NBA

Nba: LeBron James fa piangere Dallas e infuriare Doncic, Bucks vincenti nonostante Antetokounmpo, sorriso Melli  

I Lakers vincono sul campo dei Mavericks anche senza Davis, Milwaukee ok a Sacramento nella peggiore serata del loro uomo migliore

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Prova di forza impressionante dei Lakers, capaci di vincere 114-129 a Dallas senza nemmeno Anthony Davis in campo. Basta infatti un LeBron James da 35 punti (e Luka Doncic perde la testa). I Bucks rispondono con un 106-127 a Sacramento nonostante la serata non brillante di Antetokounmpo (13 punti, minimo stagionale). Spurs battuti 134-121 a Memphis (Marco Belinelli in ombra), Nicolò Melli dà il suo contributo e i Pelicans fanno 111-123 a New York.

MEMPHIS GRIZZLIES-SAN ANTONIO SPURS 134-121

Era uno scontro diretto per stabilire chi tra Memphis e San Antonio abbia diritto a un posto nei playoff, e almeno gli equilibri attuali dicono che i Grizzlies ne hanno di più rispetto ai blasonati Spurs. Al FedExForum prevale la freschezza, la gioventù e la fame di risultati dei ragazzi del Tennessee, guidati da Jaren Jackson Jr (24 punti), Dillon Brooks (22), Jonas Valanciunas (21) e il rookie Ja Morant (22+14 assist, il suo massimo in carriera in Nba). Nessuno arriva alle cifre di DeMar DeRozan, che di punti ne mette a referto 36 per i texani, che però non riescono a trovare gli automatismi di squadra che hanno permesso invece a Memphis di centrare quattro vittorie di fila e soprattutto il sorpasso e l'ottavo posto in Western Conference. Un muso particolarmente lungo è quello di Marco Belinelli, in campo per poco più di due minuti tra gli Spurs e capace solo di sbagliare un tentativo dai tre punti.

NEW YORK KNICKS-NEW ORLEANS PELICANS 111-123

Tutt'altro clima in casa Pelicans, dove il ruolino delle ultime settimane parla di due vittorie consecutive (e otto nelle ultime undici). E a dare un contributo al successo strappato ai Knicks c'è anche Nicolò Melli, che gioca 14 minuti al Madison Square Garden e mette a referto 7 importanti punticini. Ma il vero trascinatore di questa New Orleans che da equivoco della Western Conference si sta tramutando in mina vagante della Nba è Brandon Ingram, che si regala una serata da 28 punti, 9 assist e 6 rimbalzi in uno dei templi del basket e in generale dello sport mondiale. New York prova a rispondere con Taj Gibson, che però non va oltre 19 punti ed è comunque il migliore dei suoi. E i blu-arancio, che rimangono a 10 vittorie in stagione (su 39 partite giocate), raggiungono quota 5 ko di fila.

DALLAS MAVERICKS-LOS ANGELES LAKERS 114-129

Prova di forza impressionante per i Lakers, che si presentano a Dallas senza Anthony Davis e vanno a vincere una partita mai in discussione contro i Mavericks, vale a dire una delle squadre più temibili del campionato, la sesta forza a Ovest e il terzo attacco più forte dell'intera Nba. Eppure all'American Airlines Center è un dominio assoluto da parte dei losangelini, in svantaggio solo sul 2-0 iniziale e poi in controllo totale per tutto il resto del match. Merito dell'avvio sprint (+22 all'intervallo lungo) e del solito monumentale LeBron James, che si porta a casa 35 punti, 16 rimbalzi e 7 assist ben coadiuvato da Kyle Kuzma (che arriva a 26). Per i Lakers sono sette vittorie di fila, mentre Dallas perde ancora dopo essere già caduta in casa contro Denver. E la cattiva serata dei Mavs è dimostrata dai tanti errori accumulati da un Luka Doncic che pure chiude a 25 punti e 10 rimbalzi. E che per la rabbia a un certo punto si strappa la maglia come l'Incredibile Hulk. Dev'essere l'effetto di questi Lakers...

SACRAMENTO KINGS-MILWAUKEE BUCKS 106-127

Sorpresa a Sacramento: anche Giannis Antetokounmpo può sbagliare una partita. The Greek Freak trova infatti in terra californiana la peggiore prestazione dell'anno, non andando oltre i 13 punti (che però sono accompagnati da 10 rimbalzi, quindi è comunque doppia doppia). Questo non basta però per vedere Milwaukee perdere, dato che ci pensano Khris Middleton (27+11 rimbalzi), Eric Bledsoe (24) e Donte DiVincenzo (18, massimo stagionale) per mettere un altro tassello nel puzzle perfetto dei Bucks, che finora di 40 ne hanno vinte ben 34. Ai Kings manca invece sempre un centesimo per fare un dollaro: i grigioviola si portano avanti, si fanno recuperare (fino al +18 Bucks) e poi hanno addirittura la forza di portarsi di nuovo avanti nel terzo quarto. Che però chiudono di nuovo a -15 dopo un nuovo crollo. E mandare tutto il quintetto base in doppia cifra (con De'Aaron Fox a 19+9+10) non basta, visto che la quota playoff si sta riallontanando di nuovo.

