BASKET

Nba: ai Clippers il big match contro Milwaukee, esordio vincente per Melli con Dallas

Sesto successo di fila per i losangelini, che superano Antetokounmpo e compagni 129-105. I Mavs battono 127-106 Oklahoma City, 6 punti per l’azzurro. Bene Utah e Brooklyn

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Undici le partite della notte Nba. Nel big match, i Clippers battono Milwaukee 129-105: 23 punti per Leonard, non bastano i 32 di Antetokounmpo. Dallas vince 127-106 contro Okc, 6 punti in 12’ per Melli, all’esordio con i Mavs. Proseguono le serie vincenti di Utah (114-75 sui Cavs) e Brooklyn (T-Wolves battuti 112-107). Westbrook da record nel successo di Washington su Indiana, ok Pelicans, Kings, Warriors, Knicks, Grizzlies e Pistons.

LOS ANGELES CLIPPERS-MILWAUKEE BUCKS 129-105

Nonostante l’assenza di Paul George, fermato da un dolore al piede destro, i Clippers fanno quadrato attorno a Kawhi Leonard e sconfiggono i Bucks in una partita che mette di fronte le due squadre attualmente al terzo posto nelle rispettive conference. Quella dei losangelini, alla sesta vittoria consecutiva, è una vera e propria prova di forza, nonostante il -12 di fine primo quarto: da lì in poi il parziale complessivo è di 103-67, con la squadra di Tyron Lue che non trova punti importanti solo da Leonard (che ne mette a segno 23, aggiungendo 9 rimbalzi e 8 assist), ma anche da Marcus Morris (25), Luke Kennard (21) e Reggie Jackson, che segna 15 dei suoi 20 punti complessivi nel terzo periodo. Per rimanere in partita, ai Bucks non sono sufficienti 32 punti di Giannis Antetokounmpo e 24 di Jrue Holiday. La dirigenza di Milwaukee, in ogni caso, sta già correndo ai ripari: secondo quanto riportato dai canali ufficiali della Nba, è in arrivo il play Jeff Teague, prossimo a svincolarsi con Orlando.

OKLAHOMA CITY THUNDER-DALLAS MAVERICKS 106-127

Esordio vincente con la maglia dei Mavericks per Nicolò Melli, dopo la trade che lo ha portato in Texas permettendogli di concludere la parentesi non troppo entusiasmante con New Orleans. Sono 6, in quasi 12 minuti di impiego, i punti dell’azzurro, in una vittoria che però porta l’inevitabile firma di Luka Doncic, autore di 25 punti, e Kristaps Porzingis, che ne segna 20 raccogliendo anche 9 rimbalzi. L’andamento del match lascia pochi dubbi su chi abbia meritato la vittoria: Dallas comanda dall’inizio alla fine contro una squadra composta essenzialmente da prospetti, tanto che il miglior marcatore dei Thunder è Aleksej Pokusevski, con 21 punti a tabellino. Per Dallas è un importante ritorno alla vittoria dopo due ko di fila: i Mavs occupano il settimo posto ad Ovest, con 24 vinte e 21 perse, e restano in piena corsa per i playoff.

UTAH JAZZ-CLEVELAND CAVALIERS 114-75

Come per i Clippers, sono sei anche le vittorie consecutive dei Jazz, che fanno addirittura 20 di fila in casa battendo senza particolari difficoltà una Cleveland mai competitiva nel match della Vivint Smart Home Arena. Il match è talmente a senso unico che coach Quin Snyder fa ruotare tutti i quindici giocatori iscritti a referto: anche per questo motivo le cifre individuali sono piuttosto basse, con il miglior marcatore dei Jazz, Donovan Mitchell, che segna ‘solo’ 19 punti. Oltre a lui, meritano menzione anche i 18 punti di Mike Conley e Rudy Gobert, con quest’ultimo che in meno di 28 minuti di impiego riesce a raccogliere anche 17 rmbalzi. Poco da dire per quel che riguarda i Cavs: Collin Sexton è il top scorer con 20 punti, Darius Garland ne aggiunge 18. Dietro di loro, però, c’è il vuoto e arriva così il terzo ko consecutivo.

