BASKET

Nba: Gallinari trascina Atlanta contro Houston, Lillard ne fa 50 e Portland batte New Orleans

L’azzurro segna 29 punti nel 119-107 degli Hawks sui Rockets, serata magica per ‘Dame-Time’ che batte i Pelicans praticamente da solo. Si rialza Utah, bene Sixers e Lakers

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Danilo Gallinari è protagonista della notte Nba: grazie ai suoi 29 punti, Atlanta batte 119-107 i Rockets e conquista il sesto successo consecutivo. Il top scorer delle sette partite in programma è però Damian Lillard, che firma 50 punti nel 125-124 di Portland contro i Pelicans. Utah torna alla vittoria battendo 117-109 Boston, i Sixers senza Embiid superano 99-96 New York. Ok i Lakers (137-121 sui T-Wolves), sorridono anche Miami e Chicago.

HOUSTON ROCKETS-ATLANTA HAWKS 107-119
È Danilo Gallinari il protagonista principale della sesta vittoria consecutiva degli Hawks, ancora imbattuti dall’arrivo di coach Nate McMillan. Sul parquet del Toyota Center l’azzurro è particolarmente ispirato ed è il miglior marcatore dei suoi, con 29 punti frutto di un ottimo 10/14 al tiro, con 5 triple a segno su 8 tentativi. Per il Gallo anche 4/4 dalla lunetta, 6 rimbalzi, una stoppata e una palla rubata. Accanto a lui si fa notare anche John Collins, che mette a segno una doppia-doppia da 20 punti e 10 rimbalzi, mentre Trae Young preferisce distrubuire assist piuttosto che forzare la mano al tiro, e conclude con 13 punti e ben 14 passaggi decisivi. Dall’altra parte Houston si limita a tre giocatori in doppia cifra, guidati dai 34 punti di Victor Oladipo: è la sconfitta consecutiva numero 17 per i Rockets, tristissimo record di una franchigia ancora alla ricerca della propria identità dopo l’era Harden.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-NEW ORLEANS PELICANS 125-124
Regala emozioni a non finire la sfida del Moda Center, che Portland vince in volata grazie al suo fenomeno: sul tabellino di Damian Lillard, infatti, ci sono ben 50 punti, 20 dei quali realizzati in un incredibile quarto periodo in cui i Blazers completano la rimonta dal -17 con i canestri di ‘Dame-time’, che tra l’altro mette a referto anche 10 assist complessivi e segna i due liberi del sorpasso negli ultimi secondi. Può quindi concentrarsi sul ritrovare il ritmo partita C.J. McCollum, che rientra dopo due mesi esatti dall’infortunio al piede e realizza 10 punti nella vittoria dei suoi. Dall’altra parte i Pelicans ci provano fino all’ultimo, guidati dai 30 punti di Brandon Ingram e dai 28 di Zion Williamson, ma la ‘preghiera’ di quest’ultimo non trova risposta sulla sirena e la vittoria va ai padroni di casa. New Orleans alterna sul parquet dieci giocatori ma fra questi non c’è Nicolò Melli, tenuto in panchina per tutti i 48 minuti effettivi da coach Stan Van Gundy.

BOSTON CELTICS-UTAH JAZZ 109-117
Grazie a un ultimo quarto da 40 punti, i Jazz capolista dell’intera Nba provano a ripartire dopo un periodo complesso, caratterizzato da quattro sconfitte in sei partite. Lo fanno contro dei Celtics agguerriti, affidandosi in attacco al trio composto da Donovan Mitchell, Mike Conley e Jordan Clarkson: 21 punti di ‘Spida’, decisivo nel finale con le sue triple, 17 da parte dell’ex Memphis e 20 realizzati dal principale candidato al premio di Sesto uomo dell’anno piegano la resistenza di Boston, che deve vedersela anche con un Rudy Gobert da 16 punti, 12 rimbalzi e 4 stoppate. I biancoverdi, di fatto, durano tre quarti: non bastano 29 punti di Jayson Tatum e 28 di Jaylen Brown per evitare di perdere per la seconda volta di fila dopo una vittoria, scivolando così al settimo posto nella Eastern Conference.

