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Dakar 2020: Quintanilla vince e mette paura a Brabec, zampata Peterhansel e riscossa Alonso  

Si riaprono i giochi nella classifica generale delle moto, Nelle auto Al-Attiyah accorcia su Sainz. L'ex Ferrari e McLaren dimentica l'incidente di ieri: 8°

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L'undicesima tappa della Dakar 2020 riapre i giochi per la vittoria finale per le moto: a vincere la Shubaytah-Haradh è infatti il cileno Pablo Quintanilla, che recupera quasi 12 minuti a un Ricky Brabec ancora leader della classifica generale, ma in grosse difficoltà. Tra le auto vince Stéphane Peterhansel, che precede di 10'' Al-Attiyah. Carlos Sainz sempre leader della generale, Fernando Alonso si rialza dall'incidente di ieri e chiude 8°.

MOTO
Pablo Quintanilla piazza la zampata e dimostra che la Dakar 2020 è meno chiusa di quanto sembrasse, per quanto riguarda la classifica delle moto. Il cileno della Husqvarna affronta con grande coraggio il tragitto di 744 km (di cui 379 di prove speciali) che uniscono Shubaytah a Haradh. Sin dal primo intermedio, quello fissato al km 58, è lui a dettare i tempi, mentre alle sue spalle si rivede Matthias Walkner. L'austriaco della Red Bull Ktm, mai realmente a suo agio nella Maratona del Deserto di quest'anno, si mantiene intorno al minuto di distanza fino ad oltre il km 160, quindi rompe gli indugi e supera il rivale di appena un secondo nel tratto finale.

Quintanilla però reagisce e si aggiudica la tappa con un divario di appena 9 secondi, rilanciandosi prepotentemente anche in ottica classifica generale. Se infatti Luciano Benavides (Red Bull Ktm) arriva terzo a 2'48'' e José Ignacio Cornejo Florimo (Monster Energy Honda) è quarto a 2'53'', il leader della classifica generale Ricky Brabec non va oltre il decimo posto e accumula un ritardo di 11'48''. In questo modo Quintanilla gli rosicchia quasi metà dei 25 minuti di ritardo con cui era partito al mattino: ora i due sono distaccati 13 minuti e 56 minuti, e in vista del gran finale di domani è ancora tutto possibile.

AUTO
Se la classifica nelle moto è corta, nelle auto è cortissima. Non è una novità, ma l'undicesima tappa spariglia ulteriormente le carte. Ancora una volta la firma sulla vittoria di giornata è d'autore: si tratta di quella di Stéphane Peterhansel, veterano della manifestazione tanto da essere noto come "Mister Dakar" (al quattordicesimo sigillo nella Maratona del Deserto, il quarto solo quest'anno). Il francese trascorre l'intera giornata in vetta, ma si deve guardare dal poderoso ritorno di Nasser Al-Attiyah: il qatariota, campione in carica, rosicchia qualche secondo a ogni intermedio e dai due minuti di ritardo del km 162 arriva al traguardo staccato di appena 10''. Chi fatica decisamente di più è invece Carlos Sainz, che arriva con la sua Mini a +8'03'': questo gli permette di conservare la leadership in classifica generale, ma con un vantaggio ora ridotto a 10'17''. E non è tutto, perché in corsa c'è ora autorevolmente anche lo stesso Peterhansel, a 6 secondi da Al-Attiyah e 10'23'' dal leader spagnolo.

E in tema di spagnoli illustri, la tappa odierna vive la riscossa di Fernando Alonso: l'asturiano, che con la sua Toyota aveva vissuto uno spettacolare incidente nella giornata di ieri, parte con un'ora di ritardo rispetto agli altri big ma non perde lucidità. Tredicesimo al primo rilevamento, l'ex pilota di Ferrari e McLaren guadagna posizioni strada facendo e alla fine arriva 8° a 16'25'' da Peterhansel. In classifica generale il suo ritardo ha ormai superato le 4 ore e 43 minuti ma, come si dice in questi casi, è tutta esperienza che potrà tornare utile più avanti. Specie per un animale da vittoria come Alonso.

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