BROOKLYN NETS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 112-107

Nonostante la tripla-doppia da 38 punti, 13 rimbalzi e 11 assist di James Harden e il ritorno sul parquet di Kyrie Irving, che chiude a quota 27, i Nets faticano più del previsto per battere in casa la squadra con il peggior record della Nba. Se infatti i Nets trovano 65 punti dal duo Harden-Irving, vedono anche il resto della squadra segnarne appena 47: Minnesota, dall’altra parte, riesce quindi a restare in partita fino agli ultimi secondi, grazie alle doppie-doppie di Karl-Anthony Towns (31 punti e 12 rimbalzi per KAT, sostenuto dagli spalti del Barclays Center da papà Karl sr) ed Anthony Edwards (23+10), ma proprio quest’ultimo non converte il gioco da tre punti che avrebbe portato le squadre in parità nell’ultimo minuto e Brooklyn può così tirare un sospiro di sollievo, vincendo la decima partita delle ultime dodici giocate e avvicinandosi alla vetta della Eastern Conference, occupata dai 76ers, che hanno lo stesso numero di vittorie (32) ma una sconfitta in meno (14 contro le 15 dei Nets).

WASHINGTON WIZARDS-INDIANA PACERS 132-124

Senza l’infortunato Bradley Beal, Russell Westbrook si mette sulle spalle Washington e la conduce alla vittoria con una storica tripla-doppia da 35 punti, 21 assist e 14 rimbalzi. È solo la terza volta nella storia della Nba che un giocatore supera i 30 punti, i 20 assist e i 10 rimbalzi nella stessa partita: era capitato a Oscar Robertson nel 1961 e a Magic Johnson nel 1988. Alla prova dell’inarrestabile Westbrook si uniscono i 26 punti di Rui Hachimura, altro giocatore contro il quale la difesa di Indiana non trova adeguate risposte. I Pacers, guidati da 35 punti e 11 rimbalzi di Domantas Sabonis, non riescono così ad allungare la serie positiva, che si ferma a due vittorie. Gli Wizards invece possono esultare per la prima serie positiva aperta in oltre un mese, anche se devono fare i conti con un altro infortunio, quello di Daniel Gafford, uscito per una forte distorsione alla caviglia nel corso dell’ultimo periodo, dopo aver segnato 11 punti in meno di 15 minuti di impiego.

BOSTON CELTICS-NEW ORLEANS PELICANS 109-115

Zion Williamson è sempre più leader di una squadra che, contro Boston, conquista la quarta vittoria nelle ultime cinque uscite e conferma di voler dire la sua nella (comunque difficile) corsa ai playoff. Il prodotto di Duke è ancora una volta il trascinatore della squadra allenata da Stan Van Gundy e mette a segno 28 punti, mentre accanto a lui si muove con i tempi giusti Brandon Ingram, autore di una prestazione da 25 punti e 9 assist. Sempre più a suo agio nel ruolo di guardia titolare, inoltre, Nickeil Alexander-Walker, che mette a referto 17 punti. Boston ha l’unico merito di mantenere interessante la partita fino all’ultimo minuto, restando a galla grazie a 34 punti di Jayson Tatum e a 23 di Kemba Walker, ma il tentativo di rimonta nel finale è frustrato da Ingram, che firma il canestro dell’allungo decisivo a 14” dalla sirena e consegna il successo alla squadra di casa.

SAN ANTONIO SPURS-SACRAMENTO KINGS 115-132

Continua senza sosta la furiosa (e inattesa) rimonta dei Sacramento Kings, che ottengono la quinta vittoria di fila, settima nelle ultime otto, battendo in trasferta gli Spurs, costretti a dimenticare in fretta il successo numero 1.300 di coach Gregg Popovich di quarantotto’ore prima. A trascinare i californiani è De’Aaron Fox, giocatore della settimana a Ovest, con 24 punti, ma non è solo lui a brillare: si segnalano, infatti, la doppia-doppia da 23 punti e 12 rimbalzi di Richaun Holmes, i 20 di Buddy Hield e i 15 di Tyrese Haliburton, che aggiunge 10 rimbalzi e resta uno dei candidati principali al premio di rookie dell’anno. Agli Spurs non bastano 23 punti di Dejounte Murray, anche perché DeMar DeRozan non è in serata e chiude a quota 17, con 6/15 dal campo. Per evitare di perdere il treno playoff, la dirigenza degli Spurs (al momento ottavi ad Ovest) hanno aggiunto al roster il veterano Gorgui Dieng, per dare maggior peso sotto canestro dopo l’addio di Aldridge: le prossime partite diranno se basterà o serviranno ulteriori mosse.

