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Nba: i Suns passano a Denver, Houston manda ko Oklahoma. Vincono Lakers e Warriors

Serata no per Jokic e compagni, sconfitti da Phoenix tra le mura amiche. I Nuggets restano comunque in vetta alla Western Conference

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Nba: i Suns passano a Denver, Houston manda ko Oklahoma. Vincono Lakers e Warriors - foto 1
© Getty Images

Il big match della notte Nba va ai Phoenix Suns, che espugnano Denver e vincono 104-97 contro la capolista della Western Conference (51-22). Si riduce così a una sola vittoria il margine dei Nuggets, inseguiti ora da un duo: Minnesota regola i Pistons e aggancia Okc (50-22), ko contro Houston. Vincono Lakers, Clippers e Warriors. Sorprendenti sconfitte per Cleveland e Indiana: Charlotte manda ko i Cavs, i Bulls superano i Pacers. Decollano i Knicks.

DENVER NUGGETS-PHOENIX SUNS 97-104

Il big match della nottata sorride ai Phoenix Suns, che approfittano della serataccia dei Nuggets per espugnare il palazzetto della capolista della Western Conference (51-22). Decisivo un parziale da 10-0 nel terzo quarto, che stabilisce un divario che risulòterà incolmabile tra le squadre: i padroni in carica non riescono a rientrare e perdono 104-97. Denver paga una serataccia da tre (10/40) e l'assenza di Jamal Murray, ma anche qualche problemino fisico per Nikola Jokic. Il serbo appare visibilmente affaticato e acciaccato nel finale, pur sfiorando la tripla doppia con 22 punti, 9 rimbalzi e 10 assist. Alle sue spalle i 18 punti di Gordon e Michael Porter Jr, ma questi numeri non bastano. La spuntano i Suns sotto la spinta di un sontuoso Kevin Durant: 30 punti e 13 rimbalzi per lui, che firma l'allungo decisivo e tira 12/20 dal campo, risultato imprendibile. Doppia cifra anche per Booker (17) e Allen (13) tra gli altri, ma è KD a fare la differenza. Esultano dunque i Suns, che consolidano il loro settimo posto a Ovest (43-30) e tornano a sognare un posto diretto nei playoff: la top-6 dista una vittoria. 

OKLAHOMA CITY THUNDER-HOUSTON ROCKETS 126-132 dts

L'assenza di Shai Gilgeous-Alexander per un problema al quadricipite si rivela estremamente deleteria per i Thunder contro una delle squadre più in forma della lega, che recupera lo svantaggio accumulato nel terzo quarto e porta la sfida ai supplementari. Nel tempo addizionale la gara è emozionante e il punteggio di 20-14 sorride agli Houston Rockets, che centrano la decima vittoria consecutiva e migliorano il loro score: resta l'undicesima posizione, ma con 37 vittorie e 35 ko ora i play-in sono vicinissimi, vista anche l'incostanza dei Warriors. Il trascinatore assoluto di Houston è Jalen Green che, complice l'assenza di Alperen Sengun, è diventato il leader unico della squadra e non tarda a farlo vedere: 37 punti, 10 rimbalzi e 7 assist per la guardia, che tira 14/24 dal campo e 7/11 da tre. Alle sue spalle l'ottima prova di Amen Thompson con 25 punti e 15 rimbalzi, precedendo Dillon Brooks (20) e Jabari Smith (16). Nei Thunder brilla Josh Giddey, che eguaglia il suo career-high (31 punti) precedendo un Jalen Williams da 23 punti e 10 assist. Oltre a Gilgeous-Alexander, manca anche Holmgren: solo 18 minuti e due punti per il lungo. Senza due stelle diventa dura per Okc, che subisce la sconfitta per 132-126 e si fa agganciare al secondo posto della Western Conference: si riforma la coppia con Minnesota (50-22). 

