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ATLETICA

Fantini dopo l'oro europeo di Roma nel martello pronta per la nuova sfida offerta dalle Olimpiadi

Intervista esclusiva alla lanciatrice azzurra che non delude mai nelle grandi manifestazioni internazionali

di Redazione Sprintnews
07 Lug 2024 - 21:51
 © Grana/Fidal

© Grana/Fidal

Sara Fantini, campionessa europea nel lancio del martello, si sta preparando in vista della partecipazione alla sua seconda Olimpiade, nella prima esperienza di Tokyo 2021 fu dodicesima in finale, che la vedrà impegnata a Parigi in qualificazione esattamente tra un mese nella mattinata di domenica 4 agosto, e poi per la più che auspicabile finale alle 20 di martedì 6 agosto.

Nata a Fidenza il 16 settembre 1997, è cresciuta certamente in un ambiente di pane e lanci in quanto il papà Corrado è stato finalista olimpico del peso nel 1996 ad Atlanta, e la mamma Paola Iemmi è stata una buona specialista del giavellotto, ma non si è avvicinata subito all'atletica dedicandosi prima a tennis ed equitazione, per poi nel 2013 iniziare con il lancio del disco e subito dopo con il martello ,dove ha vinto nel 2017 il primo titolo tricolore assoluto.

La sua prima grande esperienza internazionale a livello assoluto sono stati i Mondiali di Doha 2019, dove si è fermata alle qualificazioni, ma poi dopo le Olimpiadi di Tokyo ha sempre ottenuto piazzamenti di rilievo quali l'ottimo quarto posto dei Mondiali di Eugene 2022, il bronzo agli Europei di Monaco, il sesto posto ai Mondiali di Budapest 2023 e la definitiva consacrazione rappresentata dalla vittoria ai campionati Europei di Roma.

Un'atleta solidissima che garantisce sempre una notevole continuità di rendimento, capace anche di ottenere più volte in poche settimane il record italiano nel 2022, a iniziare dal 28 maggio quando lanciò l'attrezzo a 74,38 a Lucca, e superò dopo 17 anni il 73,59 realizzato da Ester Balassini nel 2005, per poi fare meglio 11 giorni dopo a Trnava in Slovacchia con 74,86 e fissarlo definitivamente il 18 giugno a Madrid all'attuale 75,77.

© Grana/Fidal

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Sara, dopo il terzo posto degli Europei di Monaco 2022, l’oro di Roma. Ti aspettavi questo successo?

"Assolutamente no perché il 2024 non è stato un anno facile, con vari alti e bassi, per cui sapevo certamente di essere cresciuta molto di testa rispetto a Monaco, ma che a Roma sarebbe stato molto complicato anche solo confermare quel piazzamento".

Pur avendo solo 26 anni, in una specialità molto tecnica in cui ci vuole tempo per acquisire tutti i necessari meccanismi agonistici, ha già partecipato a tre mondiali, due europei e un’Olimpiade, con risultati sempre in crescita. Quale obiettivo ti poni per Parigi?

"Bella domanda nella misura in cui è talmente vero come il martello sia una disciplina richiedente tantissimo per essere acquisita al meglio che, gli alti e bassi di quest'anno, sono dipesi proprio da problematiche insorte in tal senso, peraltro non ancora risolte e che agli Europei abbiamo solo arginato. In ogni caso l'obiettivo realistico per Parigi sarebbe quello di conquistare la finale, realizzare quantomeno lo stagionale (74,18 la misura della finale vinta a Roma ndr) e confermare la mia attuale quinta posizione nel ranking mondiale. Ovviamente cercherò di dare il 110% e di puntare ancora più in alto".

Quale sarà il tuo programma di avvicinamento alle Olimpiadi?

"Io e la mia allenatrice (Marinella Vaccari ndr) stiamo facendo nelle prime due settimane di luglio un periodo di ritiro a Castelnovo nè Monti per fare una full immersion totale di tecnica cercando di risolvere quanto ancora non ci convince, poi prima delle Olimpiadi tornerò in ritiro nel Centro Sportivo dei Carabinieri a Bologna facendo peraltro un paio di gare di avvicinamento, che saranno però più dei test controllati al fine di verificare ancor di più gli aspetti tecnici da sistemare".

Cosa ti ha detto la tua amica Ester Balassini, a cui hai tolto il primato italiano nel 2022 dopo 17 anni, per il tuo trionfo europeo e quanto è stato importante il suo esempio nella tua crescita?

"Era molto contenta e quando abbiamo parlato mi ha detto che è felice nel pensare di poter aver ispirato in qualche modo atlete come me, e non solo ovviamente, a intraprendere questa disciplina. Gli esempi come lei sono ovviamente molto importanti, per me lo è stato nella mia fase adolescenziale degli inizi, come anche quello di un'altra grande ex atleta quale Silvia Salis".

Molto spesso chi lancia il martello è solito accompagnare la traiettoria dell’attrezzo in volo con un lungo urlo. Tu però non sembra segua questa abitudine. Cosa si prova in quei pochi secondi?

"In effetti in tante sono solite lanciare un urlo che rappresenta una forma di liberazione del fiato, dopo la fase della compressione derivante dai 4 giri che si effettuano prima di scagliare il martello. Si tratta certamente un gesto spontaneo che però a me non viene quasi mai, nel senso che nei secondi in cui l'attrezzo è in aria provo un momento di rilassamento, successivo a quelli della preparazione in cui si è in totale tensione fisica, e non penso a nulla. Però a Parigi, chissà, magari avere la sensazione di aver fatto un lancio particolarmente lungo potrebbe fare uscire anche a me un urlo liberatorio."

A parte i problemi tecnici di cui hai parlato, hai avuto in stagione qualche contrattempo a livello fisico che abbia frenato la tua preparazione? 

"In realtà niente di particolare, solo piccoli acciacchi normali per chi si allena ad alti livelli ma sotto quell'aspetto non ho veramente nessun rimpianto. Per tutta una serie di motivi ci siamo complicate la vita solo nell'ambito della tecnica di lancio, e spero di riuscirci al meglio per presentarmi a Parigi al meglio delle mie potenzialità, perché da un punto di vista fisico mi sento veramente molto bene".

La misura dell’eccellenza mondiale è sempre molto vicina agli 80 metri. Dove pensi di poter migliorare nei prossimi anni per cercare di avvicinarti?

"Gli 80 metri sono ancora molto lontani, circa 4 metri dalla mia miglior misura in carriera, (75.77 ndr), ma è sempre lo stesso discorso della tecnica che è fondamentale, come in tutte le discipline, ma certamente in questa particolarmente difficile da assimilare al meglio nell'ottica appunto del continuare a progredire. Se sarò brava da diventare tecnicamente perfetta potrò certamente crescere e questo è sicuramente l'obiettivo per il futuro prossimo".

© Grana/Fidal

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