GOLDEN STATE WARRIORS-CHICAGO BULLS 116-102

Steph Curry rientra dopo l’infortunio ed è subito decisivo per i suoi Warriors, con 32 punti (5/10 da due, 6/14 dalla distanza) che annichiliscono la flebile resistenza di una Chicago che fatica a trovare la quadratura del cerchio dopo il rinnovamento a ridosso della trade deadline. Oltre a Curry, va in doppia cifra il resto del quintetto dei Dubs, con 21 punti di Andrew Wiggins e la doppia-doppia da 18+11 rimbalzi di un efficace Kelly Oubre jr a dare sicurezza. Solo 6’25” sul parquet, invece, per Nico Mannion, che resta a zero punti ma si rende utile con 2 assist e un rimbalzo. Dall’altra parte l’intesa fra Nikola Vucevic e Zach LaVine è ancora lontana: l’ex Orlando segna 21 punti e raccoglie 9 rimbalzi, il 26enne prodotto di Ucla invece non entra mai in partita e si ferma a 12 punti con un modesto 4/16 al tiro. I Bulls restano decimi ad Est (ultima posizione utile per il play-in tournament), ma il quarto ko di fila è più di un campanello d’allarme.

NEW YORK KNICKS-MIAMI HEAT 88-98

Va ai Miami Heat l’unica partita, fra le undici giocate nella notte, in cui entrambe le squadre restano sotto la tripla cifra alla sirena finale. Alla franchigia della Florida bastano quattro uomini oltre quota dieci: Jimmy Butler è il migliore, con 27 punti a referto, seguito dai 20 di Bam Adebayo (che raccoglie anche 17 rimbalzi), dai 18 di Tyler Herro, il cui impatto uscendo dalla panchina è determinante per il successo, e dai 14 di Duncan Robinson, sempre discretamente affidabile dalla distanza (4/9). Ai Knicks, invece, non bastano 22 punti di Julius Randle per rimanere a galla: New York chiude così la serie di tre vittorie consecutive, e deve fare ora attenzione a non scivolare ulteriormente per non perdere posizioni in classifica: la prossima sfida dovrebbe aiutare in questo senso, visto che la squadra di Tom Thibodeau affronterà i Minnesota Timbervolves nella notte italiana fra l’1 e il 2 aprile.

HOUSTON ROCKETS-MEMPHIS GRIZZLIES 110-120

Dopo le due ‘sberle’ consecutive in casa dei Jazz, Memphis si rialza contro il miglior avversario possibile da affrontare dopo un momento no, i sempre più confusi Rockets: guidati dalla doppia-doppia da 30 punti e 15 rimbalzi di un inarrestabile, almeno per questa partita, Jonas Valanciunas, i Grizzlies trovano punti importanti anche dalla panchina (23 per De’Anthony Melton, 17 di Desmond Bane) e allungano in un finale a senso unico pur con un Ja Morant piuttosto impreciso dal campo (5/11 per 12 punti). Houston, a dire il vero, riesce a restare in partita per tre quarti, arrivando addirittura sul +1 all’ultimo mini-intervallo, ma crolla inesorabilmente in un quarto periodo perso 30-19 nonostante i 25 punti complessivi di Kelly Olynyk (prima da titolare per l’ex Miami) e i 24 di Jae’Sean Tate.

DETROIT PISTONS-TORONTO RAPTORS 118-104

Alla Little Caesars Arena arriva l’ennesima brutta botta alle ambizioni di playoff (o meglio, di play-in tournament) dei Raptors, alla quattordicesima sconfitta nelle ultime sedici. I Pistons, guidati da sei uomini in doppia cifra, volano sul +18 già prima dell’intervallo e non devono più guardarsi alle spalle: Saddiq Bey, Saben Lee e Hamidou Diallo sono i top scorer di squadra, a quota 19 (per l’ex Okc ci sono anche 10 rimbalzo a referto). Oltre a loro è determinante l’apporto complessivo di una panchina che, oltre allo stesso Diallo, contribuisce con i 17 punti di Cory Joseph, i 14 di Isaiah Stewart e i 12 di Frank Jackson. A Toronto, mai in partita, non bastano 22 punti di Fred VanVleet: se lo scorso anno l’impatto dell’addio di Leonard era stato ammortizzato più che bene, in questa stagione sembra proprio che manchi il piglio giusto per confermarsi ai playoff per l’ottavo anno di fila.

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