500 MIGLIA DI INDIANAPOLIS

Marco Andretti in pole per la 500 Miglia di Indianapolis. Nona fila per Fernando Alonso

Domenica "green flag" per la 104esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis, rinviata di tre mesi a causa della pandemia. Alonso a caccia della Triple Crown

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Prima di tornare alla Formula 1 con la Renault nel 2021, Fernando Alonso domenica proverà a completare a Indianapolis la Tripla Corona del Motorsport. Sul suo cammino però lo spagnolo troverà un nutrito numero di pretendenti al successo nella "500" più prestigiosa. A partire da Marco Andretti che, al volante di una delle Dallara-Honda del superteam dal padre Michael, ha conquistato la pole position a trentatre anni di distanza da suo nonno Mario.

Ha riportato il nome (anzi il marchio di fabbrica) "Andretti" nell'albo d'oro della 500 Miglia di Indianapolis ma domenica Marco Andretti dovrà addirittura superarsi perché, se il nonno Mario era scattato davanti a tutti nel 1987 (sulla Lola-Chevrolet del team di Paul Newman e Carl Haas), l'ultima ed anzi unica vittoria degli Andretti nella grande classica che si corre nel Memorial Day Weekend (ma non quest'anno), risale addirittura al lontanissimo 1969, più di mezzo secolo fa (!) e sempre ad opera di "Piedone" sulla Hawk-Ford della scuderia di Andy Granatelli. L'impresa che Marco si appresta a tentare comprende infatti pure un salto generazionale, visto che a Indy suo padre Michael non è mai riuscito a partire in pole positon, tantomeno a vincere. Michael però, tolti casco e guanti, è salito sul muretto dei box ed ha costruito un superteam che quest'anno schiera addirittura sei Dallara-Honda (compresa la numero 98 guidata da Marco), e ne portate addirittura quattro nei "Fast Nine" che domenica si sono giovati la pole position: oltre ad Andretti, Ryan Hunter-Reay con il quinto, James Hinchcliffe con il sesto e Alexander Rossi con il nono tempo, alle spalle di Graham Rahal con la Dallara-Honda Rahal Letterman Lanigan). Marco l'ha spuntata con i suoi quattro giri dell'Indianapolis Motor Speedway coperti alla media di 231,068 miglia orarie, vale a dire 371,788 chilometri orari. Per il giovane Andretti  si tratta della sesta pole nella Indycar, per il team Andretti Autosport della 42esima e della seconda nella "500" a quindici anni di distanza da quella di Tony Kanaan.

Al suo fianco in prima fila Marco avrà il neozelandese Scott Dixon (tre volte in pole, vincitore nel 2008, nonché dominatore della stagione in corso e primo sul traguardo del GP "stradale" di Indianapolis ai primi di luglio)  ed il giapponese ex-F.1 Takuma Sato, vincitore della 500 Miglia di Indianapolis nel 2017. Entrambi sono al volante di monoposto Dallara-Honda (i motori giapponesi hanno dominato le qualifiche): quella del Chip Ganassi Racing per Dixon, quella Rahal Letterman Racing per Sato. L'unica monoposto motorizzata Chevrolet approdata nei "Fast Nine" è stata quella  dell'Ed Carpenter Racing guidata dal 19enne Rinus VeeKay (al secolo Rinus van Kalmthout). Grazie al suo clamoroso quarto tempo, il teenager olandese -  ancora per poco, compirà vent'anni il prossimo 11 settembre - è il  miglior rookie (esordiente) della "starting grid". 

Sarà una gara ... di rincorsa invece quella di Fernando Alonso che, dopo l'ottimo esordio nel 2017 e la mancata qualificazione del 2019, tenta di completare la sua Triple Crown (GP Montecarlo, 24 Ore di Le Mans e appunto Indy 500) ma con la Dallara-Chevolet Arrow McLaren SP non è andato al di là del 26esimo tempo (su 33), al centro della nona fila e terzo dei tre piloti Arrow McLaren (quinta fila per Pato O'Ward, settima per Oliver Askew, entrambi ben più giovani dell'asturiano). Prestazione deludente per l'ex ferrarista, pensando anche che il suo connazionale Alex Palou  - secondo miglior rookie ed autore del settimo tempo con la Dallara-Honda Dale Coyne Racing/Team Goh - prenderà il via dalla terza fila, ma che non compromette del tutto le chances di Alonso. Il quale tra l'altro si trova in ottima compagnia, al fianco di Simon Pagenaud, vincitore della 500 Miglia di un anno fa (anzi, quindici mesi...).

Per il Team Penske, che utilizza motori Chevolet, le qualifiche non sono state granchè brillanti. Will Power ha fatto appena meglio di Pagenaud (22esimo tempo, fila otto, appena davanti a Tony Kanaan che si appresta a correre la sua ultima "500"), mentre il campione in carica Josef Newgarden ... si è spinto fino alla quinta delle undici file dello schieramento di partenza, con il tredicesimo tempo. Oltre ai suoi  tre piloti "regolari", che prendono parte alla Indycar Series, Roger Penske (come già nelle due ultime edizioni della Indy 500) ha messo una delle sue Dallara-Chevy a disposizione di Helio Castroneves, che l'ha qualificata in decima e penultima fila con il 28esimo tempo. E come negli ultimi due anni la missione del brasiliano, che ha smesso i panni (anzi, la tuta) da pilota full-time alla fine del 2017 (venti stagioni a tempo pieno nella Indycar: tutte per il Team Penske all'infuori delle prime due...) resta quella di eguagliare il poker di successi di AJ Foyt, Al Unser e Rick Mears. Helio infatti ha vinto la 500 Miglia nel 2001, nel 2002 e nel 2009.

 

 

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