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Il 22enne di Sesto Pusteria è diventato l'ottavo giocatore a centrare il titolo alla prima uscita da leader della classifica, tuttavia si tratta del primo a riuscirci sui prati della Germania presentandosi come favorito numero 1 per la vittoria dello Slam inglese
di Marco Cangelli© afp
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Essere numero 1 al mondo può diventare un peso insostenibile? Non per Jannik Sinner che a Halle ha dimostrato come la posizione sia soltanto un riconoscimento del lavoro compiuto in questi anni. Le caratteristiche da leader le ha mostrate anche quando la classifica non lo constatava e per questo il 22enne di Sesto Pusteria non si è fatto schiacciare dalla pressione e dalle aspettative presenti su di lui. All'esordio stagionale sull'erba si è imposto nonostante qualche fatica in più del previsto, entrando però nel gotha del tennis mondiale in quanto ottavo giocatore a conquistare il primo torneo disputato da numero 1 della graduatoria ATP.
Prima di lui ci sono riusciti Jimmy Connors a Indianapolis, Bjorn Borg a Montecarlo, Mats Wilander a Palermo, Stefan Edberg a Long Island, Pete Sampras a Hong Kong, Novak Djokovic a Montreal e Andy Murray alle ATP Finals, nomi senza dubbio di grande spessore, ma che dimostrano come Sinner rappresenti ancor più un caso isolato visto che si tratta dell'unico ad aver trionfato al debutto da leader sull'erba.
I prati "spelacchiati" della Germania non saranno verdi come quelli di Wimbledon, ma l'impressione che l'allievo di Darren Cahill e Simone Vagnozzi possa non subire il cambio di campo visto che lungo il percorso a Halle ha mostrato di crescere costantemente di condizione. Sicuramente l'avversità all'erba è inferiore rispetto alla terra rossa dove comunque è arrivato alle semifinali del Roland Garros, inoltre lo stato di salute è decisamente migliore, motivo per cui si può aspettare molto da lui allo Slam londinese. Se ci aggiungiamo che i finalisti del 2023, Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, si presenteranno eventualmente con un ginocchio appena operato e una sconfitta bruciante al Queen's sul groppone, il gioco è fatto.
Chiaramente le sorprese possono essere sempre dietro l'angolo, però i precedenti mostrano una parabola ascendente per l'azzurro che nel 2021 si fermò al primo turno all'esordio a Wimbledon, mentre già nel 2022 arrivò ai quarti di finale prima di esser eliminato lo scorso anno a un passo dalla finale da Djokovic. Se si vuole proseguire su questo trend, le possibilità di alzare il trofeo al termine delle due settimane di gioco sono alte. Chiaramente non va dimenticato l'appuntamento delle Olimpiadi, nuovamente sulla terra rossa, ma la vittoria in doppio di Simone Bolelli e Andrea Vavassori, le finali a Stoccarda di Matteo Berrettini e al Queen's di Lorenzo Musetti non possono che essere un sintomo di un movimento in salute e che può spingere il suo leader a far ancor meglio.