NBA

Nba: Lakers e Bucks fanno otto di fila, Gallinari protagonista e i Thunder abbattono Golden State

LeBron James e Antetokounmpo (che fa 50 punti) mattatori per le due forze dominanti a Ovest e Est. Solo panchina per Belinelli

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Sono Lakers e Bucks i dominatori di questa prima fase di regular season in Nba. Los Angeles espugna San Antonio e grazie al 104-114 sul campo degli Spurs vince l'ottava di fila (33 punti e 14 assist per LeBron James, Marco Belinelli passa l'intera partita in panchina). Stesso filotto per Milwaukee, che batte Utah 122-118 grazie a un Giannis Antetokounmpo da 50 punti. Danilo Gallinari protagonista nel 100-97 con cui i Thunder battono Golden State.

Getty Images

SAN ANTONIO SPURS-LOS ANGELES LAKERS 104-114
San Antonio lo scopre ancora una volta a sue spese, visto che già una volta era caduta all'AT&T Center contro i Lakers nel corso della stagione: quest'anno i gialloviola fanno sul serio. Vero è che rispetto al precedente del 4 novembre i giochi rimangono più aperti, ma resta un fatto: i californiani appaiono indomabili e arrivano a otto vittorie di fila in Nba, ossia 15 in appena 17 partite. Gli Spurs lottano allo spasimo e per i primi tre quarti se la giocano alla pari, ma nell'ultimo non c'è più nulla da fare di fronte a un LeBron James da 33 punti e 14 assist e al solito, efficacissimo Anthony Davis (19 punti e 12 rimbalzi). Los Angeles è in fuga, San Antonio si ritrova sempre più indietro nella Western Conference: le sconfitte sono ora ben 12 a fronte di soli 6 successi, e non bastano le prove rimarchevoli di LaMarcus Aldridge (30 punti) e DeMar DeRozan (24). Anche perché Marco Belinelli rimane in panchina per tutti i 48 minuti non giocando nemmeno un secondo di partita: da quando è tornato Popovich non era mai successo, se non a causa di problemi fisici. Stavolta invece la scelta è solo tecnica.

GOLDEN STATE WARRIORS-OKLAHOMA CITY THUNDER 97-100
Non erano probabilmente gli avversari più arcigni che Oklahoma City potesse trovare sul proprio cammino, visto che i Warriors si ritrovano con il peggior record dell'intera Nba, ma è comunque di capitale importanza la vittoria trovata dai Thunder in quel di San Francisco, visto che permette di interrompere un preoccupante ruolino di tre ko consecutivi. E visto soprattutto che la vittoria è tiratissima e costruita da una splendida azione nel finale sull'asse tra Danilo Gallinari e Chris Paul, con quest'ultimo autore del canestro decisivo a 36 secondi dalla sirena. L'ennesima beffa per i californiani, che nel quarto periodo si erano trovati anche sul +14 e che vedono come un dato completamente inutile quello di piazzare i due top scorer di serata (Robinson a 25, Bowman a 24). OKC si stringe invece intorno a una squadra che non perde mai di vista l'obiettivo della vittoria, e in cui Dennis Schroder parte dalla panchina e arriva a 22 punti. Arriva invece a 20 Chris Paul, ma è da sottolineare la prova di Gallinari: 15 punti, 7 rimbalzi e 6 assist per lui, ma soprattutto il guizzo che vale la vittoria per i Thunder.

MILWAUKEE BUCKS-UTAH JAZZ 122-118
Quando due tra le squadre più belle e vincenti della lega si scontrano, quasi inevitabilmente a scaturirne è una partita vibrante, spettacolare e decisa solo in un finale palpitante. Ovviamente dal giocatore più atteso e rappresentativo, che tanto per dare un'ulteriore riprova di sé ci infila il suo nuovo massimo stagionale. Così i Bucks abbattono Utah regalandosi l'ottava vittoria consecutiva, confermandosi squadra dal miglior record della Eastern Conference. Lo fanno a danno dei Jazz, capaci di riportarsi da -7 a -2 nel corso dell'ultimo minuto e poi stroncati dall'ultima grande azione di Milwaukee. Che celebra ancora una volta un sontuoso Giannis Antetokounmpo, di nuovo in doppia doppia (la diciassettesima in stagione) e che stavolta a 14 rimbalzi abbina 50 punti: mai così tanti per lui, in un inizio stagione comunque folgorante. E agli ospiti, che cadono dopo tre successi di fila, non bastano i 24 punti di Bojan Bogdanovic e i 20 di Mitchell.

