Nba: LeBron James e i Lakers vincono la super sfida con i Bucks, Gallinari trascina i Thunder

Milwaukee ko contro i gialloviola, Oklahoma City travolge i Knicks nel nome di Gallinari. Sorride anche Melli a New Orleans

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Scontro tra stelle allo Staples Center, dove si affrontano Los Angeles Lakers e Milwaukee Bucks in una sorta di finale Nba anticipata. A vincere sono i gialloviola, sia nel punteggio (113-103) che nella sfida tra LeBron James (37 punti) e Antetokounmpo (32). Gallinari mattatore a New York: 22 punti per lui e i Thunder passano 103-126. Vince anche Melli con i Pelicans su Miami (110-104), Belinelli assente e Spurs ko a Brooklyn (139-120).

LOS ANGELES LAKERS-MILWAUKEE BUCKS 113-103

Nell'immaginario di tutti potrebbe trattarsi di una finale Nba anticipata, e se così fosse i Lakers si troverebbero già sull'1-0. Anzi, sull'1-1 se andiamo a considerare l'unico precedente stagionale (quando però l'egemonia delle due squadre scontratesi a Los Angeles non era ancora divenuta così chiara). I Bucks cadono allo Staples Center e arrivano a 10 sconfitte stagionali, restando la squadra con il miglior record dell'intera lega ma si ritrovano in una condizione nuova: delle ultime tre ne hanno infatti vinta solamente una. La sfida tra stelle vede prevalere i Lakers, guidati da un LeBron James sontuoso che chiude a quota 37 punti e accetta l'uno contro uno con il temutissimo Giannis Antetokounmpo (autore comunque di una doppia doppia da 32 punti e 11 rimbalzi, che però stavolta non basta a far vincere i suoi). Due i momenti chiave della partita: il terzo quarto, in cui i gialloviola si inventano un parziale di 18-0, e il quarto, in cui sale in cattedra Anthony Davis: 14 dei suoi 30 punti complessivi arrivano in questo periodo.

NEW YORK KNICKS-OKLAHOMA CITY THUNDER 103-126

Una vittoria importante in ottica playoff, con un italiano nei panni del trascinatore della squadra. La ottengono i Thunder nel prestigioso Madison Square Garden, che ritrova un vecchio amico come Danilo Gallinari che non si fa però certo bloccare dall'emozione: sono infatti 22 i punti a referto nella sua partita, top scorer di una serata ancora una volta amare per i Knicks. Oklahoma City rimane infatti in controllo sin dalle primissime fasi della partita, tanto che all'intervallo lungo è già sul +13 e nel secondo tempo può limitarsi a controllare. Questo permette anche a Chris Paul di prendersi una doppia doppia con 21 punti e 12 assist, mentre in casa New York nessuno va oltre i 18 di Elfrid Payton.

NEW ORLEANS PELICANS-MIAMI HEAT 110-104

I Pelicans ripartono dopo tre ko consecutivi e rinfocolano il sogno playoff riaccorciando le distanze sui Grizzlies ottavi a Ovest. Merito della basilare vittoria ottenuta allo Smoothie King Center sui lanciatissimi Heat, reduci invece da un filotto decisamente positivo. New Orleans scappa, poi rischia tantissimo del finale e resiste al ritorno degli ospiti capaci di riaprire la partita dopo essersi trovati anche sul -15. Decisivi alla fine sono i 20 punti di Jrue Holiday, i 17 di Zion Williamson e di fatto anche i 9 di Nicolò Melli, calcolatrice alla mano. In casa Miami i rimpianti non mancano, anche perché Jimmy Butler arriva a quota 26 e la rivelazione Duncan Robinson a 24: per lui c'è anche il record di franchigia per il numero di triple realizzate in stagione, 233, ma la classifica degli Heat non si muove.

BROOKLYN NETS-SAN ANTONIO SPURS 139-120

L'unica smorfia italiana della notte, in Nba, ancora una volta è quella di Marco Belinelli. Ma le telecamere non la colgono, dato che al Barclays Center l'azzurro non c'è (al pari di LaMarcus Aldridge) e quindi non prende parte al nuovo ko degli Spurs, ora a metà del guado tra le residue speranze playoff e la necessità di non chiudere la stagione nei bassifondi della Western Conference. La batosta ottenuta contro Brooklyn del resto è parecchio dolorosa, anche più di quanto il punteggio finale non suggerisca: i Nets infatti dominano già dai primi minuti e si ritrovano anche sul +33, la difesa texana fa acqua da tutte le parti e Caris LeVert (in tripla doppia grazie a 27 punti, 11 rimbalzi e 10 assist) diventa un vero e proprio incubo. Ma ci sono da registrare anche i 20 punti di Joe Harris e i 19 di Spencer Dinwiddie e di Timothe Luwawu-Cabarrot. San Antonio ne trova 24 con DeMar DeRozan, ma è l'unica piccola nota di luce in una notte in cui il buio appare pesto come non mai.

