NBA

Nba: Lakers e Bucks arrivano a dieci vittorie di fila, San Antonio e Belinelli abbattono i Clippers

Altra notte da protagonisti per LeBron James e Antetokounmpo, a Gallinari il "derby" con Melli: i Thunder battono i Pelicans

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Sono dieci vittorie consecutive per Lakers e Bucks, che in Nba si confermano inarrestabili rispettivamente a Ovest e Est. I losangelini battono senza fatica Washington (125-103, 23 punti e 11 assist per LeBron James, 26+13 rimbalzi per Anthony Davis), Milwaukee stende Cleveland (Giannis Antetokounmpo arriva a quota 33+12 rimbalzi nel 110-119 finale). Si fermano invece i Clippers, battuti 107-97 dagli Spurs di Marco Belinelli (7 punti).

SAN ANTONIO SPURS-LOS ANGELES CLIPPERS 107-97

Un successo tanto importante quanto prestigioso, che oltretutto interrompe il cammino di una squadra (i Clippers) reduce da sette vittorie di fila. San Antonio rialza la testa e torna a respirare, nonostante la quota playoff rimanga decisamente lontana. In casa Spurs nessuno eccelle, ma tutti collaborano alla vittoria: lo dimostra il fatto che sono in sei a superare quota 10 punti al proprio attivo, con White e Aldridge che arrivano a 17. E non a caso top scorer di serata è invece qualcuno che proviene da Los Angeles, e per cui la trasferta in Texas non è certo banale: parliamo di Kawhi Leonard, che si spinge fino a 19 punti, 7 assist e 7 rimbalzi in una partita però dalle basse percentuali per lui (8/23). A vincere sono infatti gli Spurs, aiutati anche da un Marco Belinelli che gioca appena 13 minuti mettendo comunque a referto 7 punti.

OKLAHOMA CITY THUNDER-NEW ORLEANS PELICANS 109-104

L'occasione, in casa Pelicans, era quella di interrompere un filotto negativo di quattro vittorie in quel di Oklahoma City e in questo modo andare anche a sopravanzare in classifica i Thunder. Alla Chesapeake Energy Arena non succede però nulla di tutto questo, dato che sono i padroni di casa ad aggiudicarsi una sfida certamente non banale (New Orleans si ritrova sopra di 8 addirittura a quarto periodo inoltrato) e con sorpasso decisivo in un finale incandescente. L'ultimo minuto di partita presenta però un 6-0 firmato Chris Paul e Steven Adams che confeziona la vittoria per OKC. Una beffa per New Orleans, che si regala anche l'inutile soddisfazione del top scorer di serata (Brandon Ingram, 26 punti, il primo dei Thunder è Dennis Schroder a 25). Ma una discreta fetta dell'interesse nostrano per questa partita era riservata allo scontro tutto italiano tra Danilo Gallinari e Nicolò Melli: ebbene, in questo caso il primo surclassa il secondo, dato che per il Gallo arrivano 17 punti, 7 rimbalzi e 5 assist, mentre il connazionale rimane in campo 11 minuti non riuscendo a scrollarsi da quota 0.

LOS ANGELES LAKERS-WASHINGTON WIZARS 125-103

Questo inizio di stagione ha ormai già assunto i contorni della cavalcata trionfale e rischia seriamente di tramutarsi in una passeggiata quasi poco interessante per i Lakers, che certamente sapevano di non trovare nei Wizards una delle avversarie più complicate della lega, ma allo Staples Center la decima vittoria di fila appare quasi fin troppo facile per poterla realmente festeggiare. Di fatto la partita finisce nel primo quarto, quando i losangelini fanno sfogare Washington (che si porta su un inatteso 4-15) e poi la travolgono sotto un mortificante parziale di 33-8 che di fatto chiude ufficiosamente le ostilità con tre quarti di partita ancora da giocare. I big in gialloviola possono quindi addirittura permettersi di giocare a mezzo servizio, pur incidendo come al solito: LeBron James rimane in campo per 25 minuti, trovando in ogni caso una doppia doppia da 23 punti e 11 assist, Anthony Davis lo supera con 26 punti (di cui 15 nel primo quarto) e 13 rimbalzi in 27 minuti. Decisamente troppo per i Wizards, che provano a rispondere con Bradley Beal a 18 punti e Hachimura a 16. Ma non può bastare.

