Motocross, Cairoli non è mai sazio: "Lavoro per battere Herlings e non penso al ritiro"

Tony vuole il decimo Mondiale: "Ho sempre da imparare, ma sono pronto"

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Qualche linea di febbre non può fermare un campione come Tony Cairoli. Il 222 ha iniziato la stagione con due doppiette nelle prime due gare degli Internazionali d'Italia, Riola Sardo e Ottobiano, e insegue il grande obiettivo del decimo titolo Mondiale: "Ho molta fame e tanti stimoli: lavoro per battere Herlings", ci ha detto in esclusiva a Sportmediaset.it. A 33 anni c'è ancora la voglia di vincere: "Non ho mai pensato al ritiro: smetterò quando non riuscitò più a fare quello che voglio".

Partiamo dal suo libro "Velocità, fango e gloria", cos'è per lei la velocità?
"La velocità è sinonimo di vincere, significa arrivare prima degli altri. Essere veloci è tutto in questo sport, bisogna essere davanti alla bandiera a scacchi".

Nel 2018 ha provato la Toro Rosso di F1 e la Ktm di MotoGP, che velocità è?
"È sicuramente diverso dal motocross. Noi arriviamo al massimo a 100km/h su fango e sabbia, ma è come andare a 350km/h in pista sull'asfalto. Si prova un'adrenalina differente ed è stato bello fare queste esperienze: mi sono divertito più al volante della F1 che in sella alla MotoGP".

E definizione di fango?

"È il mio habitat naturale, uno stile di vita. Fin da piccolo mi sono trovato a mio agio, non sono mai stato un tipo "fighettino". Anche nel paddock sono ancora alla mano, mi piace stare in mezzo alla natura e mangiare con gli amici e la mia squadra".

Infine, arriva la gloria
"È il premio che ti aspetti di avere dopo tanti sacrifici e che, fortunatamente, ho avuto molte volte in carriera. È il coronamento di una stagione di lavoro andata bene".

Gloria che ora coincide con la conquista del decimo Mondiale, che sensazioni ha?

"Sono pronto e ho grandi motivazioni perché nel 2018 sono stato battuto da Herlings. Questo mi ha dato ancora più stimoli e voglia di migliorarmi. Nel nostro sport c'è sempre da imparare e non bisogna mai abbassare la guardia".

E sta dominando gli Internazionali d'Italia, un allenamento importante in vista del Mondiale, giusto?
"Esatto, l'Italiano è un campionato molto importante perché in gara ci sono piloti forti e il livello è molto alto. È sempre bello correrci e vincere".

Herlings è sempre il rivale più pericoloso?
"È un grandissimo talento, è uno dei piloti più veloci al mondo degli ultimi anni. È veramente forte e nel 2018 ha fatto una stagione fantastica. È stato superiore e quindi mi sto preparando per cercare di batterlo: dovrò fare molti punti. Ora è infortunato, ma questo fa parte del nostro sport".

Altri rivali pericolosi?

"Gajser e Febvre sono in forma e sono migliorati molto, ma attenzione anche a Desalle e non solo".

A settembre compierà 34 anni, ha mai pensato al ritiro?

"No, sinceramente mai. Ho ancora due anni di contratto con Ktm e poi vedremo cosa fare e se ci sarà ancora la voglia di continuare. Arrivare  40 anni? Smetterò quando non riuscirò più a fare quello che voglio in sella alla moto. Quello sarà il momento giusto per smettere, ma resterò sempre in questo mondo".

Come vive il paragone con Valentino Rossi?

"Mi fa piacere, grazie a lui il motociclismo è cresciuto in Italia. Io cerco di fare il mio per portare il motocross dove merita. È uno sport che piace, con tanto pubblico, ma purtroppo in tv si vede poco. Penso al futuro quando non ci sarò più io: vorrei diventasse uno sport più popolare perché si fanno tanti sacrifici, ma c'è poco ritorno".

Progetti futuri con Red Bull?
"Stiamo lavorando a una novità, ma è ancora tutto top secret. Sicuramente Red Bull mi aiuta a migliorare negli allenamenti di tutti i giorni".

Ora è diventato anche imprenditore con il marchio d'abbigliamento RACR, come è nata questa avventura?
"È nata un po' per gioco con degli amici e il logo è subito piaciuto molto alla gente. Mia moglie Jill si sta impegnando molto in questo progetto e sta avendo molto successo. Sono contento, io per ora mi concentro sulle gare".

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