James ne mette 31 nella sconfitta di Los Angeles 130-120 contro i Kings, Curry batte Antetokounmpo 125-90
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Nella notte Nba cadono i Lakers, sconfitti 130-120 in casa da Sacramento nonostante i 31 punti di LeBron James. I gialloviola non riescono a contenere Fox, autore di 44 punti. Torna al successo Golden State, che dopo il tonfo con Boston si impone per 125-90 contro i Milwaukee Bucks. Gilgeous-Alexander ne mette 37 nel 128-120 di Oklahoma su Portland, vincono anche Chicago (119-117 contro i Jazz), e i Clippers (122-116 su Houston): cade Philadelphia (115-109 con Memphis).
LOS ANGELES LAKERS-SACRAMENTO KINGS 120-130
Sconfitta pesante in Western Conference per i Los Angeles Lakers, che cadono 130-120 in casa per mano dei Sacramento Kings. Pronti via e i gialloviola cominciano alla grande, con un super LeBron coadiuvato in attacco da Hachimura. I gialloviola dopo il primo quarto comandano 37-28, ma verso la fine del periodo inizia a scricchiolare qualcosa a livello difensivo. Il secondo periodo è un vero e proprio capolavoro degli ospiti: 44 punti segnati e soltanto 20 concessi, con una difesa molto efficace per poi attaccare in transizione. In questo contesto salgono in cattedra De’Aaron Fox e Malik Monk, micidiali soprattutto con il tiro da tre punti. All’intervallo i biancoviola sono sopra 72-57, e le cose all’uscita dagli spogliatoi non cambiano. Sacramento continua a segnare con regolarità, mantenendo sempre le dieci lunghezze di vantaggio. James non si arrende nemmeno nei dodici minuti finali, ma deve alzare bandiera bianca negli ultimi secondi. Vincono i Kings 130-120 trascinati da un Fox da 44 punti: Sacramento sale al settimo posto in Western Conference, con 35 vittorie in 61 partite. Decimo posto per i Lakers, fermi a quota 34 in 64 appuntamenti
GOLDEN STATE WARRIORS-MILWAUKEE BUCKS 125-90
Vittoria importante invece per Golden State, che cerca di tornare in scia al gruppone play-off piegando Milwaukee 125-90. Dopo un avvio un po’ incerto, con Antetokounmpo che vuole subito mettere in chiaro le cose, i gialloblù iniziano ad essere sempre più fluidi nella manovra offensiva, e chiudono i primi dodici minuti in vantaggio, sul 40-32. Il copione del quarto successivo è abbastanza simile: i Bucks inseguono da lontano, senza però mai avvicinarsi o dare l’impressione di poter riaccendere l’incontro: all’intervallo i Warriors sono sopra di venti punti, sul 78-58. Antetokounmpo e Lillard cercano di suonare la carica e di dare il via alla rimonta nel terzo parziale, ma Curry e compagni non escono dalla partita, e nei dodici minuti conclusivi realizzano un piccolo capolavoro. 32 punti segnati al netto di 9 punti concessi, con i Bucks che mollano la presa già dalla metà del quarto ed ultimo periodo: vince Golden State 125-90 e registra la vittoria numero 33 in 61 partite, record che attualmente vale il nono posto ad Ovest. Ventiduesima sconfitta per Antetokounmpo e compagni, che rimangono secondi ad Est con 41 successi in 63 gare.
PORTLAND TRAIL BLAZERS-OKLAHOMA CITY THUNDER 120-128
Prova di forza di Oklahoma, che in trasferta supera 128-120 Portland in una gara a senso unico dall’inizio alla fine. I Thunder indirizzano la partita fin dalle prime battute, trascinati da un Gilgeous-Alexander in serata di grazia. Gli ospiti creano tanto divario nelle parti centrali dei periodi, salvo poi andare in riserva a pochi minuti dalle pause. Simons cerca di tenere a galla i Trail Blazers, che all’intervallo seguono comunque solamente di otto punti (65-57). Nel secondo tempo la tendenza non si inverte: Gilgeous-Alexander continua a segnare con grande regolarità, vera e propria spina nel fianco per la difesa di casa. Portland cerca di rientrare nel quarto conclusivo e sfiora anche il -2 con la tripla di Thybulle, ma il tentativo di rimonta nel finale viene rispedito al mittente da Okc. Vince Oklahoma 128-120 e fa 43 vittorie in 62 appuntamenti, che significano ancora secondo posto nella Western Conference. Sconfitta numero 44 per Portland, quattordicesima e penultima nella medesima divisione.
HOUSTON ROCKETS-LOS ANGELES CLIPPERS 116-122
Successo quasi al fotofinish per I Clippers, che inseguono per tutta la partita ma poi la spuntano con il 122-116 in casa degli Houston Rockets. Il grande ex James Harden scalda subito la mano nel primo quarto, in cui però i padroni di casa segnano 27 punti, concedendone solamente 19. Anche nei dodici minuti successivi Houston sembra essere abbastanza in controllo del match, con Sengun che comanda i suoi nel tabellino dei marcatori. Los Angeles non riesce ad accendere l’attacco di Leonard e George, e all’intervallo insegue di tredici lunghezze, sul 57-44. Dopo la pausa lunga le cose iniziano leggermente a cambiare: Leonard prende per mano i Clippers e inizia a segnare canestri molto difficili, riportando sotto i suoi a dodici minuti dalla fine. I “big three” di Los Angeles fanno la differenza nel quarto finale: Houston non riesce più a difendere bene, con George, Harden e Leonard che trovano spesso la via dell’appoggio o numerosi tiri liberi. A tre minuti dalla fine i Clippers realizzano il sorpasso, andando poi a chiudere con il 122-116 finale. Vittoria numero 40 per la Los Angeles rossoblù, in 61 partite, mentre sono 35 le sconfitte dei Rockets in 62 incontri.
