita molto combattuta pesa tantissimo, anche perché deciso dall'8-1 raccolto negli ultimi 3 minuti di partita dai padroni di casa, guidati da un Ricky Rubio stellare: per lui doppia doppia da 21 punti e 10 assist, anche se meglio ancora a livello di score fa Devin Booker (40 punti con percentuali al tiro altissime). Stecca invece una Philadelphia che ha ben poco da riproverarsi: Al Horford se ne tornerà in Pennsylvania forte dei suoi 32 punti, ma più in generale sono in tre a superare quota 20, sintomo che non sono stati i Sixers a perdere la partita quanto i Suns a vincerla.

WASHINGTON WIZARDS-DETROIT PISTONS 115-99
La Capitale riscopre una Washington capace di vincere e che grazie al secondo successo stagionale risolleva una classifica che iniziava a farsi preoccupante. Chi deve invece interrogarsi sullo stato della propria squadra è una Detroit che dopo il ko della Capital One Arena si ritrova ora risucchiata fuori dalla zona playoff e soprattutto al termine di una prova assai poco tranquillizzante, con ogni singolo quarto ceduto a un'avversaria che sembrava tutt'altro che irresistibile. E che invece ritrova un Bradley Beal da 22 punti e soprattutto una rinfrancante prova di squadra. Il top scorer di serata veste i colori dei Pistons (è Luke Kennard con 24 punti) e c'è anche un Andre Drummond che ai suoi 15 punti aggiunge qualcosa come 24 rimbalzi. Le assenze congiunte di Blake Griffin, Derrick Rose e Reggie Jackson si fanno però sentire e in terra di Michigan sanno che la nottata passerà. Il buio però è intanto fitto sopra Detroit.

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