SCIALPINISMO

Dai Pirenei alle Alpi: Adamello Ski Raid conferma i verdetti del Mundial spagnolo

Il classico appuntamento del circuito La Grande Course turbato dal decesso di un concorrente

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Dai Pirenei alle Alpi: Adamello Ski Raid conferma i verdetti del Mundial spagnolo - foto 1
© Giacomo Meneghello

Dopo il mondiale team a Boi Taüll, sui Pirenei spagnoli, Robert Antonioli e Matteo Eydallin hanno vinto anche quello Long Distance che era in palio all’Adamello Ski Raid. Come i due alpini hanno fatto anche le transalpine Axelle Mollaret e Emily Harrop. In casa Italia da segnalare il terzo posto di Giulia Compagnoni-Ilaria Veronese. In giornata no invece Alba De Silvestro-Giulia Murada e Davide Magnini-Nadir Maguet, che hanno dovuto alzare bandiera bianca. L’atmosfera di festa all'arrivo si è però ben presto tramutata in sconcerto e tristezza alla notizia della morte di uno dei concorrenti, colpito da un malore nel corso della gara.

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© Maurizio Torri

In collaborazione con Maurizio Torri/Sportdimontagna

Pur essendo stato prontamente assistito dal compagno di squadra e dal personale sanitario del Soccorso Alpino presente in quota e successivamente trasportato a valle dal servizio di elisoccorso (con il coordinamento dell'autorità giudiziaria di Brescia), il quarantaduenne Omar Ferrero è deceduto a causa di un arresto cardiaco. Originario di San Secondo di Pinerolo e tesserato per lo Sci club Prali Val Germanasca, Ferrero era in gara con il compagno Ivan Monnet. Il comitato organizzatore di Adamello Ski Raid ha quindi deciso di procedere ad una cerimonia di premiazione all’insegna della massima sobrietà.

 

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© Maurizio Torri

LA GARA

L’ottava edizione di Adamello Ski Raid ha ribadito che il piemontese Eydallin e il valtellinese Antonioli non hanno attualmente rivali nello scialpinismo classico. Al terzo successo a Pontedilegno-Tonale, i due alpini del Centro sportivo Esercito, campioni del mondo ai primi di marzo nella Team Race del Mundial sui Pirenei, si sono messi al collo un’altra medaglia d’oro nella sfida che metteva in palio il titolo di campioni del mondo Team Long Distance. Una prestazione attenta per i due azzurri, che hanno gestito nel migliore dei modi le energie lungo i trenta chilometri di un itinerario che presentava un dislivello positivo di 3115 metri e negativo di 3455, con dodici cambi assetto, quattro salite e altrettante discese, oltre a quattro tratti a piedi, due dei quali in salita. Vittoria annunciata anche al femminile per le due dominatrici della stagione, le francesi Axelle Mollaret ed Emily Harrop, in una gara che aveva anche validità come unica tappa italiana del circuito La Grande Course. 

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Al passaggio ai 2990 metri di Passo Presena (primo cambio pelli), sono giunte cinque coppie praticamente appaiate: i tre team italiani e i due francesi. Prima discesa e seconda salita verso il punto più alto della gara (Punta Venerocolo a 3312 metri di quota) e primo colpo di scena, con il ritiro del team formato dal trentino Davide Magnini e dal valdostano Nadir Maguet, quest’ultimo in giornata no. Poco dopo un altro forfait inatteso, questa volta nella prova femminile: getta la spugna anche il team Italia 1 formato dalla veneta Alba De Silvestro e della valtellinese Giulia Murada, che prima del via aveva dichiarato prima del via di non essere al top della condizione.

 

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A Punta Venerocolo nulla era ancora deciso, con i due team francesi formati da Mathèo Jacquemod/Samuel Equy e da William Bon Mardion/Xavier Gachet, a ruota l’uno dell’altro cosiccome la coppia italiana. L’esperienza di Eydallin e la tenacia di Antonioli hanno fatto la differenza sull’ascesa a Cresta Croce e in particolare nel tratto conclusivo con gli sci nello zaino fino ai 3307 metri di quota, quando i nostri sono riusciti a staccare, seppure di poco, gli avversari transalpini. Un vantaggio che è cresciuto in modo più sostanzioso nell’ascesa finale ai 2996 metri di Passo dei Tre Denti, lasciando al team italiano il compito di gestire nella discesa verso il traguardo di Ponte di Legno il vantaggio acquisito in salita. Antonioli e Eydallin hanno così concluso la prova a braccia alzate dopo quattro ore, quattro minuti e 24 secondi di gara, precedendo di due minuti e 49 secondi Jacquemod/Equy.

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Terzo gradino del podio per Bon Mardion/Gachet, staccati di sette minuti e due secondi dai vincitori. Dodici minuti dopo Antonioli/Eydallin ha tagliato il traguardo il secondo team italiano: quello formato dal trentino di (Molveno) Federico Nicolini e dall’altoatesino (di Ortisei) Alex Oberbacher, che si è così fermato ai piedi del podio. Top five sigillata da team Austria con Daniel Ganahl e Paul Verbnjak, sesta posizione del ranking per la formazione elvetica di Pierre Mettan e Julien Ancay.

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 La sfida Open ha visto trionfare invece la coppia austroelvetica formata da Jakob Hermann e Martin Anthamatten (quarto tempo assoluto), davanti al team italoelvetico William Boffelli e Werner Marti. Senza storia la sfida al femminile con le fuoriclasse Axelle Mollaret ed Emily Harrop in testa fin dai primi metri di gara e poi fino al traguardo, raggiunto dalle due campionesse transalpine con nel finishing time di quattro ore, 57 minuti e 55 secondi. 

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Secondo posto (con dei minuti di ritardo) per l’altro team francese composto dalle sorelle Lena e Candice Bonnel, mentre la medaglia di bronzo mondiale va alla valtellinese di Valfurva Giulia Compagnoni in coppia con la piemontese di Coazze Ilaria Veronese. Quarto posto assoluto, ma primo nella categoria Open, per la coppia italiana formata dalla trentina di Molveno Elena Nicolini e dalla camuna Corinna Ghirardi

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