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ATLETICA

Pettorossi conquista la qualificazione olimpica sui 200 metri e spera di dedicarsi all'atletica a tempo pieno

Intervista esclusiva al velocista bolognese che si allena e gareggia solo per passione nel tempo libero lasciatogli dai suoi impegni professionali

di Redazione Sprintnews
09 Lug 2024 - 08:47
 © Grana/Fidal

© Grana/Fidal

Diego Aldo Pettorossi è uno dei 76 azzurri convocati per le Olimpiadi di Parigi, nella gara dei 200 metri, che saranno anche la sua prima esperienza a cinque cerchi, ma la sua è una storia un po' diversa dalla stragrande maggioranza di tutti gli altri perché, di fatto, è un atleta non professionista in quanto la sua attività sportiva agonistica non viene sostenuta da alcun supporto economico, e deve quindi ritagliarsi il tempo per i lunghi allenamenti nei momenti liberi che gli lascia il suo lavoro.

Nato a Bologna il 13 gennaio 1997 è cresciuto certamente in un contesto molto sportivo in quanto il padre Mario, di origini ivoriane, è stato un ottimo giocatore di basket, ma Diego non si è mai avvicinato a questo sport, formandosi prima sui campi da rugby nelle giovanili del Cus Bologna e poi innamorandosi dell’atletica, con le prime gare scolastiche di velocità nel 2011 e il primo titolo tricolore sugli 80 cadetti nel 2012

Dopo la maturità scientifica, nel 2016 si trasferisce a Torino per studiare scienze motorie e facendosi allenare da Alessandro Nocera, nel 2019 vola oltreoceano per un master in amministrazione aziendale nella Angelo State University in Texas seguito da Thomas Dibbern, tornando successivamente in Italia nel periodo dell'esplosione della pandemia mondiale, sotto la guida del suo attuale tecnico Leonardo Righi, anche se nel 2021 ritorna negli States ancora nel Texas nell'Università di San Antonio per un master in analisi dei dati, dove trova il supporto tecnico dell’ex lunghista e velocista Kareem Streete-Thompson.

Dal 2022 la sua carriera ha subito un'importante svolta grazie a significativi crono sia sui 100 che sui 200 in particolare, che gli hanno conferito una nuova dimensione internazionale e permesso di qualificarsi agli Europei di Monaco di Baviera, proprio sul mezzo giro di pista, per quella che è stata la sua prima grande esperienza a livello assoluto dove si è fermato alle semifinali.

Dopo un 2023 in cui non è riuscito a esprimersi al meglio anche per alcuni problemi fisici, ha iniziato il 2024 con grande determinazione per scalare le graduatorie mondiali del ranking e, dopo aver raggiunto i suoi secondi campionati europei con la partecipazione ai 200 metri di Roma dove ha passato il primo turno, ma è stato eliminato in semifinale, ha realizzato il sogno iniziale di ogni atleta di poter competere ai giochi olimpici, riuscendo a ottenere l'ultima posizione utile quando tutto sembrava compromesso.

Diego una qualificazione presa all'ultimo respiro, con l'ultimo dei 48 posti disponibili. Cosa hai provato quando è arrivato l'aggiornamento definitivo del ranking e quanto ci speravi ancora?

"Una gioia incredibile e quasi non ci credo ancora. Devo ammettere che avevo perso ogni speranza dopo i campionati italiani di la Spezia, in quanto l'ultimo aggiornamento del ranking, uscito alla scadenza del termine del 30 giugno fissato per il raggiungimento dei requisiti di qualificazione, mi dava in 50esima posizione sui 48 posti disponibili e dovevo sperare che in due rinunciassero a partecipare a qualcosa che è il sogno di chiunque. Invece è successo e non sto veramente nella pelle dalla felicità".

Il tuo programma delle prossime settimane come sarà a questo punto. Gareggerai ancora sino a Parigi?