PHILADELPHIA 76ERS-NEW YORK KNICKS 99-96
A chi serve Joel Embiid? In realtà è una domanda che diventerà meno retorica nel corso delle due settimane di assenza forzata per l’infortunio al ginocchio del camerunense, ma per ora i Sixers rispondono in maniera efficace, battendo i Knicks grazie sostanzialmente al 26-12 di parziale nell’ultimo periodo che permette alla squadra di Doc Rivers di rimontare dal -9. Il top scorer della serata è un ottimo Tobias Harris, autore di 30 punti, ma si fa notare anche Seth Curry, che ne mette a segno 20. Di sostanza la prova di Ben Simmons, che realizza 16 punti e distribuisce 13 assist, mentre Dwight Howard aggiunge tutta la sua energia dalla panchina andando a sua volta in doppia-doppia, con 11 punti e 12 rimbalzi. A New York non bastano sei uomini in doppia cifra, guidati dai 19 punti di Julius Randle. C’è da dire che sul punteggio finale pesa un errore arbitrale a 8” dalla fine: sul -3, Reggie Bullock subisce un fallo mentre sta tirando dalla distanza, ma gli arbitri non ritengono valida l’azione perché ritengono che il piede del tiratore abbia pestato la linea del campo. Il replay mostrerebbe in realtà che non è così, ma i Knicks non hanno più timeout e, di conseguenza, nemmeno un ‘challenge’ da chiamare: Phila tira così un sospiro di sollievo e conserva i tre punti di vantaggio negli ultimissimi secondi.

LOS ANGELES LAKERS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 137-121
Tutto facile per i Lakers, che trovano la loro terza vittoria consecutiva battendo la peggior squadra dell’intera Lega. I T-Wolves, di fatto, durano solo un tempo, arrivando all’intervallo sotto di un solo punto grazie alle prove di Karl-Anthony Towns, Anthony Edwards (29 punti alla fine per entrambi) e Ricky Rubio (che termina con 19 punti e 12 assist). La Los Angeles gialloviola, sul parquet per l’occasione con la canotta azzurra, ha però un LeBron James in più nel motore: il Re (che, oltre alle imprese in campo, si segnala anche per quelle imprenditoriali, acquisendo sempre più quote nel Fenway Sports Group, il gruppo che fra gli altri controlla la squadra di calcio del Liverpool e i Boston Red Sox di baseball) segna 25 punti, distrubuisce 12 assist e raccoglie altrettanti rimbalzi per la sua tripla-doppia numero 99 in carriera, e assieme ai 25 di un ottimo Montrezl Harrell, partito dalla panchina, guida i suoi al parziale complessivo di 66-51 nella ripresa che, di fatto, vale il successo e l’aggancio a Phoenix al secondo posto della Western Conference.

MIAMI HEAT-CLEVELAND CAVALIERS 113-98
Prosegue senza intoppi la rinascita degli Heat, che dopo l’orrida prima parte di stagione continuano la loro rimonta ad Est con la quinta vittoria di fila, undicesima nelle ultime dodici. Per Miami la vittoria contro i Cavs è a dir poco agevole e matura già in un primo quarto vinto 37-26: Cleveland non ha risposte contro i quesiti sollevati da Jimmy Butler, che con 28 punti e 12 rimbalzi è di gran lunga il miglior giocatore della serata, e non riescono nemmeno a fermare Bam Adebayo, che al rientro dopo l’infortunio contribuisce al successo della franchigia della Florida con 14 punti, 9 rimbalzi e 6 assist. Poco da dire, dal punto di vista delle cifre, per quel che riguarda la squadra ospite: il miglior realizzatore è Collin Sexton, che però ha bisogno di 17 tentativi dal campo per segnare 21 punti. Troppo poco per evitare il quarto ko di fila.

CHICAGO BULLS-OKLAHOMA CITY THUNDER 123-102
Attenzione ai rampanti Bulls: che questo possa essere l’anno buono per il ritorno ai playoff si vede anche da prestazioni come quella contro i Thunder, una partita dominata fin dai primi minuti con protagonista assoluto un incredibile Zach LaVine: l’ex Minnesota realizza ben 40 punti, 20 dei quali in un terzo periodo stravinto per 31-16, e annienta la concorrenza, cui non bastano 21 punti di Shai Gilgeous-Alexander e la doppia-doppia da 20 punti e 16 rimbalzi di Moses Brown. Chicago, però, non è solo LaVine: tra i migliori giocatori della partita ci sono anche Lauri Markkanen, che realizza 22 punti, e il veterano Thaddeus Young, che flirta con la tripla-doppia grazie a una prova da 17 punti, 9 rimbalzi e 6 assist. I Bulls sono attualmente noni ad Est con 18 vinte e 20 perse: vista la debolezza della concorrenza il sogno playoff è decisamente realizzabile.

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