Nba: gli Spurs di Belinelli piegano Atlanta, Westbrook come Chamberlain

L'azzurro mette 6 punti nella vittoria di San Antonio, la stella dei Thunder chiude con una tripla doppia da 20 punti, 20 rimbalzi e 21 assist

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Nba: gli Spurs di Belinelli piegano Atlanta, Westbrook come Chamberlain
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Ormai non esistono più aggettivi per descrivere Russell Westbrook. La stella degli Oklahoma City Thunder scrive una pagina di storia Nba nella vittoria per 119-103 contro i Lakers, realizzando la seconda tripla doppia da 20+20+20 dopo quella di Wilt Chamberlain nel 1968. Vincono anche gli Spurs di Belinelli (6 punti), che superano Atlanta 117-111, mentre Golden State è sempre più prima a Ovest grazie al successo per 116-102 contro Denver.

OKLAHOMA CITY THUNDER-LOS ANGELES LAKERS 119-103
Numeri da capogiro. Russell Westbrook nel corso della propria carriera in Nba ci ha abituato a prestazioni da record. Le triple doppie, solo in questa stagione, sono 31, mentre in carriera sono addirittura 133. Mai, però, la stella di Oklahoma City era riuscita a registrarne una da 20+20+20. Serviva un'occasione speciale e, contro i Los Angeles Lakers, Westbrook ha voluto dedicare la propria impresa all'amico Nipsey Hussle, il rapper assassinato nella notte tra domenica e lunedì. Nella storia della Nba, il numero 0 dei Thunder è solo il secondo a far registrare questi numeri: il primo fu Wilt Chamberlain nel 1968, che chiuse una partita da 22 punti, 25 rimbalzi e 21 assist. Anche grazie alla leggendaria prova di Westbrook, OKC porta a casa una vittoria sofferta (119-103), che conferma il momento di grande difficoltà della squadra di coach Billy Donovan. Tutto il quintetto dei Thunder chiude in doppia cifra, guidato dai 22 punti di Jerami Grant e dai 19 di Paul George, oltre ai 15 dalla panchina di Dennis Schroder. Tra le fila dei Lakers, orfani di LeBron James fino al termine della stagione, il migliore è Kentavious Caldwell-Pope, che chiude con 23 punti, ai quali si aggiungono i 15 del solito Alex Caruso, in uscita dalla panchina. Nonostante la vittoria, Oklahoma City (45-33) resta all'ottavo posto nella Western Conference, mentre i Los Angeles Lakers sono decimi a Ovest con un record poco invidiabile di 35 vittorie e ben 43 sconfitte.

SAN ANTONIO SPURS-ATLANTA HAWKS 117-111

I San Antonio Spurs tornano alla vittoria dopo il passo falso contro Sacramento e restano al settimo posto nella Western Conference davanti agli Oklahoma City Thunder. All'AT&T Center finisce 117-111 contro gli Atlanta Hawks, crollati solo nell'ultimo quarto. Ancora una volta, i protagonisti per San Antonio sono LaMarcus Aldridge e DeMar DeRozan. Il primo chiude con una doppia doppia da 19 punti e 11 rimbalzi, mentre il secondo è il miglior realizzatore del match con 29 punti, conditi da 7 rimbalzi e 7 assist. A questi, si aggiungono anche i 23 punti di uno scatenato Derrick White. Si ferma, invece, la serie di partite in doppia cifra per Marco Belinelli che, in 25 minuti sul parquet, non riesce ad andare oltre quota 6 punti con parecchie difficoltà al tiro (2/10 dal campo e 2/8 dall'arco). Dall'altra parte, Atlanta non replica la rocambolesca vittoria all'ultimo secondo contro Milwaukee, cedendo di schianto nel finale e incassando un parziale da 31-21, che manda in ghiaccio la sfida. L'ultimo a smettere di crederci è Kent Bazemore che, in uscita dalla panchina, chiude con 26 punti, oscurando anche la prova della stellina Trae Young, autore di 15 punti e 6 assist. Per gli Spurs arriva così il successo numero 31 in stagione regolare tra le mura amiche (record al pari di Denver a Ovest), che permette agli Speroni di restare in settima posizione, mentre Atlanta non riesce a evitare la sconfitta numero 50 della propria annata.

SACRAMENTO KINGS-HOUSTON ROCKETS 105-130
Dopo la matematica esclusione dai playoff, i Sacramento Kings si erano tolti la bella soddisfazione di battere i San Antonio Spurs, la squadra che li aveva condannati a saltare la post season. Contro Houston, però, la forza dei nervi non basta e, nella notte, i Rockets hanno letteralmente strapazzato i californiani: 130-105 il punteggio finale. Un match mai realmente in discussione, che Houston controlla dall'inizio alla fine, archiviando la prima frazione di gioco già con un vantaggio in doppia cifra. A guidare l'attacco di coach Mike D'Antoni, come sempre, è James Harden, che gioca una partita 'normale' per i suoi standard: 36 punti e 10 assist. All'ennesimo trentello stagionale del 'Barba' si aggiungono i 19 di Eric Gordon e i 19 di Danuel House Jr., sempre più determinante in uscita dalla panchina. Troppa la differenza di valori in campo per Sacramento, che tenta un accenno di reazione solo nella terza frazione di gioco, senza riuscire mai a impensierire davvero i Rockets. La buona notizia, però, è il rientro di Marvin Bagley III, uno dei perni attorno al quale far ruotare la squadra del futuro. Il rookie chiude con una prova da 19 punti e 8 rimbalzi uscendo dalla panchina, mentre il migliore è Buddy Hield, autore di una prova da 20 punti, 7 rimbalzi e 5 assist. Grazie a questa vittoria, Houston trova la W numero 50 in stagione regolare e si riprende il terzo posto a Ovest, piazzando il contro-sorpasso nei confronti di Portland.

GOLDEN STATE WARRIORS-DENVER NUGGETS 116-102
I Golden State Warriors si confermano la miglior squadra della Western Conference. Nella sfida al vertice contro i Denver Nuggets, secondi, i campioni in carica si impongono 116-102 e portano a due partite il vantaggio nei confronti della squadra di coach Mike Malone in classifica, blindando, di fatto, il fattore campo per tutta la durata dei playoff a Ovest. Alla Oracle Arena, gli Warriors partono subito forte e approfittano delle difficoltà degli ospiti al tiro per andare al riposo lungo sul comodo +16. Il momento di grande difficoltà dell'attacco dei Nuggets continua, come testimoniamo le pessime percentuali: 37% di squadra e 23% dall'arco dei 3 punti. Golden State, però, si mostra superiore in quasi ogni voce statistica: sono 36 gli assist di squadra contro i 23 dei Nuggets e impressiona la differenza sotto canestro: 55 rimbalzi per i campioni contro i 40 di Denver. Solo le 24 palle perse da Curry e compagni consentono agli ospiti di provare un disperato tentativo di rimonta nel finale che, però, non si concretizza. A eccezione di Draymond Green, tutto il quintetto di coach Steve Kerr chiude in doppia cifra, con DeMarcus Cousins che gioca (forse) la miglior partita da quando si è trasferito nella Baia (28 punti e 13 rimbalzi). A questo, si aggiungono i 21 di Kevin Durant (espulso nel corso del terzo quarto) e i 30 degli Splash Brothers. Per Denver, invece, sono sette gli uomini in doppia cifra, ma nessuno riesce a fare meglio dei 17 di Jamal Murray. Deludente la prova di Nikola Jokic, che chiude con 10 punti e 5 rimbalzi in 27 minuti di utilizzo sul parquet.

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