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ATLETICA

Obiri vince la Maratona di New York con il record femminile del percorso

La vincitrice dell'edizione del 2023 chiude con uno straordinario crono sotto le 2h20. Kipruto vince allo sprint la gara maschile dove l'azzurro Meucci è undicesimo

di Redazione Sprintnews
02 Nov 2025 - 18:51
 © Getty Images

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La keniana Hellen Obiri ha vinto la 54edizione della Maratona di New York con il tempo di 2h19'51 e polverizzato, dopo 22 anni, il record femminile del percorso che apparteneva dal 2003 alla connazionale Margaret Okayo con 2h22'31, oltre che regalare alla propria nazione la settima vittoria consecutiva nella 42,195 km più famosa del mondo, mentre il podio del Kenya è stato completato dal secondo posto di Sharon Lokedi in 2h20'07, a sua volta vincitrice nel 2022, e dal terzo di Sheila Chepkirui in 2h20'24, al successo nella passata edizione della gara, tutte e tre in ogni caso sotto il precedente primato della gara.

La prova femminile è stata caratterizzata dopo una prima fase di studio dal ritmo imposto dalle tre atlete africane classificatesi sul podio, a cui hanno resistito solamente la sorprendente statunitense Fiona O’Keeffe, alla fine quarta in 2h22'49, e l'olandese campionessa olimpica di Parigi, Sifan Hassan, quest'ultima reduce peraltro dalla vittoria nella maratona di Sydney del 31 agosto scorso, e quindi con un recupero tra le due gare non sufficiente per consentirle di rendere al meglio delle proprie enormi potenzialità, al punto da cedere nettamente nel tratto conclusivo e terminare sesta in 2h24'43.

Dopo che al trentesimo km le tre keniane erano transitate insieme alla statunitense e all'olandese nello stesso tempo di 1h40'11, peraltro con queste ultime due che erano riuscite a recuperare un primo iniziale distacco, c'è stato il definitivo attacco delle tre africane che sono transitate al 35esimo km nettamente davanti alle due inseguitrici in 1h56'48 per volare verso il traguardo.

Dopo il passaggio dei 39 km la Chepkirui ha perso poi terreno e quindi sono rimaste in lizza per la vittoria Lokedi e Obiri, passate ai 40 in 2h12'58 ormai nettamente sotto il vecchio primato del percorso, con Obiri che ha effettuato l'allungo decisivo negli ultimi 1000 metri circa.

Ai fini di una esatta valutazione sul riscontro cronometrico della vincitrice, va sempre ricordato come il tracciato dei 42,195 km della Grande Mela non sia piatto come quello di altre maratone famose, in quanto presenta variazioni altimetriche, ponti, curve e cambiamenti di superficie che rendono praticamente impossibile realizzare prestazioni ai migliori livelli assoluti.

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LA GARA MASCHILE

La prova riservata agli uomini si è disputata su ritmi diversi in proporzione a quella femminile, ben lontano dal poter avvicinare l'eccellente primato della manifestazione stabilito dall'etiope Tamirat Tola nel 2023 con il tempo di 2h04'58, ma il finale della competizione è stato particolarmente avvincente con un arrivo allo sprint inusuale per una maratona, dove il keniano Benson Kipruto ha resistito al ritorno negli ultimissimi metri del connazionale Alexander Mutiso Munyao, vincendo con lo stesso crono dell'avversario di 2h08'09, mentre a completare la tripletta del Kenya anche nella gara maschile ci ha pensato Albert Korir terzo in 2h08'57, anche lui in volata davanti al sorprendente britannico Pat Dever, al debutto sulla distanza, quarto in 2h08'58, e con l'azzurro Daniele Meucci che ha chiuso in una buona undicesima posizione con 2h10'40.

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Nella gara c'era anche grande attesa per il 40enne keniano Eliud Kipchoge, due volte campione olimpico della maratona a Rio 2016 e Tokyo 2021, oltre che detentore della seconda miglior prestazione di sempre sula distanza con 2h01'09, il quale ha terminato la sua fatica in 17esima posizione con il tempo di 2h14'36 che riveste in ogni caso una notevolissima importanza poiché, oltre a essere stata la terza 42,195 km nello stesso anno per la prima volta in carriera, gli ha consentito di ricevere la Seven Star Medal che viene assegnata agli atleti in grado di concludere tutte le gare del circuito World Major Marathon, Tokyo, Boston, Londra, Berlino, Chicago, Sydney e New York.

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