Basket, Nba: i Raptors fanno 13, Houston crolla a Phoenix, ancora una vittoria per Oklahoma  

Toronto passa a Indianapolis, un Harden da 32 punti non basta ai Rockets, bene Gallinari

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Nella notte di Nba Toronto trova il 13esimo successo consecutivo passando per 115-106 a Indianapolis: i campioni in carica consolidano il secondo posto a Est dietro Milwaukee. Brutta sconfitta per Houston, che crolla 127-91 a Phoenix nonostante i 32 punti in tre quarti di James Harden. Oklahoma al nono successo nelle ultime dieci: protagonista anche Danilo Gallinari, con 19 punti nel 108-101 su Detroit. Bene anche Boston, Utah e Philadelphia.

INDIANA PACERS-TORONTO RAPTORS 106-115
Due giorni dopo averli beffati in Canada, i Raptors battono Indiana anche al Bankers Life Fieldhouse ed estendono a 13 il record di vittorie consecutive. Senza Gasol e Powell, infortunati, coach Nick Nurse deve fare a meno nei 14 minuti finali anche di Kyle Lowry, vittima di un colpo di frusta. I campioni in carica, che hanno tutto il quintetto titolare in doppia cifra, trovano comunque le forze per imporsi facendo la differenza proprio nel quarto conclusivo: Indiana si avvicina a -2 (101-99) a 6'47” dalla fine, prima che Terence Davis realizzi sette punti nel break di 12-4 che difatti chiude la partita quando sul cronometro manca 1'48”. Per Toronto (38-14) si tratta della decima vittoria consecutiva in trasferta, la prima a Indianapolis in più di un anno: Raptors sempre più secondi a Est, conference che vede Indiana (31-21) sesta. Migliori realizzatori Serge Ibaka (22 punti e dieci rimbalzi) da una parte e Domantas Sabonis (19+16) dall'altra.

OKLAHOMA CITY THUNDER-DETROIT PISTONS 108-101 
Prevedibile vittoria di Okc contro Detroit, d'altronde si tratta di due squadre che hanno cominciato in maniera opposta il 2020. I Thunder (32-20) confermano lo straordinario periodo di forma e dimostrano che le voci di mercato, che hanno coinvolto anche Danilo Gallinari, non hanno turbato l'ambiente. Solita difesa solida, solito attacco che magari non si concede acuti a livello di singoli, ma che è ben bilanciato tra tutte le frecce a disposizione di Billy Donovan ed è orchestrato alla grande dal direttore Chris Paul. CP3 realizza 22 punti, uno in più di Shai Gilgeous-Alexander, mentre Danilo Gallinari si ferma a 19 con 5/15 al tiro. I 18 di Dennis Schröder e i 16 di Steven Adams fanno capire quante soluzioni abbia in questo momento Okc, che prende il largo nel terzo quarto fino a un massimo vantaggio di +13 e poi gestisce nei minuti finali. A Detroit (19-35) non bastano i 28 punti di Reggie Jackson e i 27 di Christian Wood.

PHOENIX SUNS-HOUSTON ROCKETS 127-91
Bruttissima sconfitta di Houston, che crolla alla Talking Stick Resort Arena nonostante un James Harden da 32 punti in tre quarti. Una débâcle che si spiega con i 18 punti per quarto realizzati nella ripresa, troppo pochi per far fronte a un attacco di Phoenix capace di realizzare 46 punti nei primi 12 minuti, con un incredibile 17/20 dal campo di squadra. Kelly Oubre Jr. trova il massimo in carriera con 39 punti, tra cui una tripla spezza-morale sulla sirena del terzo quarto, che dà ai padroni di casa il 97-73: 14/19 dal campo, con 7/9 da tre, numeri stellari ai quali si accompagnano i 33 di Devin Booker e che interrompono una striscia di 13 sconfitte dei Suns contro i Rockets. Houston alza bandiera bianca nell'ultimo quarto: coach Mike D'Antoni, che già aveva dato una serata di riposo a Russell Westbrook, si priva anche di Harden, che chiude con un 9/19 dal campo. I texani (33-19) restano quinti a Ovest, per Phoenix (21-31) un successo che vuol dire 11esimo posto in Western Conference.

BOSTON CELTICS-ATLANTA HAWKS 112-107
Grazie a un terzo quarto autorevole, chiuso sul 33-18, e ai 32 punti di Jayson Tatum, Boston batte Atlanta e allunga su Miami al terzo posto della Eastern Conference. I Celtics (36-15) rischiano nel finale sul ritorno prepotente degli Hawks, che si fermano al -3 a un minuto dal termine, e sanno benissimo di avere un calendario molto tosto nelle prossime settimane: otto delle prossime nove gare saranno contro avversarie che hanno attualmente una posizione da playoff. Dunque sono vietati cali di concentrazione nel finale. È l'ottavo match consecutivo con almeno 20 punti di Tatum, mentre Enes Kanter aggiunge 16 punti e 15 rimbalzi. Boston è alla sesta vittoria di fila, mentre Atlanta si mostra coriacea fino alla fine pur non avendo Trae Young e giocando con soli nove uomini disponibili. Il migliore degli Hawks (14-39) è John Collins con 30 punti.