MINNESOTA TIMBERWOLVES-DETROIT PISTONS 106-91

Il già menzionato aggancio dei Minnesota Timberwolves ai Thunder, che va a ricomporre l'accoppiata che guidava la Western Conference all'inizio dell'anno, questa volta al secondo posto (50-22), avviene dopo una gara in totale controllo. I padroni di casa dominano in area (60-34) contro i Detroit Pistons e non vedono mai in bilico il loro successo, nonostante il punteggio sia equilibrato a metà gara. Nella ripresa i T'Wolves dilagano, nonostante la serataccia di Anthony Edwards (9 punti), e chiudono i giochi sul 106-91. Naz Reid è il top-scorer con 21 punti e 10 rimbalzi, precedendo McDaniels (20) e Anderson (14), con Gobert in doppia doppia da 11 punti e 14 rimbalzi. Ai Pistons, tuttora senza Simone Fontecchio, non bastano i consueti sforzi di Cade Cunningham, che chiude con 32 punti e nessun supporto concreto dai compagni. I Pistons restano così ultimissimi a Est, con una serie aperta di otto ko consecutivi e uno score di 12 vittorie e 61 ko in stagione. 

TORONTO RAPTORS-NEW YORK KNICKS 101-145

Successo dominante dei New York Knicks, che passeggiano sulle macerie di una Toronto che è falcidiata dagli infortuni e ha deciso da settimane di concentrarsi già sulla prossima stagione e sulla ricerca di un vantaggio nel Draft. I canadesi non sono mai in gara e affondano di fronte al proprio pubblico, che assiste a una gara dal punteggio elevatissimo: i newyorkesi sono già a 80 punti (+21) dopo i primi due quarti e vincono 145-101. Non c'è opposizione difensiva dei Raptors, che hanno in Gradey Dick (23) e Gary Trent Jr. (18) le loro uniche gioie. Brillano invece i Knicks, con McBride top-scorer con 29 punti davanti a Brunson (26) e ad un Achiuwa da 19 punti e 12 rimbalzi. Doppia cifra anche per Bojan Bogdanovic (18), DiVincenzo (16) e Hartenstein (15) nella grande serata della formazione ospite, che sale al terzo posto nell'Eastern Conference e scavalca Cleveland (44-28). Toronto resta invece al 12° posto, con uno score di 23 vittorie e 50 sconfitte: 12 di queste sono consecutive, nel completo tracollo dopo la trade deadline. 

CHARLOTTE HORNETS-CLEVELAND CAVALIERS 118-111

La grande sorpresa arriva da Charlotte, dove i Cleveland Cavaliers gettano alle ortiche un margine di dieci punti costruito nel primo quarto, si fanno raggiungere e superare dalla terzultima forza dell'Eastern Conference. Nel finale sono gli Hornets a fare la differenza, fino a conquistare una meritata vittoria per 118-111, che è frutto di una sontuosa prova di squadra: sono ben sette, infatti, i giocatori in doppia cifra per la formazione vincente. Il trascinatore è il rookie Brandon Miller, che conferma di vivere una stagione da sogno e chiude con 31 punti e sette triple realizzate: tra queste, il canestro che chiude i giochi a 25" dal termine. Alle sue spalle brillano Miles Bridges e Mann con 17 punti, precedendo Grant Williams e due protagonisti silenziosi del match: doppia doppia per Micic (11+12 assist) e Richards (11+10). Ai Cavs, estremamente sottotono e tuttora senza Donovan Mitchell, non bastano i 24 punti di Allen e i 19 di Strus, con Merrill (17) e Garland (14+12 assist) a loro volta protagonisti. L'ex seconda forza dell'Eastern Conference scivola così in quarta posizione (44-29), mentre Charlotte resta terzultima a Est (18-54). 

