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Nba: Belinelli vince senza incidere, Gallinari non basta ai Thunder, Irving mostruoso ma Nets ko

San Antonio ok contro New York, con soli 3 punti dell'azzurro. Il Gallo ne segna 21, ma la spuntano i Jazz

24 Ott 2019 - 08:45

Debutto dai due volti per due degli italiani della Nba nella notte americana. I San Antonio Spurs battono infatti per 120-111 i New York Knicks, con un contributo però decisamente ridotto da parte di Marco Belinelli (solo 3 punti). Ne segna invece 21 Danilo Gallinari, ma i suoi Oklahoma City Thunder perdono 100-95 contro gli Utah Jazz. Monumentale Kyrie Irving (50 punti), ma i Nets perdono all'overtime contro Minnesota: 127-126.

SAN ANTONIO SPURS-NEW YORK KNICKS 120-111

New York ha una gran voglia di reinnamorarsi del basket dopo un anno balordo, e forse debuttare all'AT&T Center non è il modo migliore per farlo. Eppure i Knicks se la giocano punto su punto fino a quarto parziale inoltrato, almeno fino a quando non sale in cattedra Dejounte Murray, che dopo una lunghissima assenza per un drammatico infortunio al ginocchio trova una notte da 18 punti a referto. San Antonio prevale anche grazie ai 22 di Aldridge e i 20 di Forbes, mentre Marco Belinelli partecipa solo in parte alla festa (per lui solo 3 punti, un rimbalzo e un assist in 18 minuti). New York si deve accontentare di avere i due top scorer di serata (Marcus Morris a 26, Julius Randle a 25 con 11 rimbalzi). Per tornare anche a sorridere l'appuntamento è per ora rimandato.

UTAH JAZZ-OKLAHOMA CITY THUNDER 100-95

Utah canta grazie a Donovan Mitchell e abbatte una forza che a ovest rappresenta sempre una gatta piuttosto dura da pelare. Il 23enne dalle braccia lunghissime (se lo chiamano "Spidaman" un motivo c'è) regala infatti a Salt Lake City una notte da 32 punti, di cui 22 nel secondo tempo. Oklahoma City resta però in partita fin quasi alla fine, salvo crollare nel quarto parziale di fronte ai padroni di casa. E alla fine a poco servono i 26 punti di Shai Gilgeous-Alexander, i 22 del sempre temibile Chris Paul, ma anche i 21 di un Danilo Gallinari che gioca 28 minuti e mostra di poter essere assolutamente incisivo anche con i colori Thunder. Per essere anche decisivo ci sarà tempo.

MIAMI HEAT-MEMPHIS GRIZZLIES 120-101

I Grizzlies azzannano Miami alla American Airlines Arena, ma gli Heat non si fanno prendere dall'ansia, recuperano un pezzetto per volta e nel quarto periodo danno l'accelerazione decisiva, quella che li presenta come prima forza della Eastern Conference dopo la prima partita dell'anno (in attesa di Milwaukee). Prestazione davvero importante a livello offensivo per la franchigia della Florida, che vede Justise Winslow timbrare 27 punti, Nunn 24 e Goran Dragic fermarsi a 19. Per Memphis i rimpianti non mancano, considerando anche i 17 punti di Jaren Jackson Jr., i 15 di Tyus Jones, i 14 di Ja Morant e soprattutto un vantaggio vanificato in un finale da dimenticare.

PHILADELPHIA 76ERS-BOSTON CELTICS 107-93

L'attesa per Boston era palpabile, ma anche i Sixers quest'anno fanno sul serio a est e lo dimostrano al Wells Fargo Center dopo aver tremato solo nel primo quarto. A prendersi la squadra sulle spalle ci pensa però Ben Simmons, che alla fine chiude con 24 punti, nove assist e otto rimbalzi. Doppia doppia insomma solo sfiorata, mentre a centrarla è Joel Embiid (15 punti e 13 rimbalzi, con tanto di botta in faccia presa da Jaylen Brown). I Celtics riscoprono un Gordon Hayward top scorer a quota 25, ma vengono piegati anche a causa del mezzo flop dell'uomo più atteso: Kemba Walker si ferma infatti a 12 punti con percentuali ampiamente deludenti dal campo. E il primo urlo dell'anno è di Philadelphia.

ORLANDO MAGIC-CLEVELAND CAVALIERS 94-85

La magia la fa Markelle Fultz, non tanto per i 12 punti e 6 assist quanto per come la sua prestazione ha inciso sulla vittoria di Orlando nel secondo tempo, a decidere una partita certamente non indimenticabile e in cui spiccano Nikola Vucevic con 21 punti e Evan Fournier con 16. Chi deve certamente interrogarsi sulle sue possibilità è Cleveland, andata sotto anche di 20 nel primo tempo e in grado poi di illudersi di poter rimontare. Il vero problema, almeno per il momento, è al tiro: top scorer di squadra sono Thompson e Collin Sexton, che però si fermano a quota 16. Troppo pochi, forse, per sperare di vivere una stagione senza grattacapi.