"Sicuramente si ma devo valutare bene con il mio allenatore le gare a cui partecipare in quanto nella stagione ne ho fatte veramente tante, per l'esigenza di scalare il ranking, e sento la necessità di ricaricare per arrivare ai giochi nella situazione ideale. Probabilmente correrò a La Chaux de Fonds in Svizzera domenica 14, ma vedremo le sensazioni che trasmettono le mie gambe in allenamento".

Cosa vuol dire per te questa qualificazione, oltre naturalmente la realizzazione del sogno di qualsiasi atleta di disputare almeno un Olimpiade?

"Oltre che una gioia infinita un'enorme soddisfazione perché ci ho sempre creduto, me lo ero posto come obiettivo tassativo all'inizio dell'anno anche perché, pure tre anni fa per le Olimpiadi di Tokyo ci avevo provato, ma sicuramente i tempi della mia maturazione agonistica non erano ancora quelli giusti".

Tu sei insieme a Luca Sito, ma la sua è una storia diversa in quanto ha solo 21 anni ed è esploso negli ultimi mesi, l'unico atleta che parteciperà ai giochi nelle gare individuali da non professionista. Speri che questa esperienza possa aprirti, a 27 anni, la strada verso l'arruolamento in un Gruppo Militare per dare ancora di più nel tuo sport?

"Sinceramente lo spero veramente, perché in realtà non ho mai fatto atletica a tempo pieno e mi piacerebbe poter intraprendere un percorso di almeno 4 anni sino alle prossime Olimpiadi totalmente concentrato su di essa, per vedere quali risultati io possa raggiungere e credo veramente, in questo modo, di poter puntare ancora più in alto per le potenzialità che ritengo di avere. Per ottenere quanto fatto in questi ultimi mesi, ad esempio, ho dovuto mettermi in aspettativa dal lavoro che sto svolgendo negli Stati Uniti, e chiaramente mi piacerebbe avere la mente libera da questo tipo di preoccupazioni".

Tu hai viaggiato molto, studiato oltre che lavorato negli Stati Uniti per vari anni e, pur facendo sempre atletica, la tua vera ascesa agonistica è avvenuta solo dal 2022 quando poi ha partecipato al tuo primo europeo assoluto a Monaco di Baviera. Come ti spieghi questo e c'è stato un punto di svolta fondamentale?

"Nel ringraziare il mio tecnico Leonardo Righi, che dal 2020 mi segue e coordina sempre i miei allenamenti anche quando sono negli States, devo dire che l'incontro con Streete-Thompson nel 2021 è stato essenziale in quanto lui è stato un grande atleta, e il fatto che abbia così tanto creduto in me aiutandomi in vari modi, sia a livello economico facendomi avere una borsa di studio, che logistico in quanto mi ha messo nella condizione di allenarmi in strutture sportive all'avanguardia, dove mi ha personalmente seguito, sia stato lo stimolo decisivo nel far scattare i meccanismi necessari per l'indispensabile cambio di passo".

Agli Europei di Roma hai conquistato una buona semifinale. Hai qualche rimpianto in quanto speravi in qualcosa di più o ti ritieni soddisfatto?

"Non totalmente, perché avrei voluto fortemente conquistare la finale, so che era alla mia portata, ma forse i turni ravvicinati in quanto ho disputato anche il turno preliminare mi hanno un po' stancato a livello nervoso".

Che obiettivo ti sei posto per Parigi?

"L'aver conquistato la qualificazione non ha certo appagato le mie ambizioni e miei sogni. Sono fiero e orgoglioso di me stesso e vado in Francia con l'obiettivo principale di migliorarmi cronometricamente (20"45 il suo personale fatto nel 2024 ndr), per poi puntare deciso alla semifinale, superando quindi almeno un turno. Ritengo però indispensabile partire sempre con lo spirito di non accontentarsi mai per cui, pur conscio della straordinaria forza degli avversari di tutto il mondo, non voglio nascondere l'ulteriore sogno della finale".

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