DALLAS MAVERICKS-MEMPHIS GRIZZLIES 121-96

Pensare che, nella classifica della Western Conference, sono una settima e l'altra ottava. Dallas strapazza Memphis e così facendo alimenta i sogni playoff di almeno tre inseguitrici a Ovest (Portland, Sacramento, New Orleans), dando in più una dimostrazione di forza non indifferente al pubblico dell'American Airlines Center. Luka Doncic fa il suo con 21 punti e 6 assist, ma una volta tanto non è lui il vero trascinatore dei Mavericks quanto il "gemello" Kristaps Porzingis che si regala una nuova doppia doppia da urlo grazie ai suoi 26 punti e 11 rimbalzi. In casa Grizzlies i playoff sono per il momento ancora in cassaforte, ma non è certo consigliabile dormire sugli allori: dietro non scherzano. E così il fatto che il miglior marcatore di serata sia Josh Jackson a quota 16 non può che rappresentare un dato da migliorare il più possibile.

BOSTON CELTICS-UTAH JAZZ 94-99

Non è forse Lakers contro Bucks, ma anche la sfida del TD Garden mette l'una contro l'altra due forze importanti dell'Est e dell'Ovest. Il risultato è probabilmente meno spettacolare rispetto a quanto visto allo Staples Center, ma certifica un dato: questi Jazz hanno una solidità di cui tutti dovranno tenere conto. Utah vince infatti la quarta partita consecutiva e taglia tutti i rifornimenti ai padroni di casa dei Celtics, che certo devono fare a meno di Jaylen Brown e Gordon Hayward (ex della partita) ma sprecano anche l'iniziale vantaggio di 11 punti. A nulla serve dunque la prestazione di livello di Marcus Smart (29 punti), dato che Jayson Tatum (18) e Kemba Walker (13) lo supportano fino a un certo punto. Dall'altra parte riesce finalmente a incidere Mike Conley, che di punti ne mette a referto 25 e rappresenta solo l'ultima di una serie di ottime notizie che si stanno susseguendo l'una dopo l'altra a Salt Lake City.

CHICAGO BULLS-INDIANA PACERS 102-108

L'andamento ondivago di Philadelphia nella Eastern Conference è uno dei grandi temi dell'anno e, alla lunga, Indiana riesce in una missione che solo qualche settimana fa sarebbe sembrata quantomeno improbabile: acchiappare i Sixers in classifica. I Pacers invece raggiungono il record dei rivali attualmente quinti a Est e sperano in una posizione di grande prestigio in vista dei playoff, e lo fanno grazie a una bella vittoria a Chicago. Bella perché figlia di una prestazione mostruosa di Domantas Sabonis, che mette a referto 24 punti e 12 rimbalzi che permettono agli ospiti di centrare la quinta vittoria nelle ultime sei gare. E la rimonta dei Bulls nel quarto periodo non è sufficiente a riaprire una partita già persa, nonostante l'emergente Coby White faccia registrare 26 punti e Shaquille Harrison si inventi una serata da 25 (massimo in carriera per lui).

PHOENIX SUNS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 127-117

Se Memphis cade e Portland non ne approfitta, nemmeno sul campo dei Suns che quest'anno hanno ben poco da chiedere alla loro stagione, allora il discorso playoff a Ovest è ben più chiuso di quanto i freddi numeri non suggeriscano. Phoenix torna infatti a sorridere in casa dove aveva perso le ultime quattro, ritrova un Devin Booker protagonista (23 punti) e scopre un Dario Saric mattatore con 24, ma soprattutto scopre un Aron Baynes che con 37 punti e 16 rimbalzi indovina la miglior partita della carriera. Un autentico exploit, che lascia di stucco i Blazers. Che non è che in Arizona non se la giochino, visto che CJ McCollum arriva a quota 25 punti, Damian Lillard a 24 e Hassam Whiteside centra addirittura una doppia doppia da 23+20. Ma sono notti così che possono rappresentare il pendolo di una stagione, e a Portland sanno che ora le cose potrebbero aver svoltato in negativo.

WASHINGTON WIZARDS-ATLANTA HAWKS 118-112

Il sogno playoff non è ancora morto a Washington, dove gli Wizards vincono una partita non banale con Atlanta: i padroni di casa costruiscono un vantaggio di 19 punti, che viene però rosicchiato minuto dopo minuto dai volenterosi Hawks, che pur estromessi da tutto vogliono fare il possibile per togliersi qualche soddisfazione anche quest'anno. I capitolini possono però avvalersi di un Bradley Beal da 35 punti, trascinatore di una squadra il cui andamento resta altalenante ma che tutto sommato è ancora in corsa per tutto. Dall'altra parte è invece assente la stellina Trae Young, così deve pensarci l'ancor più acerbo Cam Reddish a trascinare i suoi. Il rookie dà vita a una prestazione da applausi, mettendo a referto 28 punti che però non sono sufficienti. Così come i 26 con 10 rimbalzi di John Collins. Ad Atlanta, però, il merito di stare continuando a combattere in una stagione già ampiamente compromessa.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-ORLANDO MAGIC 118-132

Una delle squadre più depresse a Ovest era e resta invece Minnesota, travolta a domicilio dai Magic in cui Nikola Vucevic fa registrare 28 punti e 12 rimbalzi. Orlando vince senza particolari grattacapi e mantiene l'ottavo posto in Eastern Conference con un vantaggio tranquillizzante su Washington, nonostante un briciolo di apprensione per un lieve malore occorso a coach Steve Clifford. In casa T'Wolves il solo Malik Beasley prova a tenere in piedi la carretta con i suoi 29 punti, in particolare in un secondo tempo in cui anche Markelle Fultz (24) abbandona mentalmente il campo. E a Minneapolis è davvero notte fonda.
 

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