CLEVELAND CAVALIERS-MILWAUKEE BUCKS 110-119

Sono dieci successi di fila anche per i Bucks (che non ottenevano un simile traguardo da ben 34 anni), e anche qui vale il discorso fatto per i Lakers: Cleveland non rappresentava certo un ostacolo insormontabile. E infatti i Cavaliers rimangono in partita nel primo quarto, spariscono nel secondo e in avvio di terzo (in cui arrivano anche a -22) e poi rialzano la testa, quando ormai però è troppo tardi. Il reale motivo sono però i minuti di riposo concessi a Giannis Antetokounmpo, che comunque si regala un'altra notte da top scorer e grazie ai suoi 33 punti e 12 rimbalzi centra la doppia doppia numero 19 da inizio stagione (il che vuol dire che ne è arrivata una in ogni partita giocata fin qui). Per i Bucks è però decisiva anche la panchina, con George Hill che di punti ne realizza 18. I Cavs fanno di tutto per regalarsi la gioia più inattesa: fermare l'inarrestabile forza della Eastern Conference. E mandare tutto il quintetto in doppia cifra (Darius Garland si spinge a 21 punti a referto) lo dimostra, così come i 42 punti segnati nel solo terzo quarto. Peccato che contro questa Milwaukee, quest'anno, non basti nemmeno questo.

ORLANDO MAGIC-TORONTO RAPTORS 83-90

Quando segni 90 punti in Nba e vinci lo stesso la partita, allora diventa a chiaro a tutti perché sei legittimamente la squadra campione in carica del campionato più competitivo del mondo. I Raptors espugnano Orlando e trovano la sesta vittoria di fila confermandosi seconda forza della Eastern Conference alle spalle dei lanciatissimi Bucks, in tutto in una notte dalle polveri bagnate e in cui Pascal Siakam non va oltre 10 punti all'attivo con una mortificante percentuale al tiro di 4/22. La partita regala però moltissimi errori al tiro anche in casa Magic (grandi meriti alla difesa di Toronto) e così un parziale di 26-12 diventa decisivo per i campioni, guidati per una notte da un Norman Powell che realizza 33 punti e da Fred VanVleet che arriva a quota 22. Tanto basta per decidere una partita tesa e poco spettacolare, in cui i padroni di casa non vanno oltre i 19 di Fournier. E, quasi inevitabilmente, non basta.

MIAMI HEAT-GOLDEN STATE WARRIORS 122-105

Miami travolge ciò che resta di Golden State, concedendosi anche il lusso di illudere gli Warriors di poter riaprire una partita iniziata con un parziale di 41-21. All'American Airlines Arena i californiani lottano per quelle che sono le loro possibilità, ma dopo una rimonta da applausi arriva un'altra scoppola da 8-27 che stronca le loro speranze. In casa gli Heat per ora hanno solo vinto e contro Golden State decisivi diventano protagonisti inattesi come Dragic e Herro, entrambi partiti dalla panchina e giunti a fine partita rispettivamente a quota 20 e 19 punti. A 20 arriva anche Poole in casa Warriors, anche lui fuori dal quintetto iniziale. Ma dopo l'illusorio successo contro i Bulls è una nuova caduta a caratterizzare il cammino dei vicecampioni in carica della Nba. Che quest'anno guardano tutte le squadre della franchigia dall'ultimissimo posto, almeno per il momento.

INDIANA PACERS-ATLANTA HAWKS 105-104 OT

Se c'era bisogno di un'ulteriore conferma, la Bankers Life Fieldhouse la regala al pubblico di casa al termine di una sfida delicatissima e risolta solo all'overtime: i Pacers arrivano a quota cinque vittorie di fila, abbattendo i volenterosi Hawks che per una sera giocano dimenticandosi di essere fanalino di coda della Eastern Conference. A mettere la firma sulla vittoria è TJ Warren, grazie alla tripla che chiude le ostilità e stronca la resistenza di Atlanta, in grado di recuperare per ben due volte una partita che sembrava già persa. Una beffa atroce per un fuoriclasse come Trae Young, che agli ospiti regala una prestazione da 49 punti eguagliando il proprio massimo in carriera. Non basta però contro una squadra che sembra ormai aver trovato la quadratura del cerchio, come dimostrato dal fatto che l'intero quintetto titolare chiuda in doppia cifra (a partire dai 20 punti di Lamb e i 17 a testa di Turner e Sabonis).