CHARLOTTE HORNETS-CHICAGO BULLS 126-125

C'è da mettersi alle spalle la delusione di un anno da dimenticare per i Bulls. E certamente iniziare con una sconfitta per un punto, dopo essersi trovati anche sul +10 nel quarto quarto, non sembra proprio il migliore viatico. I buoni segnali per Chicago però non mancano, a partire dalla prova sontuosa del gigante finnico Lauri Markkanen: per lui c'è una doppia doppia da 35 punti e 17 rimbalzi. Peccato che dall'altra parte gli Hornets rispondano con tre uomini sopra quota 20 (P.J. Washington si spinge a 27, Graham e Bacon arrivano a 23 e 22), e si prenda la partita in un finale infuocato e gestito alla perfezione. E lo Spectrum Center, alla fine, può festeggiare: Charlotte sa pungere, e bene, soprattutto dall'arco (le triple a segno sono complessivamente 23) e vince.

BROOKLYN NETS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 126-127 OT

Kyrie Irving è già il re di Brooklyn e alla prima stagionale con i nuovi colori mostra alla gente del Barclays Center qualcosa come 50 punti (stracciato il record di Kiki Vandeweghe, che resisteva dal 1984). Peccato che sia proprio lui a incaricarsi del tiro decisivo contro i Wolves nei supplementari, e lo sbagli. Questo però non cancella una prestazione da stropicciarsi gli occhi e che certamente avrà colpito anche l'altro uomo nuovo dei Nets, quel Kevin Durant ancora assente ma che ha certamente capito che quest'anno nella Grande Mela ci sarà da divertirsi. La partita va però a Minnesota, anche giustamente dopo aver piazzato un parziale di 18-3 nel secondo quarto: ad azzannare i Nets ci pensano soprattutto Karl-Anthony Towns (che si porta a casa 36 punti, 14 rimbalzi) e Andrew Wiggins, autore di 21 punti e decisivo all'overtime.

DALLAS MAVERICKS-WASHINGTON WIZARDS 108-100

Questo momento prima o poi doveva arrivare, ed è arrivato: Dallas scopre che Luka Doncic e Kristaps Porzingis possono anche giocare insieme, e guarda caso i Maverick vincono. A cadere è Washington, tramortita dai 34 punti e 9 rimbalzi dello sloveno e dai 23 del lettone di nuovo protagonista dopo ben oltre un anno di assenza dagli schermi Nba. I texani, con Nowitzki presente ma non in campo per la prima volta dal lontano 1998, registrano anche l'espulsione di Bradley Beal, che era stato top scorer Wizards con 19 punti. E per la franchigia della capitale le magie finiscono sostanzialmente qui, anche se a promettere bene è Rui Hachimura grazie a una doppia doppia (14 punti e 10 rimbalzi).

PHOENIX SUNS-SACRAMENTO KINGS 124-95

Se il buongiorno si vede dal mattino, il sole che batte accecante sulla testa dei Kings non promette nulla di buono. Sacramento, indicata come una delle franchigie più interessanti e dal maggior potenziale di crescita già dai playoff dello scorso anno, incappa infatti in una pesantissima sconfitta alla Talking Stick Resort Arena. I californiani non girano in particolare nel secondo tempo, quando si fanno sostanzialmente doppiare dai Suns guidati da Devin Booker (22 punti e 10 assist), Kelly Oubre Jr. (21 e 9 rimbalzi) e DeAndre Ayton (18 e 11 rimbalzi). Dall'altra parte c'è il solito Buddy Hield, fresco di rinnovo ipermilionario e che chiude la sua serata da top scorer a 28 punti. L'impressione è che potrebbe non bastare.

INDIANA PACERS-DETROIT PISTONS 110-119

Di fronte a un Andre Drummond da 32 punti e 23 rimbalzi c'è davvero poco da fare, specie se al suo fianco c'è Luke Kennard che continua a crescere e di punti ne picchia 30. I Pacers devono quindi arrendersi sul parquet di casa, nonostante una prova di squadra di alto livello, in cui spiccano le doppie doppie di Sabonis (27 punti e 13 rimbalzi) e Brogdon (22 punti e 11 assist). I Pistons però fanno sul serio, e dopo essersi fatti rimontare nel terzo quarto un vantaggio che avevano costruito nel primo tempo, diventano indomabili nel finale. E per Indiana è tutto da rifare, anche se le basi per una stagione di soddisfazioni sembrano esserci eccome.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-DENVER NUGGETS 100-108

Si riparte da dove ci si era fermati, con Denver contrapposta a Portland come negli ultimi playoff. Questa volta però la sfida va alla franchigia del Colorado, che trema nel terzo quarto e si prende la sfida nel parziale successivo. Una partita a due volti, proprio come quella di un Nikola Jokic nervosissimo e praticamente assente nel primo tempo per poi chiudere a quota 20 punti e 13 rimbalzi in appena 24 minuti di gioco. I Nuggets applaudono anche Will Barton (19 punti) e Jamal Murray (14), mentre dall'altra parte i Blazers si affidano al solito grandioso Damian Lillard (32 punti e 8 assist) e alla doppia doppia di Hassan Whiteside (16 con 19 rimbalzi), ma non basta. Anche a causa di una percentuale di squadra ridicola dai tre punti (7/28).

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