SACRAMENTO KINGS-MIAMI HEAT 105-97
I Kings (20-31) non realizzano nessun punto nei 3'53” finali ma non rischiano mai di essere ripresi dagli Heat, che sono alla seconda sconfitta consecutiva e vedono scappare sia Toronto che Boston verso le posizioni migliori dell'Est (Milwaukee fa praticamente un campionato a parte). Ben 19 le triple messe a segno da Sacramento (-2 dal record raggiunto poche gare fa): i Kings trovano 23 punti da Bogdan Bogdanovic e 21 da Buddy Hield. Fox e Bjelica ne aggiungono rispettivamente 16 e 15, realizzando entrambi otto assist, e la squadra di Luke Walton conquista la quinta vittoria in sette gare. Miami (34-17) paga le rotazioni ridotte e l'assenza di Jimmy Butler per un piccolo infortunio alla spalla destra che comunque non gli comprometterà la presenza all'All-Star Game. La gara cambia nel terzo quarto, quando Sacramento bombarda Miami con le triple di Bjelica, Bogdanovic e Hield: i Kings (20-31) hanno tuttavia speranze quasi nulle di disputare i playoff.

UTAH JAZZ-PORTLAND TRAIL BLAZERS 117-114
Stavolta a Portland (24-29) non basta il solito grandissimo Damian Lillard, autore di 42 punti con il 53.3% dal campo: Dame non va sotto i 20 dal 2 gennaio e realizza 16 punti nel solo primo quarto, indovinando i primi sette tiri dal campo e sporcando la media solo nel secondo quarto. Sarebbero 44, in realtà, ma gli arbitri a 13 secondi dalla fine non vedono una clamorosa interferenza di Rudy Gobert su un layup di Lillard, con il pallone che aveva già toccato il tabellone. Proteste vibranti per il numero 0, con i direttori di gara che a fine match devono ammettere di aver mancato una chiamata, ma giustificandosi poiché nessun challenge per l'interferenza è stato richiesto dalla panchina dei Trail Blazers. I Jazz (33-18) sopravvivono all'ispirazione di Lillard vincendo grazie ai 27 punti di Bojan Bogdanovic e a un layup di Donovan Mitchell quando mancano 19.5 secondi alla fine, prima della svista che decide la gara. Bogdanovic, poi, trova il +3 dalla lunetta e Caleb Swanigan non trova la tripla dell'overtime per i Trail Blazers. Utah, quarta a Ovest, torna dunque al successo dopo cinque sconfitte di fila, malgrado si trovi a -13 in apertura di terzo quarto: break clamoroso di 20-6 finalizzato dalla tripla di Joe Ingles a 1'35” dalla fine del parziale e i Jazz sono di nuovo in corsa andando avanti per 86-85, prima della battaglia degli ultimi 12 minuti e delle polemiche degli ultimi secondi.

PHILADELPHIA 76ERS-MEMPHIS GRIZZLIES 119-107
Si potesse sempre giocare alla Wells Fargo Arena, Philadelphia (32-21) sarebbe la favorita numero uno al titolo. Purtroppo per i Sixers esistono anche le trasferte, dove si viaggia a ritmi di bassissima classifica. Contro Memphis arriva un 53.3% dal campo e un 56% da tre: vittoria comoda, che permette anche un rilassamento nell'ultimo quarto, quando i Grizzlies realizzano 41 punti a fronte dei 22 dei padroni di casa. Career-high per Furkan Korkmaz: 34 punti, devastante al tiro con 13/17 dal campo, di cui 7/9 da tre. Ben Simmons aggiunge 22 punti e Philadelphia può chiudere una serie negativa di quattro sconfitte, arrivate tutte - ovviamente - lontane da casa e in cui hanno concesso una media di 123 punti a partita. Il migliore di Memphis è Ja Morant con 15 punti: i Grizzlies (26-26) sono tre gare e mezzo davanti a Portland nella corsa all'ultimo posto della Western Conference. Philadelphia, invece, allunga su Indiana a Est e consolida il quinto posto.

WASHINGTON WIZARDS-DALLAS MAVERICKS 119-118
Un layup a due decimi dalla sirena di Bradley Beal regala a Washington uno scalpo importante: quello dei Mavericks, ancora privi di Luka Doncic. Beal realizza 29 punti e per una lunghezza, dunque, non raggiunge quota 30 per l'ottava gara consecutiva. Si dimostra comunque raggiante ai microfoni nel post-match: “Contava parecchio vincere. Abbiamo quattro o cinque gare casalinghe prima della sosta. Possiamo approfittarne per andare al riposo in una posizione da playoff”. In effetti Washington (22-30) è nona a Est, una Conference che permette di sognare anche con record bassi. Orlando è avanti di tre gare e non sembra irraggiungibile. Chi deve stare attenta è Dallas (31-21), che magari non rischia seriamente di essere estromessa dalla post-season ma con il sorpasso di Oklahoma è settima. Attualmente, incrocerebbe una tra Lakers e Clippers, non i migliori degli accoppiamenti. Serve al più presto il ritorno di Doncic e un Kristaps Porzingis che superi la frattura al naso.
 

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