PHOENIX SUNS-DALLAS MAVERICKS 113-120

Torna a correre Dallas, che dopo il ko interno con i Clippers espugna la Talking Stick Resort Arena e rifila ai Suns una sconfitta che manda i padroni di casa a una sola partita dalla fuoriuscita dalla zona playoff. Brutte notizie per Phoenix, capace di rialzarsi dopo un secondo quarto da dimenticare e di portarsi anche sul +10 nel terzo periodo. La doppia doppia di Kelly Oubre Jr (22 punti e 10 rimbalzi) non basta però contro un Luka Doncic strepitoso e che chiude a quota 42 punti: per lui è il massimo in carriera eguagliato, a cui vanno aggiunti 11 assist per una doppia doppia sontuosa. E anche in una serata da dimenticare per Kristaps Porzingis (che di punti ne mette a referto appena 2), i Mavericks riprendono la loro corsa verso la post season.

NEW YORK KNICKS-PHILADELPHIA 76ERS 95-101

In piena zona playoff nella Eastern Conference è invece senza problemi Philadelphia, che al Madison Square Garden si prende il lusso di regalare due quarti e mezzo ai derelitti Knicks prima di mettere la freccia e vincere la partita nell'ultimo parziale. Merito di un Joel Embiid nuovamente tirato a lucido (27 punti e 17 rimbalzi per lui) e di James Ennis III, che ne trova 20 di cui ben 18 nel decisivo secondo tempo. Così i Sixers vincono la sesta partita delle ultime sette, mentre a New York rimane il rimpianto di aver perso ancora una volta (la quindicesima in 19 partite) nonostante una partita in cui il vantaggio era arrivato anche sul +16. E i buoni segnali da parte di Marcus Morris e RJ Barrett (rispettivamente 20 e 18 punti), uniti a quelli ottimi di Julius Randle (22+10 rimbalzi) non fanno che aumentare i rimpianti.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-CHICAGO BULLS 107-103

Nella Western Conference qualcuno se ne sta già accorgendo, ed è bene che tutti recepiscano il messaggio prima che sia troppo tardi: attenzione al ritorno di Portland. I Trail Blazers centrano la terza vittoria di fila e ora vedono un approdo in zona playoff non più così lontano, anche se ultimamente battere i Bulls è impresa certamente non complicata per nessuno. Tuttavia al Moda Center la sfida è aperta, tanto che i padroni di casa mai riescono a portare il vantaggio oltre i 12 punti e nel corso del quarto parziale si fanno anche raggiungere da Chicago. Diventa così fondamentale la doppia doppia di Carmelo Anthony (23 punti e 11 rimbalzi), secondo miglior marcatore dei suoi dopo Damian Lillard (28). Importante anche il contributo di CJ McCollum che arriva a quota 20. Per i Bulls è Zach LaVine a provare a tenere in piedi la baracca con 28 punti, ma Chicago raccoglie il terzo ko di fila e continua a navigare nei bassifondi della Eastern Conference.

MEMPHIS GRIZZLIES-UTAH JAZZ 94-103

I Jazz si confermano realtà decisamente in salute nella Western Conference, andando a prendersi una vittoria di grande importanza sul parquet del FedExForum, contro una versione decisamente positiva dei non certo inarrestabili Grizzlies, che però contro la franchigia di Salt Lake City sperano a lungo, come dimostrato dal +15 con cui si va all'intervallo lungo. La ripresa cambia però la faccia a Utah, che centra un parziale di 35-18 e va a vincere la partita grazie a un Bojan Bogdanovic da 33 punti ancora una volta decisivo. Resta invece impaludata nel penultimo posto a Ovest una Memphis a cui non basta l'interessante doppia doppia di Jonas Valanciunas (22 punti e 17 rimbalzi), anche perché il resto della squadra non va oltre gli 11 a testa di Ja Morant e Dillon Brooks.

DETROIT PISTONS-CHARLOTTE HORNETS 107-110

Era importante per Charlotte ottenere un successo sul parquet di una Detroit in cui i problemi non mancano, anche per rendere più solido l'ottavo posto nella Eastern Conference, garanzia di un posticino nei playoff. E la vittoria puntualmente arriva, sebbene con il groppo in gola sulla sirena di un tiro di Langston Galloway che per poco non prolungava la sfida all'overtime. Altra notte da dimenticare quindi per i Pistons, dove pure Derrick Rose chiude a quota 23 punti, Luke Kennard a 21 e Andre Drummond trova la doppia doppia (15+19 rimbalzi). Gli Hornets possono quindi gioire e applaudire il rookie PJ Washington, autore di 26 punti con un ruolino perfetto dall'arco (3/3). C'è anche un Terry Rozier che arriva a 23, altro fiore all'occhiello di un quintetto di partenza tutto oltre quota 13 punti.

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