ATLANTA HAWKS-CLEVELAND CAVALIERS 112-101
Tonfo dei Cleveland Cavaliers, sconfitti 112-101 in casa degli Atlanta Hawks. Nella gara senza le due stelle principali (Trae Young da una parte e Donovan Mitchell dall’altra entrambi fuori per infortunio), il primo quarto è piuttosto equilibrato e si gioca punto a punto. I padroni di casa riescono a mettere il muso avanti nel finale, con il 31-28 alla prima pausa breve. Nei dodici minuti successivi gli Hawks iniziano a creare un piccolo divario: Bogdanovic è micidiale dall’arco, e all’intervallo Atlanta comanda sul 64-49. I Cavs provano ad accennare la rimonta al rientro in campo dopo l’interruzione più lunga, spinti da Allen e Garland, ma nel quarto decisivo arriva un’altra grande accelerata dei padroni di casa: Bay e Bogdanovic portano Atlanta al successo, con Cleveland che non segna più di 12 punti nel parziale decisivo e deve arrendersi sul 112-101. Successo numero 28 in 62 gare per Atlanta, ora decima ad Est e in piena lotta per un posto ai play-off. Sono invece 22 le sconfitte per i Cavaliers, sempre terzi nella Eastern Conference con 40 successi.
PHILADELPHIA 76ERS-MEMPHIS GRIZZLIES 109-115
Brutto ko per Philadelphia, che contro Memphis va sotto, ribalta il risultato e poi viene beffata nel finale 115-109. L’eroe di serata per gli ospiti Jackson (autore di 30 punti totali) inizia a spingere fin da subito, con un primo quarto in cui gli ospiti mettono la freccia sul 37-31. Hield e Oubre non ci stanno, e i Sixers riescono a ribaltare l’inerzia già dal secondo periodo: 33 punti segnati e solamente 19 subiti, con i due quintetti che rientrano negli spogliatoi sul 64-56. Anche nei dodici minuti dopo la pausa lunga Philadelphia sembra poter essere in controllo del match: Oubre è in serata di grazia, con Reed e Payne che si uniscono a Hield nel tabellino dei migliori marcatori. Quando tutto lascia pensare ad una semplice vittoria dei padroni di casa, ecco che arriva un piccolo capolavoro di Memphis: gli ospiti realizzano 34 punti nel quarto finale, con Jackson che ne mette ben 13. I Grizzlies firmano il controsorpasso a meno di cinque minuti dal termine, e non vengono più ripresi. Vince Memphis 115-109 e fa segnare la vittoria numero 22 in 63 gare (zona play-off difficile da raggiungere), Philadelphia resta al settimo posto ad Est, con 35 vittorie in 62 partite.
UTAH JAZZ-CHICAGO BULLS 117-119
Successo col brivido per i Chicago Bulls, che si impongono per 119-117 in casa degli Utah Jazz. La partita è molto equilibrata nelle prime fasi, con i biancorossi che mettono il muso avanti grazie al 33-29 del primo periodo. Chicago, trascinata da DeRozan (29 punti nella partita), crea un altro piccolo gap nel secondo quarto, arrivando alla pausa lunga sul 63-54. Utah si affida a Collins e Sexton per rimanere ancorata al match, ma a dodici minuti dalla fine i Jazz inseguono ancora di dieci punti, sul 93-83. I padroni di casa tentano il tutto per tutto nel quarto decisivo, arrivando addirittura al pareggio a pochi istanti dalla fine. DeRozan è però glaciale dalla linea del tiro libero, dove realizza gli ultimi due punti del 119-117 finale. Vince Chicago e registra la vittoria numero 30 in 62 partite, che ad Est vale il nono posto. Sconfitta numero 35 per Utah (undicesima ad Ovest e attualmente fuori anche dal torneo play-in) in 63 gare.
WASHINGTON WIZARDS-ORLANDO MAGIC 109-119
Washington non si rialza più: sedicesima sconfitta consecutiva nel 119-109 casalingo contro Orlando. I Wizards cominciano anche molto bene, con un primo tempo di buonissimo livello ed un primo quarto per poter indirizzare la gara: Poole e compagni realizzano 34 punti nei primi dodici minuti, concedendone solamente 23. Anche nel quarto successivo Washington resta in vantaggio, chiudendo con il 65-53 alla pausa lunga. I Magic tornano sotto al rientro in campo dopo l’intervallo, trascinati da Wagner e Banchero: Washington dilapida il vantaggio, arrivando sotto di un punto all’ultimo periodo (84-83). Poole e Kuzma sembrano poter spingere i padroni di casa al successo, ma nei cinque minuti finali è ancora Wagner a trascinare i Magic alla vittoria in trasferta. Orlando si impone 119-109 e mantiene il quarto posto ad Est con 37 vittorie in 63 sfide. Quattoridicesimo posto nella medesima divisione per i Wizards, con le sole 9 vittorie al netto di 53 sconfitte.