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Milano-Cortina, Abodi: "Costi non sono fuori controllo"

24 Lug 2025 - 15:07
 © IPA

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Sui costi di Milano-Cortina 2026 "non c'è il fuori controllo, c'è semplicemente una gestione contenuta, ragionevole e responsabile di quella che è stata l'esasperazione dei costi delle materie prime, nonché di tutti gli impatti dell'energia in questi anni". Lo ha detto il ministro dello sport, Andrea Abodi, nel dibattito alla Camera sul Decreto Sport, in seduta notturna. "Dispiace perché, a volte, nonostante i tentativi reciproci di spiegare le ragioni della norma e la oggettività dei numeri, ci ritroviamo ancora a dover sottolineare una realtà diversa da come viene rappresentata", ha premesso il ministro nella sua replica agli interventi dell'opposizione. "Se nell'ambito di un avvenimento, che è stato assegnato diversi anni fa, un budget del 2020, con lettere di impegno sottoscritte dal Presidente Conte, si arriva, dopo cinque anni, a un aggiornamento inferiore al 20 per cento dei prezzi, con tutto quello che è successo in questi cinque anni, non possiamo parlare di sproporzione dei costi fuori controllo - ha sottolineato Abodi - Se si confonde il costo per l' organizzazione con gli investimenti sulle infrastrutture principalmente di collegamento, su ferro e su gomma, che sono un pezzo di eredità significativo di un grande evento e, comunque, rappresentano la prospettiva di sviluppo sostenibile di intere comunità che vanno ben oltre gli eventi, vuol dire che non si vuole comprendere che, vorrei dirlo definitivamente, Milano Cortina non costa 5 miliardi o più di 5 miliardi, perché circa 3,7 miliardi sono di investimenti sulle infrastrutture, quindi sono qualcosa che, in ogni caso, dovremmo sviluppare a beneficio della qualità della vita di chi vive nei territori, del turismo dei territori e di chi lavora attraversando quei territori. Se siamo arrivati a circa 1,9 miliardi, rispetto agli 1,63 preventivati cinque anni fa, non c'è il fuori controllo". Abodi ha parlato anche di Euro 2032 e della norma del commissario per gli stadi. "Se non si comprende che gli Europei del 2032 sono un tempo lontano, ma le scadenze dell'UEFA prevedono l'indicazione da parte della Federcalcio degli stadi che dovranno ospitarli entro ottobre 2026, non si comprende la ratio dell'esigenza di avere un commissario che non vuole assumere su di sé tutte le responsabilità - le sue parole - Tant'è che il decreto prevede che i subcommissari siano i sindaci delle città proprio nella logica della condivisione della responsabilità e dell'offerta ai sindaci di strumenti che consentano di valorizzare il patrimonio pubblico. Non ci sono impianti privati tra quelli che ospiteranno gli europei, salvo Torino, dove non c'è bisogno di ulteriori investimenti" 

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