PHILADELPHIA 76ERS-LOS ANGELES CLIPPERS 107-108

Un finale punto a punto sorride ai Los Angeles Clippers, che la spuntano sui Sixers dopo un'azione concitata e contestata: Kawhi Leonard ferma la conclusione di Kelly Oubre che è destinata a canestro, ma gli arbitri non fischiano nulla. Ne segue una mini-rissa che inquina una gara che era stata emozionante e spettacolare, con Philadelphia in controllo fino a subire un parziale di 33-28 nell'ultimo quarto, decisivo per il successo dei Clippers col punteggio di 108-107. L'uomo che sposta gli equilibri per gli ospiti, che ne portano sette in doppia cifra, è Paul George: 22 punti e 10 rimbalzi per lui, che precede Kawhi Leonard (17) e un James Harden da 16 punti e 14 assist. Non bastano i 26 punti, con 8 assist e 7 rimbalzi, di Tyrese Maxey invece ai Sixers: Hield (17) e Oubre (17+11) danno un buonissimo contributo, ma arriva una bruciante sconfitta interna. Philadelphia resta ottava a Est (39-34), mentre i Clippers mantengono la quarta posizione nella Western Conference (45-27). 

CHICAGO BULLS-INDIANA PACERS 125-99

L'altra sorpresa della notte arriva col ko degli Indiana Pacers, che sorprende nelle modalità. Il match contro i Bulls dura di fatto un quarto, nel quale regna l'equilibrio, perché in seguito Chicago vola sul +21 e chiude agevolmente i giochi sul 125-99 con un ultimo periodo dominante (38-25), che spegne ogni tentativo o speranza di rimonta dei rivali. Sontuosa la prova dei padroni di casa, che controllano i ritmi di gioco e mettono in mostra tutto il loro potenziale offensivo: DeRozan (27) è il migliore precedendo un Vucevic in doppia doppia (22+12), White (18) e Dosunmu (17). Doppia cifra anche per Drummond e Caruso, mentre nei Pacers si salva solo un Nembhard da 18 punti: sottotono sia Siakam (14) che Haliburton (13). Indiana scivola così al sesto posto nell'Eastern Conference (41-33), dove i Bulls sono saldamente noni (35-38) e già pregustano i play-in.

ORLANDO MAGIC-GOLDEN STATE WARRIORS 93-101

Andrew Wiggins decide i giochi nell'ultimo quarto e gli Orlando Magic vengono sconfitti 101-93 dai Golden State Warriors, che avevano già ampiamente inciso nel primo quarto (27-11), prima di abbassare i ritmi e far tornare l'equilibrio. La prova sottotono dei Magic si vede nei numeri di Banchero e Franz Wagner, che chiudono rispettivamente con 15 e 14 punti senza incidere: sopperisce alla loro "assenza" Cole Anthony con 26 punti dalla panchina, ma non bastano. Vince il collettivo di Golden State, coi 23 punti di Wiggins e uno Steph Curry da 17 punti e 10 assist, che ispira anche Klay Thompson (15). I Warriors dominano a rimbalzo (52-39), concedono solo il 44% dal campo ai rivali ed escono vittoriosi, difendendo ancora la top-10 (38-34) dal rientro di una Houston che ha vinto dieci gare consecutive e sogna i play-in della Western Conference. Orlando, invece, resta quinta a Est (42-30). 

MEMPHIS GRIZZLIES-LOS ANGELES LAKERS 124-136

Senza Anthony Davis, out per un'iperestensione del ginocchio, i Los Angeles Lakers si regalano una grande serata in trasferta e sconfiggono 136-124 i Memphis Grizzlies. L'accelerazione decisiva avviene nel terzo quarto, quando le stelle dei Lakers entrano definitivamente in partita e i padroni di casa non riescono più a mantenere le distanze e contenere in difesa. Nasce così il dominio della formazione losangelina, che ha in LeBron James il suo frontman: 23 punti, 14 rimbalzi e 12 assist per la tripla doppia di King James, che non risulta però il top-scorer dei suoi e chiude alla pari di Russell (23). L'uomo copertina nel successo sui Grizzlies è infatti Rui Hachimura che, in una serata che vede i Lakers portarne sette in doppia cifra, chiude con 32 punti e 10 rimbalzi: 7/8 da tre per lui. Ai Grizzlies, sempre molto rimaneggiati, non bastano i 26 punti con 16 assist di Desmond Bane e l'ottima prova di LaRavia (25) per evitare il ko. Memphis resta terzultima a Ovest (24-49), dove i Lakers consolidano la nona posizione (41-32) col loro quinto successo di fila.

