BASKET

Nba: Leonard e i Clippers fermano Utah. 76ers e Nuggets volano, 50 per Embiid e Murray

Dopo nove vittorie consecutive i Jazz perdono 116-112 a LA. Philadelphia e Denver vincono trascinati dai loro fenomeni, una brutta Atlanta (Gallinari 9, 2/14) cade a Boston

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Si ferma dopo nove successi consecutivi la corsa degli Utah Jazz, battuti nella notte Nba dai Clippers 116-112 (29 per il rientrante Leonard). Serata da 50 punti per Joel Embiid e Jamal Murray: il primo guida i 76ers alla vittoria per 112-105 contro i Bulls, il secondo trascina Denver nel 120-103 a casa dei Cavs. Rivincita Boston su Atlanta: 121-109, 9 (2/14 al tiro) per Gallinari. Vittorie importanti per Suns, Magic, Bucks, Grizzlies e Raptors.

LOS ANGELES CLIPPERS-UTAH JAZZ 116-112
Alla fine la sconfitta è arrivata: gli Utah Jazz chiudono a nove la serie di partite vinte consecutivamente uscendo sconfitti da un match contro un avversario affrontato e battuto, ssempre sul parquet dello Staples Center, solo due giorni prima, ma con un Kawhi Leonard in più nel motore. E non è un caso che sia proprio The Claw a trascinare la squadra di Tyronn Lue al successo, con una prestazione da 29 punti al rientro dall’infortunio. Oltre a Leonard torna in campo anche Paul George dopo un’assenza di oltre due settimane, anche se l’ex Indiana e Oklahoma City si ferma a 15 punti. La prestazione dei due big di LA è comunque sufficiente ad annullare i 35 punti di Donovan Mitchell e i 23 di Bogdan Bogdanovic, in una partita comunque equilibrata fino agli ultimi possessi. Alla sirena esultano i Clippers, resta da vedere ora come reagirà al ko la squadra di Quin Snyder (che, grazie al primo posto della sua squadra ad Ovest, sarà l’allenatore del Team LeBron nel prossimo All Star Game).

PHILADELPHIA 76ERS-CHICAGO BULLS 112-105
A proposito di All Star Game, arriva dal Wells Fargo Center la vittoria dei Sixers che garantisce a coach Doc Rivers un posto in panchina alla guida del Team Durant nella partita delle stelle che si giocherà ad Atlanta il prossimo 7 marzo. Ed è tra l’altro uno dei titolari selezionati, Joel Embiid, a mettere la firma sul successo contro i Bulls con numeri irreali: 50 i punti realizzati (career-high) con 17/26 dal campo, 17 rimbalzi e 5 assist, con un cammino dalla lunetta dalle percentuali altissime (15/17). Il camerunense diventa così l’unico giocatore nella storia della franchigia, a parte Wilt Chamberlain, a chiudere una partita con almeno 50 punti, 15 rimbalzi e 5 assist. Cifre incredibili, contro le quali non possono bastare i 30 punti di Zach LaVine, miglior marcatore per Chicago pur con percentuali piuttosto basse (9/28 complessivo, 2/10 da tre punti). Phila allunga così in testa alla Eastern Conference, con una partita e mezzo di vantaggio su Brooklyn.

CLEVELAND CAVALIERS-DENVER NUGGETS 103-120
Quello di Embiid non è l’unico ‘cinquantello’ della serata: anche Jamal Murray, nella partita vinta agevolmente dai Nuggets sul parquet della Rocket Mortgage FieldHouse di Cleveland, firma una prestazione che entra nella storia, in questo caso non solo della propria franchigia: la guardia di Denver, infatti, è il primo giocatore della storia della Nba a realizzare 50 punti con almeno l’80% dal campo (21/25 in partita, l’84%) e l’80% da tre (8/10), senza tra l’altro tentare alcun tiro libero. Se all’incredibile serata di Murray si aggiunge poi la tripla-doppia da 16 punti, 12 rimbalzi e 10 assist di Nikola Jokic, che festeggia nel migliore dei modi il suo 26esimo compleanno, per i Cavs diventa anche solo impossibile pensare di poter competere, pur mandando tutto il quintetto in doppia cifra, con 23 punti di Collin Sexton e la doppia-doppia da 20 punti e 10 rimbalzi di Jarrett Allen. Per Denver è la prima vittoria dopo due ko consecutivi, Cleveland è invece alla nona sconfitta di fila.

BOSTON CELTICS-ATLANTA HAWKS 121-109
Che differenza in sole quarantott’ore: se due giorni fa gli Hawks sembravano essersi scrollati di dosso le insicurezze di un periodo difficile, arriva contro lo stesso avversario, sullo stesso parquet, una dura sconfitta che riattiva tutti i campanelli di emergenza nello spogliatoio della squadra della Georgia. Non bastano la doppia-doppia da 31 punti e 11 assist di Trae Young e quella da 24 punti e 15 rimbalzi di Clint Capela, anche perché la panchina tradisce le aspettative (decisamente sottotono Danilo Gallinari, che segna 9 punti con 2/14 dal campo) e Boston vola grazie a 28 punti di Kemba Walker, 25 di Jayson Tatum, 17 di Jaylen Brown e di un redivivo Tristan Thompson. Già nel primo tempo i Celtics volano oltre i 20 punti di vantaggio, Atlanta prova a rientrare nel finale ma non è sufficiente per evitare l’ottavo ko nelle ultime dieci uscite stagionali.