BROOKLYN NETS-MIAMI HEAT 117-113

Si torna a sorridere a New York, dove i Nets superano finalmente un filotto di sette sconfitte consecutive e lo fanno contro un'avversaria certamente non banale: gli Heat sono infatti secondi nella classifica della Eastern Conference, dove solo i Bucks hanno fatto meglio di loro. E invece Brooklyn ha la forza di mettere sotto i temibili avversari per quasi tre quarti di partita, subire il sorpasso di Miami, non perdere la testa e riportarsi avanti nel momento più delicato del match. Fondamentale diventa quindi la prova di Spencer Dinwiddie, che con 26 punti e 14 assist raggiunge il nuovo massimo della sua carriera. Con 11+11 va in doppia doppia Jarrett Allen (la numero 17 in stagione), mentre Miami fa registrare i 33 punti di Jimmy Butler, i 22 di Bam Adebayo e i 17 di un Goran Dragic partito dalla panchina. Peccato che per una notte Brooklyn ne avesse di più.

UTAH JAZZ-CHARLOTTE HORNETS 109-92

Chi invece corre da tempo e non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi sono i Jazz, che in quel di Salt Lake City centrano contro Charlotte l'ottava vittoria di fila (e la tredicesima nelle ultime 14). Partenza lampo per Utah, che già alla fine del primo quarto si ritrova sul +16 mentre gli Hornets ancora stanno cercando di capire cosa si sia abbattuto su di loro. A guidare i padroni di casa è Jordan Clarkson, autore di 20 punti (Bogdanovic segue a 16, Gobert a 15+13). Tutto da rifare invece per gli ospiti, che nel primo quarto trovano la miseria di 13 punti complessivi e in generale vedono un Terry Rozier predicare nel deserto con i suoi 23 punti a fine partita. I playoff non sono poi così lontani, ma è chiaro che a Charlotte qualcosa necessiti di essere registrato quanto prima.

PHOENIX SUNS-ORLANDO MAGIC 98-94

Il ko di Orlando in terra di Arizona ha un peso che adesso non si vede, ma potrebbe esplodere nel prosieguo del campionato: i Magic conservano infatti con una discreta tranquillità il loro settimo posto in Eastern Conference (garanzia della partecipazione ai playoff), ma aumentano le speranze di Charlotte, Detroit e in generale chi sta inseguendo. Alla Talking Stick Resort Arena si assiste comunque a un incontro tutt'altro che memorabile, deciso per i Suns da un Devin Booker da 24 punti grazie a due centri dall'arco nel finale. Da rimarcare per Phoenix anche le prove di Kelly Oubre (22 punti) e Ricky Rubio (11+10 e una prestazione di altissimo livello in difesa). Orlando risponde con un Evan Fournier a 28 punti e altri tre uomini in doppia cifra, ma perde una partita brutta e delicata. Nonostante abbia per il momento ancora tutti e due i piedi ben saldi nella zona playoff.

LOS ANGELES CLIPPERS-GOLDEN STATE WARRIORS 109-100

Ci avevano sperato a lungo gli Warriors, ma ancora una volta le loro speranze si sono schiantate contro la dura realtà. Stavolta rappresentata dai Clippers, il migliore attacco della Western Conference che sonnecchia per tre quarti di partita allo Staples Center e poi si abbatte contro una Golden State che forse non meritava una simile punizione. I vicecampioni in carica si portano addirittura sul +10 nel corso del terzo parziale e aprono il quarto in vantaggio, per poi cedere nel finale per una nuova delusione (e il settimo ko consecutivo). Non bastano infatti i 17 punti a testa di Glenn Robinson III e Omari Spellman contro un Kawhi Leonard da 36 punti e un Lou Williams da 21: quest'ultimo in particolare ha il merito di caricare i Clippers nel parziale di 21-6 che conclude e decide la partita.

CHICAGO BULLS-INDIANA PACERS 105-116

Vittoria squillante a Chicago per i Pacers, guidati da un Myles Turner che con 27 punti e 14 rimbalzi trova la sua migliore partita dell'anno. Tanto basta a respingere gli assalti dei Bulls, capaci di rifarsi pericolosi dopo essere finiti addirittura sul -16, ma incapaci di centrare il guizzo finale. Continua quindi l'emorragia dei ragazzi dell'Illinois, cui non basta più uno Zach LaVine trascinatore come e più del solito (per lui i punti odierni sono 43) per evitare la sesta sconfitta consecutiva. Con i playoff, che erano tornati obiettivo concreto, che si sono di nuovo drammaticamente riallontanati. Il tutto nonostante Coby White realizzi 23 punti dalla panchina (contro i 19 trovati per Indiana da Aaron Holiday).

WASHINGTON WIZARDS-ATLANTA HAWKS 111-101

Ossigeno per gli Wizards, che tornano a vincere e lo fanno contro il migliore avversario possibile: Atlanta, cioè una delle poche squadre che abbia un record peggiore rispetto ai capitolini. Washington si aggrappa agli uomini che non ti aspetti, a partire da Jordan McRae che centra 29 punti e trova la migliore prestazione della carriera. Partito dalla panchina, Troy Brown ne aggiunge 18 (con 10 rimbalzi). Chi sta sempre peggio sono gli Hawks, giunti alla terza sconfitta di fila e la quattordicesima nelle ultime sedici. Questa volta nemmeno Trae Young riesce a incidere come al solito: per lui i punti sono appena 19 con 7/20 al tiro. E per il fanalino di coda della Eastern Conference è davvero notte fonda.

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