ATLANTA HAWKS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 120-106

Non c'è partita tra gli Atlanta Hawks e i Portland Trail Blazers, che resistono un quarto e poi subiscono il parziale dell'allungo dei rivali, senza più riuscire a portarsi a distanza di sicurezza e/o acciuffarli. I padroni di casa ottengono così un meritato successo per 120-106, con un Dejounte Murray ampiamente sugli scudi: è lui il top-scorer degli Hawks con 30 punti e 7 assist, precedendo il sorprendente Garrison Matthews che ne mette a referto 21 dalla panchina. Nei Blazers l'uomo che prova a salvare il salvabile è ancora Delano Banton, con 31 punti e 9 assist da subentrante, mentre prosegue l'annata-no di Scoot Henderson con soli 16 punti a referto. Portland resta terzultima a Ovest (19-54) e patisce l'ottava sconfitta consecutiva, mentre gli Hawks consolidano il decimo posto a Est (33-39). 

WASHINGTON WIZARDS-BROOKLYN NETS 119-122 dts

Servono i supplementari ai Brooklyn Nets per sconfiggere i Wizards, dopo che Finney-Smith sbaglia i due tiri liberi decisivi allo scadere dei tempi regolamentari. I Wizards pareggiano così i conti, per poi subire un parziale di 10-7 nell'extratime e rammaricarsi a loro volta per un'occasione sprecata: la tripla di Jordan Poole sulla sirena del tempo addizionale non va a segno e arriva il ko per 122-119 tra le mura amiche. La spuntano i Ness, che hyanno un Cam Thomas sontuoso: 14/27 al tiro e i jumper che decidono il supplementare, per un totale di 38 punti che gli consentono di essere il man of the match, precedendo Schroder (21) e Mikal Bridges (19). Brooklyn ottiene anche 17 punti e 13 rimbalzi da Claxton, mentre la prova sontuosa di Jordan Poole non basta ai Wizards: 38 punti per l'ex stella dei Warriors, che precede un ispirato Kuzma da 24 punti e 10 assist, ma anche gli ottimi Bagley III (18) e Avdija (17+12). Numeri che non bastano per evitare l'ennesimo ko dei Wizards, che restano penultimi a Est (14-59). I Nets, di contro, sono 11mi con uno score di 28-45: servirebbe un miracolo per i play-in, distanti cinque vittorie. 

UTAH JAZZ-SAN ANTONIO SPURS 111-118

Nella gara che mette di fronte due formazioni che non hanno più molto da chiedere alla stagione, la spuntano a sorpresa i San Antonio Spurs. Utah scivola in svantaggio dopo un primo quarto irriconoscibile (15-29) e non si riprende più, fino a subire la sconfitta col punteggio di 118-111. Devin Vassell è il migliore per gli ospiti, che tirano al 48.5% da tre e mostrano una grande alchimia di squadra, con 40 assist totali: 31 punti per lui, precedendo Wembanyama (19) e il trio composto da Sochan, Champagnie e Branham con 17 punti. Non bastano i 26 di Sexton e i 25 di Markkanen ai Jazz, tuttora molto sottotono. Utah mantiene così la sua 12a posizione nella Western Conference (29-44) e si conferma in caduta libera: sette ko consecutivi per la formazione di Salt Lake City. Secondo successo di fila, invece, per gli Spurs: Wembanyama e compagni non abbandonano però l'ultimo posto a Ovest (17-56). 
 

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