NEW ORLEANS PELICANS-PHOENIX SUNS 114-132
Un Chris Paul pazzesco da 15 punti e soprattutto 19 assist, unito a un Devin Booker da 23 punti e alla prova da 20 punti dalla panchina (con plus-minus di +29) di Jae Crowder, regalano il successo esterno a una squadra che in questo mese ha ritrovato definitivamente la continuità di risultati che pareva essersi smarrita a gennaio. Per battere New Orleans, che resiste per tre quarti prima di capitolare negli ultimi dodici minuti effettivi di gioco (41-12 il parziale dell’ultimo quarto a favore dei Suns) servono anche la doppia-doppia da 16 punti e 16 rimbalzi di Deandre Ayton e non guastano affatto le 22 triple di squadra andate a segno, nuovo record per la franchigia dell’Arizona. Non bastano così i 25 punti di Brandon Ingram e i 23 di Zion Williamson, né la doppia-doppia da 21 punti e 12 rimbalzi di Lonzo Ball, per evitare la sconfitta. Pochissimo lo spazio per Nicolò Melli: solo 2’26” e zero punti per l’azzurro, che non riesce proprio a trovare spazio nelle rotazioni di coach Stan Van Gundy.

ORLANDO MAGIC-GOLDEN STATE WARRIORS 124-120
Sembrano aver ingranato la marcia giusta i Magic di coach Steve Clifford, dopo un inizio di stagione da incubo. Contro Golden State, arriva infatti il terzo successo nelle ultime quattro uscite, che permette alla franchigia della Florida di portarsi a due sole partite dall’ottavo posto ad Est. Protagonista del successo contro Steph Curry e compagni è un incredibile Nikola Vucevic: il montenegrino segna 30 punti, raccoglie 16 rimbalzi e distribuisce 10 assist, il tutto senza mai una palla persa nei 39 minuti trascorsi sul parquet. Vucevic diventa così il secondo giocatore dal 1985 (l’altro è Nikola Jokic) a realizzare una tripla-doppia senza turnover. Non è solo lui a brillare per Orlando: meritano menzione anche i 28 punti di Evan Fournier e i 24 dalla panchina di Terrence Ross. Dall’altra parte il migliore è Curry, con 29 punti: Steph avrebbe anche l’opportunità per pareggiare, ma viene efficacemente raddoppiato dalla difesa di casa nell’ultimo possesso utile e la sua conclusione non tocca nemmeno il ferro. Dalla lunetta Orlando chiude poi la partita.

MILWAUKEE BUCKS-OKLAHOMA CITY THUNDER 98-85
Dopo cinque sconfitte consecutive non poteva esserci avversario migliore per consentire ai Bucks di riassaporare il successo: penultimi ad Ovest, infatti, i Thunder non hanno armi a disposizione per rallentare il ‘Greek Freak’ Giannis Antetokounmpo, miglior giocatore della serata grazie a una prestazione da 29 punti, 19 rimbalzi e 8 assist. Oltre al greco, in una partita dal punteggio basso, si segnalano anche i 20 punti di Khris Middleton, mentre dall’altra parte nessuno scollina quota 20 e il miglior realizzatore è Luguentz Dort con 17 punti a referto. Okc avrebbe anche il merito di giocarsela punto a punto fino all’intervallo, ma Milwaukee cambia marcia in un terzo periodo vinto con un parziale di 32-20 e non deve più guardarsi alle spalle. La crisi per la franchigia del Wisconsin non è finita, ma qualche segnale si è visto.

MEMPHIS GRIZZLIES-DETROIT PISTONS 109-95
Partita senza storia al FedEx Forum: Detroit ha esaurito la spinta che l’aveva portata a vincere due partite di fila lo scorso fine settimana e non rappresenta avversario credibile nemmeno contro una squadra non esattamente continua nelle prestazioni. Per arrivare al successo, Memphis si affida soprattutto a Ja Morant, top scorer della serata con 29 punti a tabellino, e a Jonas Valanciunas, che realizza una doppia-doppia da 17 punti e 12 rimbalzi. I Pistons hanno a referto sei uomini in doppia cifra ma i due migliori marcatori, Delon Wright e Jerami Grant, non vanno oltre quota 16 e il secondo, in particolare, litiga con il canestro segnando solo 5 delle 20 conclusioni tentate. Memphis trova così il secondo successo consecutivo, e soprattutto torna sopra ‘quota 500’.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-TORONTO RAPTORS 81-86
Vincere tirando con il 32,9% dal campo è sempre un’impresa, possibile però se l’avversario, di fatto, è la peggior squadra della Lega. Toronto conquista un successo importante in chiave classifica, che rafforza la sesta posizione nella Eastern Conference, con la prestazione di Norman Powell che colpisce visto il punteggio basso: 31 i punti del prodotto di Ucla, con ben sei triple realizzate su dieci tentativi. Bene anche Terence Davis dalla panchina, non tanto per gli 11 punti in sé quanto per la tripla che vale il +3 a 30 secondi dalla fine e spezza definitivamente le ambizioni di successo dei T-Wolves. In un momento del genere Minnesota non può che accontentarsi delle piccole cose: tra queste la doppia-doppia da 19 punti e 13 rimbalzi di Karl-Anthony Towns e la schiacciata da poster (definita ‘dunk of the year’ dalle tv d’oltreoceano) di Anthony Edwards sul malcapitato Yuta Watanabe. Ma da qui a parlare di soddisfazione ce ne vuole.

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