BOSTON CELTICS-SACRAMENTO KINGS 103-102
Boston si conferma una delle realtà più solide della Eastern Conference centrando la vittoria numero 12 su 16 partite ricevendo al TD Garden i Kings, arrestandone una rincorsa che rimane comunque in piedi, tenuto conto che i californiani (i primi a battere i Celtics quest'anno) cadono di un solo punto. Il tour de force di Sacramento nelle città più importanti dell'Est degli Stati Uniti inizia a rivelarsi però un piccolo calvario, classifica alla mano (venerdì ko a Brooklyn, domenica vittoria a Washington, la caduta del lunedì notte a Boston, e mercoledì sarà già tempo di andare a Philadelphia). Per i Celtics sono decisivi Jaylen Brown (24 punti) e Jayson Tatum (20), ma soprattutto Marcus Smart, che ne picchia 17 con due canestri basilari nell'infuocato finale. I segnali per i Kings continuano però ad essere buoni, specie grazie a un Buddy Hield in continua crescita: i punti per lui in Massachusetts sono 41, nuovo massimo in carriera. Ne fa 13 Bogdan Bogdanovic, che però spedisce sul ferro il pallone del possibile sorpasso in extremis.

TORONTO RAPTORS-PHILADELPHIA 76ERS 101-96
Tra Toronto e Philadelphia l'incrocio non può essere banale in questa fase storica, dato che i canadesi sono campioni Nba in carica anche grazie alla serie di 7 partite in semifinale contro i Sixers lo scorso anno. E ancora una volta Phila viene beffata da una versione tanto sorniona quanto crudele dei Raptors, che all'inizio dell'ultimo minuto è in vantaggio di un solo punto e riesce a sfruttare nel migliore dei modi una terribile palla persa da Ben Simmons e due falli degli ospiti. Pascal Siakam si conferma grande protagonista, con 25 punti a segno, uno in più rispetto ai 24 di Fred VanVleet. Toronto continua ad abitare i piani altissimi della Eastern Conference (dove è seconda con un record di 12-4), mentre Philadelphia rallenta anche a causa di un dato pazzesco fatto registrare da Joel Embiid: 0 punti segnati in 32 minuti in campo, non gli era mai successo in carriera. E i 25 punti di Josh Richardson non cancellano una notte da profondo rosso per l'uomo che dei Sixers dovrebbe essere il trascinatore.

MIAMI HEAT-CHARLOTTE HORNETS 117-100
Bam Adebayo costruisce una nuova vittoria per Miami, che ha la meglio anche sugli Hornets e zitta zitta nella Eastern Conference conserva un record di 12-4, lo stesso di Toronto e Boston (certo non le due ultime arrivate). Gran parte del merito è proprio di questo altissimo 22enne (206 cm per quasi 120 kg), che si regala 21 punti e 13 rimbalzi e li regala agli Heat ancora imbattuti alla American Airlines Arena (sette partite e sette vittorie in stagione). Altrettanti ne fa Jimmy Butler, a sua volta a quota 21, mentre Charlotte non va oltre i 19 di Terry Rozier e i 16 a testa di Devonte' Graham e Malik Monk. Non è poco, ma non basta: e ora per gli ospiti, sotto da metà primo quarto e poi sempre costretti a inseguire a Miami, i ko di fila diventano cinque e la quota playoff è sempre più lontana.

ATLANTA HAWKS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 113-125
Minnesota si mette alle spalle una fase di campionato piuttosto delicata andando a raccogliere una facile vittoria sul campo degli Hawks fanalini di coda della Eastern Conference. In questo modo la franchigia di Minneapolis cementa la sua posizione che la vede attualmente a pieno titolo inserita nel discorso playoff, grazie soprattutto a un Karl-Anthony Towns che anche in Georgia è mattatore assoluto: per lui arrivano infatti 28 punti, 13 rimbalzi e 8 assist, che sommati ai 25 di Andrew Wiggins rappresentano le fondamenta per il successo dei T'Wolves che delle precedenti cinque ne avevano perse quattro. Male Atlanta, che aveva sperato di risollevarsi grazie a una botta di orgoglio in un secondo quarto da 34-16, naufragando però nel prosieguo della partita (che recita 71-49 per gli ospiti). E il povero Trae Young, autore di 37 punti e 9 assist per gli Hawks, deve ancora una volta digerire una sconfitta su cui non ha certo responsabilità. Bene anche Jabari Parker (22+7 rimbalzi), ma serve di più.

