Il 23enne di Lecco ha parlato della lunga riabilitazione dopo l'incidente alle Universiadi Estive che lo ha paralizzato: "Ho provato il tiro a segno con la carabina e mi gasa tantissimo"
di RedazioneLa vita di Lorenzo Bonicelli è cambiata improvvisamente il 23 luglio 2025 quando, affrontando un esercizio agli anelli nelle qualificazioni delle Universiadi Estive, è rimasto vittima di un gravissimo incidente. L'esito è stato fra i più infausti: trauma distorsivo cervicale con sublussazione della quinta vertebra e un lungo percorso di riabilitazione che ancora oggi fa sentire i suoi effetti come raccontato dall'Unità Spinale Unipolare dell’Ospedale Niguarda di Milano.
"Sono rimasto un atleta, è la mia indole, dico ai terapisti: fatemi lavorare, non tenetemi in gabbia. Il risultato è che mi hanno riempito il programma giornaliero, la sera torno in camera distrutto. Il primo obiettivo è cercare di mantenere l’equilibrio da seduto. Sembra semplice ma per soggetti come me, con un po’ di muscoli che funzionano e altri no, è più complicato - ha raccontato Bonicelli in un'intervista al Corriere della Sera -. L’equilibrio è essenziale, senza avere bisogno di uno schienale che mi tenga su. Adesso sono sulla carrozzina elettronica perché purtroppo al mio percorso clinico si sono aggiunte le lesioni da decubito. Le piaghe fanno molto male, mi hanno spiegato che è una cosa fisiologica nella mia condizione".
Una lotta decisamente più complicata di qualsiasi gara che il 23enne lecchese che dovrà abituarsi all'impossibilità di camminare, ma soprattutto all'attenzione rivolta nei suoi confronti da parte della famiglia. Una situazione decisamente complicata da accettare come sottolineato dallo stesso Bonicelli: "All’inizio non volevo vedere nessuno al di fuori dei genitori, delle sorelle e della mia fidanzata Lisa. Ero categorico, zero visite, preferivo isolarmi. Poi ho capito che avevo bisogno di vedere i miei amici. Ora vengono a trovarmi e mi piace vedere che nessuno di loro ha cambiato approccio nei miei confronti. Io sono il Lorenzo di sempre anche se con una diversa mobilità del corpo - ha aggiunto il portacolori della Ghislanzoni GAL -. È un grande mix di tristezza, rabbia, all’inizio c’era anche del rimorso. Miliardi di dubbi e domande. C’è la paura. Nella mente ho immagini di me, visioni del passato, visioni che vanno anche in là nel mio futuro…Mi chiedo in cosa ho sbagliato, perché è andata male. Interrogativi troppo grandi, una risposta non l’avrò mai. Tante volte il pensiero va alla mia famiglia, a come il mio incidente abbia cambiato inevitabilmente anche la loro vita. Ha presente la sensazione di quando si sta male per qualcuno? Io ce l’ho, non lo nascondo. Sono sempre stato un sognatore con grandissime ambizioni, non solo come atleta. Adesso mi concentro sul vivere giorno per giorno, proprio per non sobbarcarmi di troppe cose. Però non mi sento a corto di sogni, devo solo trovarli".
Bonicelli guarda però avanti e punta a una nuova carriera nello sport paralimpico, magari in altre discipline, ma sempre con l'obiettivo di partecipare alla rassegna a cinque cerchi: "Ho iniziato un programma di introduzione allo sport paralimpico, ho provato il tiro a segno con la carabina e mi gasa tantissimo. Mi è venuta l’acquolina in bocca di volerne sperimentare altri. A gennaio verrà inaugurata la piscina nuova, non vedo l’ora. Un giorno proverò anche l’handbike visto che mi vanno le braccia".