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Istat, 27,6% pratica in modo continuativo, sedentarietà resta a 39%

21 Mag 2025 - 21:20

A contrastare gli effetti negativi della diffusione di abitudini alimentari non salutari è lo sport che, oltre a favorire il benessere individuale, è un potente veicolo di inclusione e socialità. Negli ultimi trenta anni sempre più persone dedicano parte del loro tempo libero ad attività fisico-sportive, con un incremento dovuto alla pratica di sport in modo continuativo (dal 16,6 per cento della popolazione di 10 anni e più nel 1995 al 27,6 per cento nel 2023). È quanto si legge nel rapporto annuale 2025 presentato oggi dall'Istat.

Rimane stabile, secondo il rapporto, la quota di sport saltuario (circa 9 per cento) e risulta decrescente la quota di chi fa attività fisica (come ad esempio fare passeggiate di almeno due chilometri, nuotare, andare in bicicletta o altro) da circa il 36 per cento del 1995 al 28,4 per cento nel 2023. Infine, sebbene in lieve riduzione, la quota della popolazione sedentaria, che costituisce un contingente particolarmente a rischio, si mantiene elevata (da circa il 39 per cento a più di una persona su tre).

La pratica sportiva (saltuaria o continuativa) è cresciuta di generazione in generazione: tra i 45- 49enni, si passa dal 18,3 per cento di praticanti tra i nati nel 1945-1949 a quasi il 40 per cento tra i nati nel 1975-1979 (Figura 3.14). I livelli più elevati si riscontrano per le generazioni nate dalla seconda metà degli anni Ottanta del secolo scorso (con punte massime di due ragazzi di 10-14 anni su tre). Il divario di genere si è ridotto proprio nelle generazioni più giovani, con le ragazze di 10-14 anni che passano dal 47,8 per cento di sportive tra le nate nel 1980-1984 al 63,5 per cento tra quelle del 1990-1994. I livelli di attività fisica restano più alti nel Centro-nord, ma il Mezzogiorno recupera lentamente: qui la quota di sportivi a 45-49 anni triplica tra i nati dopo il dopoguerra e quelli del 1975-1979. Tuttavia, tra i giovanissimi nati nel 2000-2004, praticano sport due su quattro nel Mezzogiorno contro tre su quattro nel Centro-nord. La partecipazione tende a calare con l'ingresso nella vita adulta e con l'avanzare dell'età.

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