CLEVELAND CAVALIERS-BROOKLYN NETS 106-108
Sale a 9-8 il record dei Nets, sempre più tranquilli in zona playoff dopo aver battuto alla Rocket Mortgage FieldHouse una Cleveland che viceversa è in crollo sempre più verticale dopo il dodicesimo ko in diciassette uscite stagionali. I Cavs hanno però il merito di provarci fino alla fine, e di essere in partita fino a 1.9 secondi dalla sirena. Proprio in questo momento però arriva il cesto di Spencer Dinwiddie, che ancora una volta mette la firma su una vittoria importante di Brooklyn (la quarta di fila). Per lui i punti a fine partita sono 23, mentre Jarrett Allen trova una sontuosa doppia doppia (22+21). Stroncato invece il tentativo di rimonta di Cleveland, che era stata in grado di riacciuffare la partita dal -9 in cui si trovava a due minuti dalla fine. E i 23 punti di Jordan Clarkson e i 20+13 di Larry Nance servono solo per le statistiche, dato che ciò che resta è la settima sconfitta nelle ultime otto.

CHICAGO BULLS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 94-117
C'è vita a Portland. I Blazers arrestano il filotto di quattro ko di fila andando a vincere nella lontana Chicago, e facendolo nel nome di CJ McCollum (21 punti), Damian Lillard (13+12 assist), ma soprattutto Carmelo Anthony, finalmente decisivo con 25 punti fondamentali per Portland (di cui 12 in meno di sette minuti a inizio partita). Di fatto i Bulls già nel corso del secondo quarto escono dalla partita, ritrovandosi addirittura sul -22 nel terzo. Il finale è meno mortificante per la franchigia dell'Illinois, che però arriva a quattro ko di fila e rimane nella terra di nessuno in Eastern Conference, con i playoff che al momento rappresentano un'autentica chimera. E questa volta Chicago non può nemmeno aggrapparsi a Zach LaVine, dato che il mattatore della trasferta di Charlotte non va oltre quota 18 punti.

DETROIT PISTONS-ORLANDO MAGIC 103-88
Non è facile trovare una partita di Nba in cui una squadra segna la miseria di 33 punti nel corso di un intero tempo. Eppure è proprio questa l'impresa al contrario centrata dai Magic a Detroit: 15 punti nel terzo quarto e 18 in quello successivo per Orlando, che inevitabilmente cade a Detroit e vede i Pistons portarsi a una sola partita di ritardo da una rivale con cui la corsa all'ultimo posto valido per i playoff nella Eastern Conference si sta già infiammando. Intanto i padroni di casa lentamente stanno rialzando la testa, grazie anche a un Blake Griffin che sta tornando in condizione come dimostrato dai suoi 17 punti a referto. Meglio fa Luke Kennard, a quota 20 punti. Tanto basta contro una Orlando drammaticamente spuntata: top scorer è Terrence Ross, che parte dalla panchina e arriva a 19. E le assenze di Nikola Vucevic e Aaron Gordon non sono un alibi sufficiente a giustificare il disastro visto in Michigan.

INDIANA PACERS-MEMPHIS GRIZZLIES 126-114
La Bankers Life Fieldhouse si conferma terreno in cui è complicato andare a vincere. Specie se sei una squadra in difficoltà come i Grizzlies, giunta a quattro sconfitte di fila e che ne ha perse sei delle ultime nove. I Pacers vanno in scioltezza contro gli avversari provenienti dal Tennessee e prevalgono grazie alla serata ispirata di TJ Warren (26 punti) e ai punti pesanti di Jeremy Lamb (19) e Malcolm Brogdon (14). Mai quest'anno Indiana era riuscita a chiudere una partita a quota 126 punti, ulteriore sintomo delle difficoltà di Memphis che pure ha in Jaren Jackson il top scorer di serata a quota 28. Pesante però dover rinunciare per buona parte di partita alla stella Ja Morant, che pure rientra coraggiosamente in campo nel finale dopo aver abbandonato il campo sorretto a braccia dallo staff medico dopo una brutta caduta.
 

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