NBA

Nba, i Milwaukee Bucks vincono il loro secondo titolo

I Suns battuti 105-98 e serie chiusa sul 4-2. Il titolo mancava da 50 anni

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Trascinati da un leggendario Giannis Antetokounmpo, i Milwaukee Bucks hanno conquistato il secondo titolo Nba della loro storia (mancava da 50 anni, dal 1971) battendo in casa 105-98 i Phoenix Suns e vincendo 4-2 le finali al meglio delle 7 partite. L'ala greca ha dominato per tutta la partita sia in difesa che in attacco, realizzando una delle prestazioni più eclatanti della storia dell'Nba con 50 punti (solo altri sei atleti c'erano riusciti in una finale), 14 rimbalzi e cinque stoppate.

afp

I Milwaukee Bucks tornano sul tetto della lega cestistica numero uno al mondo 50 anni dopo l’ultimo (e fino alla scorsa notte unico) trionfo. Lo fanno al termine di una grande stagione, dopo avere dominato gara-6 contro i Phoenix Suns. Il 105-98 del Fiserv Forum chiude il discorso delle Finals sul 4-2 nonostante le prime due vittorie degli avversari. La maledizione degli uomini allenati da coach Budenholzer viene così interrotta dopo ben 50 anni esatti da quel loro primo anello.

Il primo quarto è letteralmente dominato da Milwaukee ed è chiuso sul 29-16 per i padroni di casa. Phoenix non molla e nel secondo periodo riesce a limitare l’attacco dei Bucks (solo 13 punti) e, guidata in attacco da Chris Paul, riapre tutti i giochi con un parziale di 31-13 che spezzerebbe le gambe a chiunque. Ma non i neocampioni di Nba. E, soprattutto, non ad Antetokounmpo. Il greco segna 20 punti nel terzo quarto e riporta Milwaukee avanti. I Suns riescono a reagire a inizio ultimo periodo, ma i Bucks sono lanciatissimi, guidati da un incontenibile Giannis, pressoché infallibile ai liberi.

È veramente il trionfo assoluto per Antetokounmpo, il quale firma il suo massimo in carriera ai playoff nella gara che consegna ai Bucks l’anello: il greco ne fa 50 (praticamente metà dei punti della sua squadra) con 16/25 al tiro, aggiungendoci 14 rimbalzi e 5 stoppate in una prestazione leggendaria. Viene nominato all’unanimità MVP delle Finals ed è in lacrime a fine partita. Il destino vuole che il numero dei punti del n°34 dei Bucks sia lo stesso degli anni trascorsi dal primo e ultimo titolo della storia della franchigia: 50. Mezzo secolo.

Bene anche Kris Middleton (anche se non propriamente il migliore della serie), che si prende solo 13 tiri, chiude con 17 punti, ma porta in dote anche molto altro: 5 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi. Determinante il contributo anche da parte di Bobby Portis: in 23 minuti segna 16 punti con 6/10 al tiro uscendo dalla panchina, con il 40% da tre punti e il 100% ai liberi. Consacrata, così, una serie giocata sempre al massimo.

Phoenix gioca una partita altalenante, resistendo anche alla “sfuriata” di Antetokounmpo sul 77-77, ma senza trovare abbastanza attacco per rimanere nella partita nel quarto periodo. Chris Paul gioca un match di grande orgoglio, chiudendo con 26 punti e 5 assist in 39 minuti, tirando 11/19 dal campo ma senza riuscire a segnare quei canestri per tenere il passo dei padroni di casa e nemmeno a coinvolgere i compagni, pagando una brutta serata di squadra da tre punti (6/25 dall’arco). Sette di quegli errori dall’arco portano la firma di Devin Booker, che chiude con 19 punti ma anche 6 palle perse in 46 minuti di gioco, tirando solo 8/22 dal campo e -15 di plus-minus, senza mai riuscire davvero a mettersi in partita; nonostante alcune fiammate di talento.

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