Nba: Golden State va ko a Minneapolis e si infuria con gli arbitri, Denver ringrazia

I Warriors perdono 131-130 all'overtime e contestano due decisioni dei direttori di gara. I Nuggets li raggiungono al primo posto a ovest vincendo 115-105 in Oklahoma

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Spettacolo e polemiche nella notte di Nba. Golden State, nonostante i 37 di Curry, perde 131-130 contro Minnesota. Negli ultimi 5" dell'OT gli arbitri non convalidano un potenziale gioco da quattro di Durant, poi fischiano un fallo contestato a KD. Towns realizza dalla lunetta. GS è raggiunta al primo posto a ovest da Denver, vittoriosa 115-105 su Okc. Boston-Indiana 114-112 nello scontro diretto per il 4° posto a est. LeBron fa 27 punti, i Lakers battono 129-115 Charlotte.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-GOLDEN STATE WARRIORS 131-130 OT
Non si può che partire dalla fine nel raccontare la sconfitta di Golden State a Minneapolis, che fa perdere ai Warriors la leadership solitaria nella Western Conference. Due triple consecutive di Steph Curry portano i campioni in carica sul -3, con 23" da giocare nell'overtime. Golden State acciufferebbe il pari e il potenziale +1, perché Kevin Durant (23 punti) segnerebbe dalla punta dell'arco una tripla impossibile con fallo. Ma il condizionale è d'obbligo, perché gli arbitri giudicano che il tocco sul braccio di KD sia arrivato prima del movimento di tiro. Dunque, fallo semplice e rimessa laterale. Panchina infuriata, si decide di giocare su Curry, che dall'angolo, con mezzo secondo da giocare, trova la tripla numero 11 di una serata da 37 punti. Steph esulta polemicamente puntando il dito verso i direttori di gara. Ma il più deve ancora avvenire: rimessa per Minnesota a cercare Karl-Anthony Towns sotto canestro. Durant allunga un po' le braccia sull'avversario: fallo contestatissimo (e interviste nel post-gara ancora più bollenti), due tiri liberi per i T'Wolves. Towns mette dentro il primo e sbaglia il secondo per lasciar scorrere il cronometro. Finisce 131-130, Golden State recrimina per l'arbitraggio ma Durant fa mea culpa anzitutto per il +14 del terzo periodo gettato al vento. Per Minnesota il migliore è Wiggins con 24 punti. I Guerrieri della Baia (51-24) sono raggiunti da Denver ma guidano ancora la Western Conference in virtù degli scontri diretti a favore. Martedì notte lo scontro diretto in California.

OKLAHOMA CITY THUNDER-DENVER NUGGETS 105-115
Golden State cade, Denver riprende a correre. Dopo il rumoroso tonfo in casa di Houston, i Nuggets vincono sul parquet di Oklahoma, a caccia disperata di una vittoria che la riporti in una buona posizione playoff (adesso Okc è ottava e rischia seriamente di incrociare una tra Golden State e, appunto, Denver nel primo turno). La squadra del Colorado viene trascinata da Jamal Murray, che chiude con 27 punti, e Nikola Jokic che ne aggiunge 23 con 16 rimbalzi. A Okc non bastano i 25 punti e i 9 rimbalzi di Paul George, con la spalla sinistra claudicante, e i 27 di Russell Westbrook (con nove rimbalzi e altrettanti assist). La partita si tiene equilibrata fino all'intervallo (56-52 per Denver), con i Nuggets guidati da 13 punti di Murray e 12 (e altrettanti rimbalzi) per Jokic. Gli ospiti chiudono il terzo quarto con un break di 14-2, e nell'ultima frazione comandano anche di 14 (95-81). Westbrook prova a trascinare i suoi alla rimonta, ma Denver nella ripresa tira con il 62.5%, e ne segna 59 malgrado un solo tiro libero. Normale che per Okc (44-32) arrivi il sesto k.o. nelle ultime otto partite. I Nuggets (51-24) continuano la sfida a distanza con Golden State, in attesa dello scontro diretto.

ATLANTA HAWKS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 98-118
Anche senza Nurkic e McCollum Portland continua a mietere vittime. L'ultima è Atlanta, che si prende venti punti in una partita senza storia. Nel primo quarto si assiste allo spettacolo firmato Trae Young e Damian Lillard, con entrambi che segnano 18 punti. Spettacolo che continuerà solo per Lillard, che a fine gara registra un 36 sul tabellino (il 26esimo match con almeno 30 punti). Young invece rallenta nel corso del match e conclude con 26 punti. Portland va all'intervallo sul 60-51 e mette in cassaforte il match con un break di 16-0 nel terzo quarto, che regala un comodo +21. Il tentativo di rimonta da parte degli Hawks (27-49) all'alba dell'ultima frazione viene subito controllato da Collins (20 punti a referto) e un gioco da tre punti di Layman. Finisce 118-98 per Portland, alla sesta vittoria consecutiva, la nona nelle ultime dieci gare: i Trail Blazers (48-27) saranno un osso durissimo per tutti nei playoff.

BOSTON CELTICS-INDIANA PACERS 114-112
Al TD Garden prevale Boston nello scontro diretto per la quarta posizione a est. I Celtics iniziano molto meglio la partita e vanno sul 20-9, costringendo subito Indiana a inseguire. Gli ospiti tengono botta soprattutto grazie ai 18 punti di Bogdanovic nel primo tempo (saranno 27 a fine gara) e riescono ad andare all'intervallo lungo sotto solamente 63-60. I Pacers continuano ad attaccare e trovano il sorpasso nel terzo quarto, giocandosi gli ultimi 12' avanti di due lunghezze (91-89). Nell'ultima frazione, però, Indiana sporca di molto le percentuali al tiro e sta anche 2'42" a digiuno di canestri. Così Boston allunga di nuovo e si porta sul 105-99, ma Young, Collison e Bogdanovic ricuciono ancora il gap. Si gioca dunque punto a punto fino alla fine: sul 112 pari e a 10" dalla sirena, Collison sbaglia un jumper, Irving punisce con il layup decisivo e regala la vittoria per 114-112 ai verdi. Irving chiude anche da topscorer, con 30 punti. Boston adesso ha lo stesso record dei Pacers (45-31) ma è in vantaggio per gli scontri diretti: sarà probabilmente decisiva la sfida di setttimana prossima a Indianapolis.

UTAH JAZZ-WASHINGTON WIZARDS 128-124
Quarta vittoria consecutiva per Utah, insieme a Portland la squadra più in forma della lega. I Jazz battono in casa Washington e la elimina matematicamente dalla lotta per i playoff. I padroni di casa provano subito a scappare con un break di 19-4 che li porta sul 41-30 in apertura di seconda frazione, e con una schiacciata di Sefolosha vanno anche sul +15 (61-46). Ma Beal e Portis (34 e 28 punti, rispettivamente) piazzano cinque canestri consecutivi, decisivi per accorciare il gap fino al 63-59 della pausa. Utah prova ancora l'allungo con un break di 11-0 nel terzo quarto: in grande forma Donovan Mitchell, che chiude con 35 punti nonostante un problema a un occhio che lo ha tenuto fuori per gran parte del primo tempo. Washington risponde con un 13-0 appena prima della terza sirena, chiuso da un buzzer-beater di Jordan McRae. C'è ancora partita a Salt Lake City: Utah deve vincere per sperare in un primo turno playoff con il fattore campo a favore, e conduce per gran parte dell'ultima frazione, fino a quando Beal schiaccia per il 116-114. Un gioco da tre di Gobert e una tripla di Rubio porta al controsorpasso, il centro francese mette in ghiaccio il match con due tiri liberi (a proposito, Indiana perfetta in questo fondamentale con 18/18). Finisce 128-124: Utah (46-30) quinta a ovest, a due vittorie da Houston e una di vantaggio sui Clippers.

LOS ANGELES LAKERS-CHARLOTTE HORNETS 129-115
I 27 punti di LeBron James, conditi da nove assist, e i 25 di Kentavious Caldwell-Pope (6/10 da tre) sono decisivi per la vittoria dei Los Angeles Lakers contro Charlotte (inutile in termini di playoff). Gli Hornets (35-40) vedono così chiudersi la striscia di quattro vittorie consecutive e incappano in una sconfitta che potrebbe costare cara in chiave post-season, perché adesso la squadra di Michael Jordan è a due vittorie di distanza da Miami, ottava a est. Gli Hornets soffrono il giro palla offensivo dei Lakers (34-42), che nel match chiudono con 34 assist, metà dei quali provenienti da Rajon Rondo. I lacustri cercano poco la transizione (ricavando solo sedici punti da questa situazione) in favore di un gioco più ragionato che trova sempre l'uomo libero: le grandi percentuali al tiro ne sono ovvia conseguenza (33/53 da due, il 62%). Avanti 69-59 all'intervallo, Los Angeles nel terzo quarto piazza un break di 14-4 che taglia le gambe a Charlotte, a cui non bastano i 24 punti di Kemba Walker, che per la 28esima volta su altrettante partite perde contro LeBron in Nba: una vera e propria maledizione.

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